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Intesa-Ubi, dopo l’Antitrust ritoccato al rialzo il numero di filiali dirette a Bper

Giu 15, 2020

MILANO – Rivista al rialzo la fetta di filiali che Bper acquisirà da Intesa Sanpaolo qualora questa riesca a condurre in porto l’Offerta pubblica di scambio per Ubi. Dopo l’intervento dell’Antitrust, che a giudicare dalle prime rilevanze sull’operazione ha rimarcato ampi profili critici per quel che riguarda la concentrazione e la concorrenza, la banca emiliana ha ritoccato al rialzo l’accordo integrativo con Intesa Sanpaolo nell’ambito dell’Ops su Ubi Banca.

Prevede ora un “limitato ampliamento del Ramo a 532 filiali a fronte delle 400-500 originariamente indicate”. “Il Ramo – si legge in una nota – sarà composto da depositi e raccolta indiretta da clientela stimati rispettivamente in circa 29 miliardi e 31 miliardi e da crediti netti stimati in circa 26 miliardi”. Per oltre il 70% si tratterà di “clientela basata nelle regioni settentrionali “.

Come riportava Repubblica nei giorni scorsi, dopo l’emergere delle prime indicazioni dall’Autorità dei mercati l’istituto guidato da Carlo Messina non ha deposto le armi e si è anzi messo in cerca di più ampi rimedi alle obiezioni sul fatto che la fusione con Ubi sia lesiva della concorrenza. L’obiettivo resta quello di far partire l’offerta tra giugno e luglio, per evitare di restare intrappolati in agosto – mese storicamente dalla bassa operatività – che potrebbre pregiudicare il buon esito dell’operazione.

La cessione delle filiali a Bper prevede anche una triangolazione con Unipol (primo azionista della banca emiliana) che assorbirebbe le attività bancassicurative. Dalle ultime indiscrezioni, però, ci si attendeva un ritocco più consistente, arrivando a superare le 600 unità che sarebbero state cedute a Bper. Resta poi da vedere quali impegni ulteriori Intesa Sanpaolo porterà sul tavolo dell’Authority.

Secondo l’annuncio ufficiale odierno, l’accordo Integrativo siglato tra Bper e Intesa Sanpaolo in relazione all’Ops su Ubi Banca prevede che gli impieghi addizionali stimati, pari a circa 4,5 miliardi, saranno costituiti esclusivamente da impieghi in bonis. Inoltre è stato rideterminato il meccanismo di calcolo peri il corrispettivo del ramo d’azienda rilevato, pari a 0,55 volte il valore del Common Equity Tier 1 dello stesso e al 78% del ‘multiplo implicito’ riconosciuto da Intesa Sanpaolo per il Common Equity Tier 1 di Ubi Banca. L’accordo integrativo siglato tra Intesa e Bper conferma che il corrispettivo per il ramo d’azienda sarà pagato “per cassa” e finanziato tramite l’aumento di capitale in opzione riservato agli azionisti di Bper per un importo massimo previsto di 1 miliardo, già approvato in assemblea lo scorso 22 aprile.

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