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La Tirreno-Adriatico a Roglic. Per la Sanremo l’Italia spera in Viviani

Mar 20, 2019

Eccola di nuovo. Come quella canzone degli Anni Sessanta che fa tanto primavera. Sabato 23 marzo si corre la Milano-Sanremo numero 110 con 175 corridori e 25 squadre alla partenza da via della Chiesa Rossa. Una corsa affascinante, e densa di storia, che una volta dava il via alla stagione ciclistica.

Una volta. Adesso un’altra storia. Perch oramai il ciclismo moderno gi in pista da pi di due mesi. In Australia, in Spagna, in Colombia, negli Emirati Arabi, e infine in Francia (Parigi-Nizza) e in Italia con l’ultima edizione della Tirreno Adriatico finita a San Benedetto del Tronto con la vittoria dello sloveno Roglic, con l’inglese Adam Yates beffato nella crono conclusiva per soli 31 centesimi.

Una spazio breve come un battito di ciglia, ma tanto bastato a Roglic, sempre pi lanciato verso una carriera prestigiosa. Da ex saltatore di sci, lo sloveno, 29 anni, ormai una certezza. Forte in salita, spericolato, in discesa, ottimo a cronometro, dopo aver conquistato Romandia, Paesi Baschi, Emirati e Slovenia il nuovo vincitore della corsa dei Due Mari si gi candidato per il prossimo Giro d’Italia. Correr per il podio, ha detto con la sua vocina flebile. Si vedr.

Quello che invece si gi visto, l’amaro bilancio degli italiani. Nessuno azzurro tra i primi dieci. Non era mai accaduto dalla prima edizione della Tirreno-Adriatico. Il migliore (11esimo) stato Alberto Bettiol, giovane promessa toscana che col secondo posto nella crono recupera diverse posizioni.

Vincenzo Nibali, in ritardo di condizione, solo quindicesimo. Ha faticato molto, cercando pi di migliorare la forma che raggiungere qualche risultato. Per, anche l’anno scorso, quando poi vinse a Sanremo con un exploit straordinario, non aveva poi fatto granch. Il siciliano un talento assoluto, quindi pu sempre stupire. Certo, per ora non tra i favoriti, ma forse meglio cos. Sar pi libero di inventare qualcosa, una delle sue specialit.

In questo panorama, che conferma il declino generale del nostro ciclismo, svetta invece Elia Viviani, vincitore a Foligno su Sagan e Gaviria. Il veronese, oltre che disporre di una squadra fortissima (Deceuninck -Quick Step) in una condizione strepitosa. In un arrivo in volata non dovrebbe aver concorrenti. Ma la Sanremo un po’ come il derby di Milano, sfugge a qualsiasi logica, e quindi meglio non farsi troppe illusioni. Anche se una vittoria di Viviani, in maglia tricolore, sarebbe uno spot formidabile per tutto il movimento.

Nella squadra di Viviani, c’ per il vero favorito di questa Sanremo, e cio il francese Julian Alaphilippe, vincitore di due tappe alla Tirreno-Adriatico. Lui l’osservato speciale, avr tutti contro, ma pu contare sull’ottima intesa con Viviani. Diciamo che si vedr in corso d’opera quale delle due frecce sia meglio scoccare.

Un altro da tener d’occhio Fernando Gaviria. Il colombiano uno dei maggiori sprinter in circolazione. Imbattibile negli ultimi metri, finora si nascosto. Ma va monitorato. Soprattutto da Viviani, che lo considera il suo pi temibile rivale. Altri da tenere sotto controllo sono l’olandese Tom Dumoulin, quarto a Recanati, e Greg Van Avermaet, uno che la Sanremo la conosce come le sue tasche (ne ha disputate 11).

Intanto, mentre il nostro ciclismo si fa pi piccolo, gli altri crescono. L’ultima novit viene dal Team Sky che stata acquistata dal colosso chimico Ineos guidata dall’uomo pi ricco della Gran Bretagna, il magnate Jim Ratcliffe, ciclista appassionato con un patrimonio di 25 miliardi di euro, scusate se poco. Per Sky, che entr nel ciclismo, nel 2010, un’altra tappa storica. Secondo i siti inglesi, ci sar anche un incremento di budget (da 35 a 42 milioni di euro a stagione).

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