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Millennium – Quello che non Uccide: intervista a Claire Foy

Nov 9, 2018

Claire Foy è diventata famosa grazie al ruolo di Elisabetta II in The Crown per Netflix, e in questi giorni la vediamo in sala in Il Primo Uomo di Damien Chazelle, al fianco di Ryan Gosling, ma Fede Alvarez l’ha fatta diventare la nuova Lisbeth Salander, per il suo Millennium – Quello che non Uccide, e nel ruolo dell’hacker, la Foy dimostra tutto ciò di cui è capace. Non solo un’attrice adatta a ruoli composti e “domati”, ma un’interprete capace di portare sullo schermo anche l’anima nera dei personaggi.

E proprio per parlare di questo suo nuovo personaggio, l’abbiamo incontrata a Roma, in occasione della Premiere del film, svoltasi nella cornice della Festa del Cinema di Roma 2018.

Quanto è stato impegnativo diventare Lisbeth e come ti sei preparata?

“Mi è sempre piaciuta, sin dal primo film, la trovo una donna molto affascinante, ho scelto di interpretarla per conoscerla, ne ero entusiasta. Ho sempre voluto cimentarmi in qualcosa di nuovo, cambiare il mio fisico per un personaggio e fare un film d’azione è molto difficile ma allo stesso tempo è anche divertente, perché ti permette di sperimentare con i tuoi mezzi. Lisbeth è un personaggio controverso, è introversa, non le piace farsi notare, vuole essere invisibile, ma dentro ha una forte passione, la sua espressione è fuoco puro.”

Hai dichiarato che Lisbeth non è un supereroe, è una combattente e non è affezionata a nessuno. Chi è in realtà?

“Lei si sorprende sia delle sue emozioni che dei suoi sentimenti, ma davvero non le importa di nessuno (…) sinceramente se dovessi descrivere Lisbeth non direi davvero che è una di quelle che tiene alle persone. Lei può aiutare, è quello che sa fare, si sente in qualche modo di dover proteggere August, per esempio, ma di sicuro non in maniera convenzionale, come se avesse a cuore le sue sorti. È uno degli aspetti che la rendono affascinante.”

Nel tuo approccio al personaggio che influenza ha avuto il romanzo da cui il film è tratto e cosa ama o odia di Lisbeth?

“Il personaggio è come nel libro, non ho provato ad aggiungere nulla di mio. Mi è piaciuto il fatto che lei ami la musica drammatica, che sia andata ai Caraibi per un mese e mezzo e si sia ritrovata in mezzo ad un uragano, il fatto che sia una sopravvissuta. Tutta la sua storia è racchiusa nel film.”

Parliamo ancora di sentimenti, in questo caso quelli di Lisbeth verso Mikael: lei vuole lasciarsi alle spalle tutto ciò che hanno vissuto e passato insieme. Si fida ancora di lui?

“È stata innamorata di lui ma questo sentimento la sorprende, si sorprende anche del suo atteggiamento, è un po’ come tutte le cose sbagliate che si fanno a tredici anni per la prima volta. Mikael poi le spezza il cuore e non trova pià un senso in nulla, in quello che prova. Queste delusioni possono essere superate, ma a meno che tu non sia un completo idiota, non vanno mai via del tutto. In più, anche se non lo ammetterà mai, lui è un uomo fantastico, l’unica persona della quale si fidi, non riesce a mettersi contro di lui, rimangono due anime gemelle, anche se non ci sarà un lieto fine per loro, nulla di convenzionale come un matrimonio o una vita insieme.”

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