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Martina Rossi, atteso il verdetto della Cassazione

Gen 21, 2021

Quasi dieci dopo, i giudici della Corte di Cassazione potrebbero scrivere la parola fine sulla morte di Martina Rossi. Oppure potrebbero dare un nuovo inizio a dibattimenti, udienze, testimonianze.

E rimettere al centro del processo due 28enni di Castiglion Fibocchi che quel 3 agosto 2011 erano nella stanza 603 dell’hotel Santa Ana di Palma di Maiorca insieme a Martina: in primo grado ad Arezzo Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi erano stati condannati a sei anni per tentato stupro e per aver causato la morte, nella fuga, di Martina.

In appello a Firenze erano stati assolti, perché “il fatto non sussiste”: i giudici non avevano saputo dare un perché alla tragedia, ma avevano parlato di “un litigio, un malore, un approccio di natura sessuale o anche un tentativo di violenza che potesse aver innescato in lei la spinta a un gesto autolesivo o comunque uno stato psicologico di non pieno controllo di sé”.

I due imputati oggi non sono venuti in Cassazione, sono rimasti a casa in contatto con i loro avvocati. In udienza c’erano, invece, come del resto ci sono sempre stati, i genitori di Martina. Bruno Rossi, una vita da camallo nel porto di Genova a lavorare e lottare per i diritti dei lavoratori, e Franca Murialdo, insegante. Entrambi in pensione, hanno passato gli ultimi due lustri della loro vita a “ricercare la verità per Martina e a ridarle dignità”.

Anche questa mattina, dice Bruno mentre rientra nel suo albergo della Capitale dove aspetta notizie, “abbiamo sentito dire delle enormi falsità sul nostra figlia. Che era drogata, che era depressa, che si era buttata giù per una delusione d’amore. Ma continuiamo a sperare”.

Il sostituto procuratore generale, del resto, come annunciato è stato molto duro, e ha chiesto di annullare le assoluzioni di Albertoni e Vanneschi. Nel ricorso depositato nei giorni ha scorsi ha messo nero su bianco, a proposito della sentenza di Appello, una “motivazione contraddittoria”, una “valutazione frazionata e priva di logica degli indizi”, un “travisamento di circostanze decisive”.

E ancora: “E’ stato commesso un evidente errore sul punto di caduta della Rossi che ha inficiato tutto il ragionamento probatorio, Nessuna certezza sugli esami tossicologici: collegare una sigaretta di hashish, fumata in due, al comportamento di Martina sembra esagerato”.

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