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Lo spread Btp-Bund sfonda quota 285 punti. Borse incerte

Mag 15, 2019

MILANO – Resta alta la tensione sul debito pubblico italiano, con lo spread che sale in parallelo all’escalation di frizioni nel governo gialloverde. Il differenziale tra il rendimento di Btp e Bund tedeschi, ormai tradizionale termometro di quanto i mercati percepiscano salda la tenuta del nostro Paese, sfonda sugli schermi di Bloomberg quota 285, portandosi per la precisione a 287 punti base dai 280 della vigilia.

A innescare questa fase di innalzamento, in un periodo già di per sé poco felice per i mercati finanziari vista la querelle tra Usa e Cina sui dazi, è stata l’uscita di ieri del vice presidente del Consiglio, Matteo Salvini, che ha definito “doveroso” lo sforamento dei parametri Ue su deficit e debito per dimezzare la disoccupazione. Una dichiarazione che ha chiamato la repentina contro-mossa di Luigi Di Maio, che si è invece schierato in nome della responsabilità invitando il coinquilino di Palazzo Chigi a evitare sparate e a concentrarsi piuttosto sui tagli agli sprechi e sul recupero di risorse dall’evasione fiscale.

Intanto, come visto, sui mercati qualche effetto si è già visto. Il Btp decennale italiano rende ora il 2,77%, mentre quello tedesco ha ampliato il suo rendimento negativo a -0,094% ai minimi dal 2016. A voler guardare un Paese più simile a noi, il decennale spagnolo non arriva all’1 per cento. Il differenziale tra Roma e Madrid è arrivato a superare 180 punti base, ai livelli della crisi con Bruxelles che aveva portato l’Italia a sfiorare la procedura di infrazione nello scorso autunno. Pochi giorni fa, Antonio Forte del Cer calcolava per Repubblicache veder salire lo spread oltre 350 punti comporterebbe un costo di quasi 750 milioni per la restante parte di quest’anno e 7,7 per il prossimo biennio 2020-2021 (complessivamente 8,45 miliardi).

L'andamento dello spread tra Btp e Bonos decennali

L’andamento dello spread tra Btp e Bonos decennali

I mercati azionari intanto prendono la via della prudenza. Wall Street (Dow +0,8%, Nasdaq +1,14%) e Tokyo (+0,58%) hanno chiuso positive, nonostante le tensioni tra Cina e Usa, soprattutto dopo l’ottimismo mostrato dal presidente Donald Trump sull’esito di un accordo tra Washington e Pechino. Londra avanza dello 0,25% nelle prime battute, Francoforte sale dello 0,22% e Parigi dello 0,13%. Milano è la più indecisa con l’indice Ftse Mib che segna -0,08%. In luce Ferragamo dopo i conti pubblicati ieri a mercati chiusi.

L’euro apre stabile sopra 1,12 dollari e frena lo yen. La moneta europea passa di mano a 1,1208 dollari e 122,94 yen. Dollaro/yen si rafforza a 109,69.

Dal fronte macroeconomico sono arrivate indicazioni di rallentamento dalla Cina, con la produzione industriale in aprile che è cresciuta del 5,4% annuo ma ad un ritmo nettamente inferiore al tasso annuo dell’8,5% registrato in marzo. Hanno perso slancio anche le vendite al dettaglio che in aprile sono salte del 7,2% ma in decelerazione rispetto al dato di marzo: +8,7%. E’ invece ritornata alla crescita la Germania, che nel primo trimestre del 2019 ha visto il Pil salire dello 0,4% congiunturale grazie ai consumi privati e agli investimenti interni nelle costruzioni.

La distensione sul fronte azionario manda l’oro in lieve calo sui mercati asiatici. Il lingotto con consegna immediata cede lo 0,1% a 1.295 dollari l’oncia. Quotazioni del petrolio in calo dopo i dati sulle scorte Usa in aumento che allentano il rialzo dei prezzi per le tensioni geopolitiche in atto: i contratti sul greggio Wti con scadenza a giungo cedono 45 centesimi sa 61,33 dollari al barile; il Brent cede 28 centesimi a 70,96 dollari.

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