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La Spagna piegata dal coronavirus vive l’incubo disoccupazione di massa – Il Sole 24 ORE

Mar 29, 2020

«L’economia, se lo shutdown durerà a lungo, potrebbe perdere fino a due milioni di lavoratori e il tasso di disoccupazione potrebbe anche arrivare vicino al 20%, dall’attuale 13,8 per cento», spiega Juan Carlos Higueras, della Eae Business School. Meno pessimista l’analisi di S&P’s che prevede per l’anno prossimo «un tasso di disoccupazione in aumento al 15,6%», ma che sottolinea come l’effetto negativo sia di non breve durata, con una «successiva riduzione molto graduale dei senza lavoro che non scenderanno sotto al 15% per almeno due anni».

Le misure del governo

Sanchez ha annunciato un piano di sostegno all’economia «che mobiliterà 200 miliardi di euro» e ieri, per sostenere i livelli occupazionali, il Governo ha deciso di vietare, in via straordinaria, i licenziamenti effettuati per cause legate al coronavirus e ha prorogato la durata dei contratti a tempo: «Nessuno può approfittare di questa crisi sanitaria per licenziare», ha detto il ministro del Lavoro, Yolanda Diaz.

Ma Madrid deve prima di tutto affrontare l’emergenza sanitaria, la crescita rapida del contagio e di conseguenza dei morti. La diffusione del virus sta seguendo, con qualche giorno di ritardo, il percorso allarmante già intrapreso dall’Italia: in Spagna sono già morte quasi 6.500 persone. I casi complessivi di Covid-19 sono saliti a oltre 78mila. Negli ospedali i reparti di terapia intensiva sono ormai pieni (così come le camere mortuarie), mentre almeno 10mila, tra medici e infermieri, sono stati contagiati.

La Spagna e l’Europa

Per tornare alla normalità, anche la Spagna avrà bisogno di mesi. Poi i segni del passaggio del coronavirus continueranno a vedersi nel tessuto sociale e nell’attività economica: la pandemia allarga le distanze tra le fasce di popolazione più ricche e quelle più povere; e rischia di compromettere, per anni, la capacità produttiva delle imprese. «Il governo deve fare di tutto per garantire la liquidità delle aziende e deve dare aiuto alle persone più in difficoltà. Temo che il nuovo Qe della Banca centrale europea serva a poco e credo che misure come l’helicopter money siano una vera cretinata», spiega ancora Fernandez, tratteggiando un intervento pubblico «alla Mario Draghi»: «Non c’è dubbio che il debito pubblico aumenterà, ma per salvare la capacità produttiva, i livelli occupazionali e in definitiva per mantenere la coesione sociale, non c’è altra strada». Ma a chi toccherà pagare il conto? «Sanchez – conclude Fernandez – ha avviato un piano da 200 miliardi, ma la Spagna da sola non ce la può fare. Senza l’Europa, senza un meccanismo di solidarietà continentale, la Spagna verrebbe travolta dal debito e non potrebbe più rialzarsi».

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