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Man of Medan esiste ancora e lo abbiamo giocato all’E3 2019

Giu 12, 2019

Durante la Gamescom dello scorso anno, era stato mostrato Man of Medan primo capitolo della Dark Pictures Anthology. Si tratta di una antologia di videogiochi a tema horror sovrannaturale realizzati da Supermassive Games, gli stessi autori di Until Dawn, l’esclusiva PlayStation 4 uscita nel 2015 e che ha riscosso un buon successo tra critica e appassionati.

Man of Medan ripropone dunque le stesse meccaniche da avventura interattiva horror, dove le scelte rappresentano il cuore pulsante del gioco. Nessun personaggio sarà salvo, non se faremo la scelta sbagliata: è questo il mantra del filone intrapreso da Supermassive.

In occasione dell’E3 2019, presso il booth Bandai-Namco, abbiamo avuto di giocare a una demo del gioco della durata di circa venti minuti. Prima però di raccontarvi la nostra esperienza, vi delineiamo il contesto proposto da Man of Medan.

Cinque ragazzi partono per la volta dell’Oceano Pacifico, con lo scopo di ritrovare alcuni reperti della Seconda Guerra mondiale tra i fondali marini.

In particolare la scena che ci è stata mostrata – e in seguito lasciata provare – ci mostra i cinque protagonisti rilassarsi tra il dondolio delle onde notturne, raccontandosi storie di fantasmi. Un classico.

Tale sequenza serve a introdurre i diversi personaggi, ognuno dotato di un proprio temperamento. Il gioco infatti si basa esclusivamente sulla narrazione, e il gameplay si riduce nel prendere scelte legate entro un tempo limitato e in sessioni di quick time event. Insomma, per chi è nuovo al mondo di Supermassive, la loro impronta riprende quella delle opere di David Cage.


Ma ritorniamo alla demo: fatta la conoscenza dei personaggi, il gioco passa avanti fino a quando non li troviamo legati e rinchiusi in una camera della loro barca da un gruppo di uomini misteriosi, nel bel mezzo di una tempesta. Non sappiamo il motivo di questa violenza, e il resto della demo è dedicata al nostro tentativo di sfuggire da questo pericoloso imprevisto.

Non vi diremo i dettagli delle nostre scelte, per non alterare l’esperienza di un titolo che si basa in maniera fondamentale sulla narrazione, ma possiamo affermare che l’atmosfera è certamente riuscita. Il merito va in primis a un comparto tecnico sopraffino: i personaggi e le loro espressioni sono molto realistiche, con dettagli incredibili come la ricrescita della barba o il riflesso degli occhiali da vista, o l’occhio cieco dell’uomo misterioso che ci ha catturati.

Sebbene, poi, nella demo – risalente all’inizio quasi immediato del gioco – non abbiamo incontrato l’elemento horror sovrannaturale che caratterizzerà l’antologia, la scelta cromatica particolarmente tetra, impregnata di tonalità fredde e bluastre, ci ha immerso a dovere.


Resta quindi la curiosità di capire il perché i nostri protagonisti sono stati catturati, in cosa risiede l’elemento sovrannaturale. Insomma, Man of Medan non sembra distinguersi troppo da Until Dawn, ma riprende gli elementi di successo per raccontare un nuova storia, più breve ma non per questo meno immersiva, volta a tenerci in ansia per la sorte dei nostri personaggi. A differenza però del predecessore, la nuova proposta di Supermassive Games propone un cast più limitato proprio per la sua natura più concisa, composto da Shawn Ashmore, Ayisha Issa, Kareem Tristan Alleyne, Chris Sandiford e Arielle Palik, già vista un Deus Ex: Mankind Divided.

Per fortuna non sarà necessario aspettare troppo, perché Man of Medan arriverà il 30 agosto 2019 su PlayStaion 4, ma anche Xbox One e PC.

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