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La Cina tende la mano agli Usa sui dazi, Borse positive. Petrolio sale con i tagli Opec

Dic 6, 2019

MILANO – Ore 10.30. La settimana economico-finanziaria si avvia alla conclusione con una schiarita sul fronte della trattativa commerciale tra Stati Uniti e Cina. Pechino ha infatti deciso di escludere alcuni prodotti dall’aumento dei dazi sull’import Usa. Nel dettaglio, riferisce un comunicato del governo cinese, “la commissione sulle tariffe doganali sta attuando l’esclusione di alcuni semi di soia, maiale e altre materie prime, sulla base della domanda delle imprese”. Spunti che hanno contribuito in mattinata a sostenere i listini asiatici, dove Tokyo ha concluso gli scambi in rialzo dello 0,23%.

In Europa l’avvio è positivo malgrado i dati poco incoraggianti arrivati ancora dall’economia tedesca. Dopo i dati negativi sugli ordini diffusi ieri, oggi sono arrivati quelli sulla produzione industriale, scesa a ottobre dell’1,7% e sotto le attese degli analisti. Milano sale dello 0,27%, Londra cresce dello 0,76%, Francoforte sale dello 0,3% e Parigi dello 0,5%.

Tra gli altri dati macroeconomici di giornata l’Istat registra una lieve flessione delle vendite al dettaglio in ottobre, con un calo congiunturale dello 0,2%, sia in valore sia in volume, spinto soprattutto dai beni non alimentari (-0,5% in valore e -0,4% in volume), mentre per i beni alimentari si registra un contenuto aumento (+0,1% in valore e +0,2% in volume). Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno invece si registra una crescita complessiva dell’1% in valore e dello 0,8% in volume.

Mentre il governo è ancora alla ricerca della quadra sulla Manovra, lo spread è in lieve calo a 166 punti, con il rendimento del titolo decennale all’1,37%.

Tra le commodities in lieve calo le quotazioni de petrolio nel giorno del meeting Opec “esteso” anche ai produttori che non fanno parte del cartello. Dalla riunione è atteso un accordo sul prolungamento dei tagli alla produzione che dovrebbe sostenere i prezzi del greggio. In mattinata i contratti sul Wti con scadenza a gennaio vengono scambiati a 58.39 dollari in calo di 4 centesimi e quelli sul Brent a 63,27 dollari in flessione di 12 centesimi.

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