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Manovra, trovata l’intesa a Palazzo Chigi: “Ecotassa per auto di lusso e Suv – Il Fatto Quotidiano

Dic 16, 2018

Ok all’ecotassa ma solo per i suv e le auto extralusso. Confermato il taglio fino al 40% delle pensioni d’oro. Via libera anche al pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle aziende e alla riduzione delle tariffe Inail, mentre il bonus cultura si potrà utilizzare solo per acquistare ebook e libri, non biglietti di concerti e cinema. Con un’ora e mezza di ritardo il vertice tra i big di governo è iniziato a Palazzo Chigi. Prima un pre-summit del premier Giuseppe Conte con i tecnici del ministero dell’Economia seguito da un faccia a faccia con Luigi Di Maio e Matteo Salvini per sciogliere i nodi politici. A mezzanotte il vertice era ancora in corso ma fonti della presidenza del consiglio hanno cominciato a fare filtrare i punti dell’accordo.

Ok ecotassa per veicoli di lusso –Trovata l’intesa su quello che era uno dei principali nodi tra la Lega e il M5s: l’ecotassa sulle auto. Incentivare i mezzi più ecologici al Carroccio va bene ma a patto che non ci siano nuovi balzelli, che non piacciono tra l’altro all’intero comparto automotive: “Non c’è nel contratto di governo. Posso dirlo sia a nome mio e del Movimento 5 Stelle che non ci sarà nessuna nuova tassa sulle auto”, aveva detto Salvini prima del vertice. Alla fine l’accordo prevede il bonus malus ma solo ma solo per i veicoli di lusso e i suv. Previsti inoltre bonus fino a 6mila euro per le auto elettriche e ibride. Il balzello, spiegano, si applica sulle auto con emissioni di almeno 20 punti in più rispetto alla norma originaria. Saranno poi aumentate le colonne per la ricarica elettrica.

Ok taglio pensioni d’oro –Confermata anche la scure sulle pensioni d oro: il taglio del 40% finanziera l’opzione donna. Passa anche il pagamento dei debiti da parte della Pubblica amministrazione verso le aziende. Accordo pure sulla riduzione tariffe Inail, che sarà pari a 600 milioni di euro. Inoltre, il bonus cultura, a contributo invariato, sarà finanziato solo per acquistare eBook e libri, non i biglietit dei concerti e i cinema. Dal vertice emerge lo stanziamento dei fondi per le buche di Roma e la metro. Fonti di governo riferiscono che sarà innalzata la soglia per gli appalti diretti che i sindaci possono affidare: si va dagli attuale 40mila euro a 200mila.

La ricerca dei 3 miliardi: “Ci sono” – Al netto di accordi, al centro del summit c’era anche la ricerca di tre miliardi e mezzo che mancavano all’appello per fermare il countdown verso l’esercizio provvisorio, ‘accontentare’ l’Europa ed evitare che la Commissione Ue avvii ufficialmente l’iter per la procedura di infrazione. “Ci sono”, assicuravano dal governo dopo che si sono seduti attorno a un tavolo – assieme al presidente del Consiglio – i due vicepremier, i ministri dell’Economia e dei Rapporti col Parlamento Giovanni Tria e Riccardo Fraccaro, i sottosegretari al Tesoro Massimo Garavaglia e Laura Castelli.

“Accordo su proposta per Bruxelles” – Gli alleati di governo non sono intenzionati ad abbassare ulteriormente l’asticella del rapporto deficit/pil, fissata al 2,04%. Su questo, fanno filtrare fonti dell’esecutivo, c’è totale accordo tra il premier Conte e i vicepremier Salvini e Di Maio sui numeri e i contenuti della proposta da mandare a Bruxelles. Anche perché già così le due misure chiave sono state limate – è il ragionamento – il più possibile. Tradotto in cifre, l’estenuante trattativa con Bruxelles ha infatti portato a una riduzione dei fondi per circa 4 miliardi di euro, divisi equamente fra Lega e M5s. Per chiudere con la Commissione europea però servono almeno altri tre miliardi. Per fonti di Palazzo Chigi, a vertice ancora in corso, “ci sono” e sarebbero stati trovate “nelle pieghe del bilancio dello Stato”. Si parla di ulteriori dismissioni, che però non convincerebbero gli interlocutori europei.

Il reddito di cittadinanza –Da Palazzo Chigi confermano informalmente che non subirà alcuno scossone il reddito di cittadinanza. La platea, fa così sapere il governo, resta invariata (5 milioni) e il taglio c’è – è la spiegazione offerta – ma solo perché rispetto al progetto iniziale l’avvio sarà posticipato a fine marzo. Il risultato comunque è un risparmio di quasi 2 miliardi: il costo sarà di 7,1 miliardi contro i 9 iniziali. Centri dell’impiego inclusi, per i quali sarà destinato un miliardo. Considerati i circa due miliardi di risorse che arrivano dal Rei – il reddito di inclusione varato dal governo precedente – le risorse fresche da reperire siano pari a circa 5 miliardi. Cifra quasi equivalente a quella che serve per quota 100, che nel frattempo è confermata come misura triennale con finestre. Conti alla mano però, per arrivare al 2,04% servono ancora circa tre miliardi, e che tra l’altro devono essere capaci di avere un effetto sul deficit strutturale come chiede la commissione Ue.

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