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L’incognita Brexit non spaventa le Borse europee

Mar 14, 2019

MILANO – Ore 9.40. Le Borse ripartono poco mosse condizionate da una serie di dati macroeconomici arrivati tra ieri e oggi da Stati Uniti e Cina. Se negli Usa ieri le indicazioni da ordini di beni durevoli e spese per le costruzioni sono state positive e sopra le attese oggi ha invece deluso il dato arrivato da Pechino sulla produzione industriale. Nei primi due mesi dell’anno, la produzione industriale cinese è salita del 5,3% su base annua, riportando il tasso di crescita più debole in ben 17 anni. Tra i listini asiatiti Tokyo ha chiuso a -0,02%.

In Europa i fari sono puntati ancora sul Regno Unito. Il voto all’emendamento che impedisce l’uscita senza accordo ha scongiurato per il momento lo scenario peggiore, ma a questa punto l’ultima carta che il governo May può giovarsi è quella di tentare la via del rinvio della scadenza del prossimo 29 marzo. A ridosso del voto di ieri la sterlina ieri ha raggiunto i massimi da oltre sette mesi e in mattinata arretra lievemente a 1,1327 dollari. Stabile invece l’euro, a 1,1318 dollari. Gli indici europei procedono in ordine sparso: Milano è la migliore e cresce dello 0,53%, sostenuta in particolare da Leonardo che ieri ha comnunicato conti incoraggianti. Miste le altre in Europa: Londra cede lo 0,11% e Francoforte lo 0,04%, Parigi sale invece dello 0,4%.

In lieve calo lo spread: il differenziale si attesta a 247 punti base dai 249 di ier, con il rendimento del Btp decennale italiano al 2,56 per cento.

Tra i dati macroeconomici di giornata, in Germania il tasso di inflazione si è attestato a febbraio, secondo la lettura finale, all’1,5% su base annua, in leggero calo rispetto all’1,6% della stima preliminare ma comunque in lieve rialzo rispetto all’1,4% di gennaio e a fronte di una conferma dell’inflazione all’1,6% attesa dagli analisti. Sempre in Germania l’Ifo ha ridotto le sue previsioni di crescita per la Germania dall’1,1% allo 0,6% nel 2019, ma ha aumentato le stime dall’1,6% all’1,8% nel 2020. Nel pomeriggio dagli Usa il tradizionale aggiornamento settimanale sulle richieste di sussidio negli Stati Uniti.

Si mantengono sostenute le quotazioni del prezzo del petrolio dopo il calo inatteso delle scorte Usa. Il petrolio Wti resta sopra la soglia dei 58 dollari al barile, raggiunta ieri per la prima volta da inizio anno e passa di mano a 58, 42 dollari con un aumento di 16 centesimi. Avanza anche il Brent a 67,8 dollari. L’oro è in rialzo in Asia a 1.304,51 dollari l’oncia segnando un progresso dello 0,22%.

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