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Vucinic: “Dopo il derby mi sono ubriacato. Ranieri un matto, con Perrotta ho litigato”

Mag 25, 2020

Una carriera in Italia tra Lecce, Roma e Juventus. Mirko Vucinic è cresciuto con i salentini, lì è maturato e si è messo in mostra. Poi ha fatto il salto di qualità arrivando prima nella Capitale e poi vestendo il bianco e il nero della Vecchia Signora. Da Zeman a Conte, passando per Spalletti, sono tanti gli allenatori che l’hanno formato. E di tutto questo Vucinic ha parlato a Sky, partendo da un aneddoto curioso post derby contro la Lazio, quello della sua doppietta, quello della doppia sostituzione di Ranieri che tolse Totti e De Rossi all’intervallo. “Non mi aspettavo di vincere, poi il mister ha fatto quella scelta matta – inizia a raccontare l’ex giallorosso -. Ha levato il muro portante della casa, e invece ha avuto ragione. Dopo la partita abbiamo festeggiato e diciamo che non ero tanto sobrio quando sono tornato a casa. La Lazio mi portava bene, tra l’altro i miei amici più cari tifano Lazio e mi dicevano le parolacce. L’annata con Ranieri mi girava tutto bene, ma anche i primi due con la Juve li ricordo con piacere”.

Vucinic e la lite con Perrotta alla Roma

“Lo scudetto perso nel 2010 è una ferita che non passa, ci hanno preso due volte all’ultima giornata. Mi dispiace per i tifosi. Nella gara con la Sampdoria non so cosa è successo, hanno fatto due tiri e due gol. Il destino, forse. Girava voce della lite con Perrotta, abbiamo discusso nello spogliatoio ma ci siamo chiariti. Lui mi rimproverò perché non gli avevo passato la palla, io gli risposi perché sono fatto così. Dovevo starmi zitto, lui aveva più esperienza di me ed era un leader. Manchester-Roma? Quel 7-1 è inspiegabile, come tiravano facevano gol assurdi. C’era Smith che era impazzito, stava ovunque quella sera”.

Vucinic all’Inter: “Mancò la firma”

“Mancò la firma, che non arrivò. Alla fine per come è andata sono felice, non so cosa avrei trovato lì. Sono andato ad Abu Dhabi e sono stato bene. Alla Juve ero più completo, avevo più esperienza e sono entrato in una macchina da guerra. Chi ci affrontava aveva paura di noi, il merito era di Conte. Il ruolo di esterno? Se non giocavo lì, non giocavo (ride, ndr). La partita decisiva per il primo scudetto fu quella contro il Milan, ci ha fatto credere nei nostri mezzi”.

Vucinic: “Alla Juve consiglio Mbappé”

“Consiglio Mbappé alla Juve, anche se ha Cristiano Ronaldo. Non so però se il Psg vuole darlo via, uno come lui non nasce più e va al triplo degli altri. Futuro? Sto prendendo il patentino per allenare. Mi piacerebbe tornare nelle squadre dove sono stato, soprattutto al Lecce che è la squadra che porto nel cuore più di tutte. Tutti gli allenatori che ho avuto mi hanno dato qualcosa. Zeman? Con lui ti lamenti fino al sabato durante gli allenamenti, poi la domenica con la partita no (ride, ndr)”.

Vucinic: “Totti e Del Piero li racconto ai miei figli”

“Sono il calcio, poesia, sono professori, fenomeni, pazzeschi. Fanno passaggi e toccano la palla in modo diverso, è stata una fortuna giocare con loro e un giorno lo racconterò ai miei figli. Sono due leader dentro e fuori il campo”.

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