• 23 Aprile 2024 17:38

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

L’Antitrust boccia Intesa-Ubi: “Allo stato non autorizzabile”. La precisazione: “Nessuna decisione presa”

Giu 9, 2020

MILANO – L’Antitrust ritiene che la concentrazione tra Intesa e Ubi “non sia allo stato degli atti suscettibile di essere autorizzata” in quanto idonea a “produrre la costituzione e/o il rafforzamento della posizione dominante” di Intesa “in numerosi mercati” senza che l’accordo per la cessione di un ramo d’azienda a Bper “possa essere preso in considerazione, quale intervento volto a risolvere le criticità concorrenziali”.

Rep

Sono le parole che emergono dalla comunicazione delle risultanze istruttorie alle parti, visionate dall’Ansa, nell’ambito dell’istruttoria che l’Autorità sulla concorrenza e il mercato ha avviato per valutare gli effetti della proposta di acquisizione di Ubi da parte di Intesa Sanpaolo, attraverso una Offerta pubblica di scambio.

La stessa autorità con una nota fa comunque sapere che “non è stata assunta alcuna decisione” in merito alla “compatibilità” della concentrazione tra Intesa e Ubi Banca “con le regole della concorrenza”. “Allo stato”, spiega, “è stata trasmessa alle imprese interessate la sola Comunicazione delle Risultanze Istruttorie, che rappresenta la valutazione preliminare degli uffici dell’Autorità in ordine alle possibili criticità concorrenziali dell’operazione di concentrazione”.

Rep

L’offerta non concordata di Intesa “cela la volontà di eliminare un operatore temibile e conferma l’assoluto valore competitivo di Ubi”, ha argomentato Ubi davanti all’Antitrust, sulla base delle risultanze istruttorie inviate dall’authority alle parti. Secondo Ubi l’ops elimina un soggetto capace “di esercitare una significativa pressione concorrenziale” e “l’unico competitor” di medie dimensioni in grado “di creare nel breve/medio periodo un terzo polo alternativo” a Intesa e Unicredit. Diversa la posizione di Intesa Sanpaolo, secondo cui l’offerta è “connotata da profili pro-competitivi, in quanto, distanziando il posizionamento di Intesa da quello di Unicredit” può “limitare il rischio di collusione tacita e di effetti di coordinamento, tipici di contesti in cui operano pochi soggetti con analogo posizionamento”. Inoltre permetterebbe di “trasferire una parte sostanziale” delle efficienze create “ai consumatori”.

Poco più di un mese fa, l’Authority aveva avviato il suo lavoro mandando la Gdf nelle sedi delle banche coinvolte e di Mediobanca per raccogliere documenti che permettessero di inquadrare tutti i passaggi formali che hanno portato alla genesi dell’operazione, in attesa che arrivassero da parte delle autorità (oltre all’Antitrust, si tratta di Bce e Consob) i via libera all’Ops.

Rep

Proprio sul fronte autorizzativo, nel fine settimana è emerso il primo placet all’operazione da 4,86 miliardi di Intesa dalla Bce che ha inviato “l’autorizzazione preventiva all’acquisizione diretta di una partecipazionedi controllo, pari almeno al 50% del capitale più un’azione, in Ubi banca”. Un via libera che sembrava poter accelerare il lancio dell’Offerta, che Intesa vorrebbe metter sul tavolo prima della pausa agostana per evitare di incorrere in adesioni basse (considerando che il Car con il suo 20% di Ubi si è già schierato contro).

La posizione del Garante della concorrenza rischia di complicare questo piano: già inizialmente il documento dell’Antitrust aveva rilevato profili critici di concentrazione in diverse province italiane, oltre al rischio di porre fine alla “sostanziale simmetria” rappresentata dal dualismo tra Intesa Sanpaolo e Unicredit. Il gruppo compratore, per ridurre l’impatto della fusione in cantiere, si è già impegnato formalmente a vendere fino a 500 filiali del futuro polo a Bper, con cui è già stato siglato un contratto: e le connesse attività bancassicurative a Unipol, assicuratore che controlla la ex popolare emiliana.

Ora l’Antitrust, si legge nel documento che è stato anticipato da Il Messaggero, ha fissato per il 18 giugno il termine “di chiusura della fase di acquisizione degli elementi probatori” e ha autorizzato le parti a “presentare memorie scritte e documenti” fino al 15 giugno. Le parti avranno il “diritto di essere sentite innanzi al collegio”, che ha fissato nel 18 giugno la data dell’audizione collegiale. Al termine della quale il procedimento entrerà nella fase decisoria, rispetto alla quale le risultanze istruttorie non precludono alcun esito. Una volta acquisito per il parere non vincolante dell’Ivass, per il quale c’è un termine massimo di 30 giorni, il collegio dovrà chiudere entro i 60 giorni lavorativi dall’avvio dell’istruttoria il procedimento, per cui una decisione è attesa nella seconda metà di luglio.

Nelle conclusioni delle “risultanze istruttorie” l’Antitrust rileva che la concentrazione è in grado di ridurre “in maniera sostanziale e durevole la concorrenza” su una serie di mercati “in ragione dell’elevata quota di mercato e livello di concentrazione raggiunta, accompagnati da una distanza significativa dal secondo operatore di ciascuna area e in considerazione della capacità ‘disciplinante’ di Ubi nei confronti delle maggiori banche”.

L’Antitrust ritiene inoltre che “non possa essere preso in considerazione, quale intervento volto a risolvere le criticità concorrenziali dell’operazione in specifici mercati e aree territoriali, il contenuto dell’accordo sottoscritto” da Intesa e Bper, che prevede la cessione a quest’ultima di un pacchetto di 400-500 filiali. Ciò, scrive l’Antitrust, per tre ragioni: in primo luogo per la “sostanziale indeterminatezza del perimetro del ramo di azienda di Ubi, oggetto di cessione in favore di Bper”; in secondo luogo per le “incertezze in merito all’effettiva attuazione di tale accordo” qualora Intesa detenga a valle dell’offerta pubblica di scambio “il mero controllo al 50% più 1 azione del capitale sociale di Ubi”; infine per la “sostanziale inefficacia di tale accordo rispetto alle criticità in altre aree del territorio italiano, diverse dalle province del nord-ovest, su cui parimenti le quote post merger” di Intesa e Ubi “risultano di indubbia rilevanza, con specifico riferimento ad alcune CA (catchment area, mercati locali circoscritti ai bacini d’utenza, ndr) della regione Calabria e della regione Marche, nonché dell’Abruzzo”.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close