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Migranti, cinque milioni in 25 anni si sono stabiliti in ITalia. Uno su 5 ha avuto la cittadinanza

Dic 3, 2019

Ormai siamo alle seconde generazioni. Negli ultimi 25 anni 5 milioni e 300.000 stranieri si sono stabiliti in Italia e uno su cinque ha ottenuto la cittadinanza. Un radicamento sul territorio che ha inciso su diversi aspetti della loro integrazione, dalla scuola al mercato del lavoro. Oggi sono 850.000 gli studenti stranieri e i lavoratori sono diventati una componente strutturale del sistema produttivo. Eppure, dall’anno scorso, l’atteggiamento degli italiani nei confronti degli immigrati è cambiato e la disponibilità all’accoglienza ha dovuto cedere alla maggioranza dei consensi della politica dei porti chiusi.

Sono le conclusioni del Rapporto Ismu sulle migrazioni giunto quest’anno alla sua 25esima edizione. La Fondazione Ismu stima una presenza in Italia di 6 milioni e 222.000 stranieri su una popolazione di oltre 60 milioni di persone, quindi uno straniero ogni 10 abitanti. Romania, Albania e Marocco i tre Paesi piu’ rappresentati. Ma la crescita più consistente è quella degli irregolari (+5,4) pari a 562.000 unità. Nel 2018 sono stati rilasciati 242.000 nuovi permessi di soggiorno con una riduzione (dovuta al calo dei permessi per motivo di asilo o umanitari) dell’8 per cento. Cresce il peso della componente femminile che rappresenta oltre il 45 per cento dei nuovi ingressi.

Alla riduzione degli sbarchi non è seguita una proporzionale contrazione delle richieste di asilo, ma la percentuale dei dinieghi è passata dal 30 per cento del 2013 all’80 per cento ulteriormente in rialzo a seguito della protezione umanitaria. Ma – sottolinea l’Ismu – l’impatto reale non è ancora quantificabile perché la non retroattività del provvedimento presumibilmente farà si’ che la stragrande maggioranza dei ricorsi presentati contro i dinieghi verrà accolta in appello.

Dei 4 milioni di stranieri in età di lavoro gli occupati sono quasi due milioni e mezzo, oltre 32.000 in più rispetto all’anno precedente.Il tasso di disoccupazione è più alto tra gli stranieri ( 14 per cento) che tra gli itaiani ( 10,2) e i lavoratori extracomunitari percepiscono una retribuzione media annua inferiore del 35 per cento a quella del complesso dei lavoratori.

Nella scuola, a fronte di una continua flessione degli alunni italiani (meno 93.000) cresce invece la presenza di studenti italiani che oggi sono 842.000, pari al 9,7 per cento del totale degli iscritti nelle scuole italiane. Lombardia, Emilia Romagna e Veneto le regioni in cui la presenza scolastica degli alunni immigrati e’ piu’ consistente.

Ismu stima che la presenza complessiva delle seconde generazioni in Italia di età compresa tra gli 0 e i 35 anni (nate in Italia da almeno un genitore straniero o giunte minorenni) è di 2.825,182.

Ismu prende poi in esame l’atteggiamento degli italiani: dalla maggioranza dei sondaggi è emerso che oggi gli italiani sono in maggioranza (59 per cento) favorevoli ai porti chiusi mentre all’inizio del 2018 era preponderante ( il 49 per cento) l’orientamento all’accoglienza.

Ismu ha messo in relazione l’atteggiamento antiimmigrazione con l’esito delle elezioni europee ed è emerso che nei Paesi in cui una maggiore percentuale di cittadini rivela di avere un atteggiamento negativo verso l’immigrazione è maggiore la percentuale di voti alle destre. Cosi’ come nei Paesi in cui è espresso un rifiuto maggiore della cittadinanza europea.

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