• 28 Marzo 2024 20:55

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Juve-Napoli, quel dito medio e la rivoluzione «scostumata» di Sarri

Apr 23, 2018

La rivoluzione non un pranzo di gala, diceva il Grande Timoniere. Non dunque gradito l’abito scuro, niente giacca e cravatta per sedersi al tavolo: meglio una tuta che la divisa per eccellenza dei movimenti operai del Novecento. Se vi servono chiarimenti sul dress code, chiedete pure a Maurizio Sarri: alla sua tuta che a Napoli, da tre anni a questa parte, si pensa quando qualcuno tira in ballo il concetto di rivoluzione. Pi che a Masaniello, a Eleonora Pimentel Fonseca o a Gioacchino Murat. Oggi pi che mai, dopo che il suo Napoli andato a vincere 1-0 a Torino contro la Juventus, riducendo a -1 la distanza dalla capolista, quando mancano quattro giornate alla fine del campionato e, nella citt pi superstiziosa d’Europa, tutto un citare Mourinho, tutto un non succede, ma se succede.

Sarri la rivoluzione in campo, con l’ortodossia ostinata del suo 4-3-3, un gioco a zona fondamentalista che forse neanche Sacchi e Zaman, i proverbiali 33 schemi su palla inattiva e quel tiki taka vertical che diversi tecnici stranieri sono andati a studiare a Castel Volturno. Sarri la rivoluzione fuori dal campo, con una carta d’identit che parla di Toscana rossa, il padre gruista all’Ilva di Bagnoli, la carriera in banca abbandonata per la passione calcistica, un cursus honorum raro esempio di mobilit sociale (trovatelo voi, in Italia o all’estero, un altro allenatore partito dai dilettanti e arrivato a giocarsi il titolo), una certa idea di sinistra, l’endorsement per Maurizio Landini, la passione per una certa letteratura. Un’anomalia grande quanto il Palazzo dei Soviet per il calcio nell’epoca della sua riproducibilit in pay tv. Una personalit inattuale che – sui social – diventa tendenza, animando gruppi da 75mila iscritti su Facebook come Sarrismo – Gioia e rivoluzione, ispirando slogan come Fino al palazzo, portando l’estetica dell’Ottobre Rosso sulle curve del San Paolo e una sigaretta autografa nel rap di Nasta da 123mila visualizzazioni su YouTube.

Maurizio Sarri risponde al dito medio di un tifoso della Juventus (Space 24)

L’insostenibile leggerezza del dito medio

Ma dal Mister che sul web, grazie al Photoshop, fuma assieme al Che scordatevi il politically correct. L’ultima prova la si avuta domenica, a una manciata di minuti da Juventus-Napoli: il pullman degli azzurri arriva all’Allianz Stadium, un capannello di tifosi bianconeri gli tira contro improperi e gestacci, Sarri a dito medio risponde con dito medio, in una specie di porgi l’altra guancia riveduto e (s)corretto. A partita conclusa, spiegher cos il gesto: Ho risposto a un gruppo di persone che ci stavano sputando e insultando in quanto napoletani, ma non c’entrano niente i tifosi juventini, non c’entra niente il tifo.

“Il dito medio? Ho risposto a un gruppo di persone che ci stavano sputando e insultando in quanto napoletani, ma non c’entrano niente i tifosi juventini.”

Maurizio Sarri

Fenomenologia di un gesto, da Cash a Cattelan

Il tema scivoloso. C’ chi tira in ballo l’inopportunit della reazione del personaggio pubblico alle provocazioni della folla che, come in Manzoni, soltanto massa irrazionale capace di atti violenti. Per il personaggio pubblico, al contrario, a grandi poteri, come in Spiderman, corrispondono grandi responsabilit, il comandamento deve essere abbozzare, smorzare i toni, parlare a nuora perch suocera intenda. Perch, per dirla con l’accoppiata De Sica-Zavattini, I bambini ci guardano. C’ chi, come lo scrittore e tifoso azzurro Maurizio De Giovanni, tesse l’elogio del dito medio, ma non sempre, non a tutti i costi: solo in quanto legittima difesa di fronte a uno screanzato che ti insulta. E poi ci sono quelli che condividono sui social la foto del gesto sopra le righe di Sarri, inteso come un dito medio puntato contro il Palazzo, il Sistema, il Potere o comunque vogliate chiamare tutto ci che la Juve pu rappresentare agli occhi di chi anti-juventino. Un dito medio concettuale, insomma, come quello che il fuorilegge del country Johnny Cash indirizz all’obiettivo del fotografo che, poco prima dell’esibizione nel carcere di San Quintino, gli chiedeva di esprimere un giudizio sulle autorit del penitenziario. O, se preferite, come quello che l’artista Maurizio Cattelan ha piazzato a piazza Affari, proprio davanti al palazzo della Borsa.

L’istallazione L.O.V.E di Maurizio Cattelan davanti al Palazzo della Borsa di Milano (Imagoeconomica)

Dalla parte del torto

Comunque la mettiate, lasciamoci alle spalle l’episodio e godiamoci le ultime quattro giornate di un campionato di sicuro meno noioso di quello che sembrava fino a una settimana fa. Sarri fiorentino di Figline Valdarno e i fiorentini, come diceva Vasco Pratolini, sanno essere faziosi, beceri e geniali come nessun altro. Che si tratti di fumare in autobus, litigare col quarto uomo per un fallo laterale negato o innescare polemiche sull’omofobia. Se poi volete proprio provare a caprire le ragioni di Sarri, sedetevi dalla parte del torto come faceva un’altra icona della sinistra europea di nome Bertolt Brecht. Una cosa chiara a questo punto del percorso: la rivoluzione (in campionato), se mai verr, sar scostumata.

© Riproduzione riservata

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close