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Intesa Sanpaolo lancia un’offerta su Ubi Banca da 4,9 miliardi

Feb 18, 2020

MILANO – Un annuncio clamoroso nel mondo del credito. Intesa Sanpaolo, la prima banca italiana, guidata dall’amministratore delegato Carlo Messina, ha lanciato nella serata un’offerta pubblica di scambio su Ubi Banca, la quarta banca del Paese. Una mossa inaspettata, annunciata dopo il consiglio d’amministrazione dell’istituto, che fa ripartire il risiko bancario. Intesa offrirà 17 azioni proprie ogni 10 azioni di Ubi, per un corrispettivo che – ai prezzi di chiusura delle azioni Intesa di venerdì 14 febbraio – corrisponde a una valorizzazione di 4,25 euro contro i 3,33 della chiusura di Ubi, con un premio del 27,6% sul valore di Borsa di quel giorno. L’offerta non è concordata con Ubi, ma non si tratta – sottolineano fonti vicine a Intesa – di un’offerta ostile.


Proposto a Massiah un ruolo nel management del futuro Gruppo

“Intesa Sanpaolo – si legge in un comunicato – considera UBI Banca tra le migliori banche italiane, radicata nelle regioni italiane più dinamiche, con rilevanti risultati conseguiti grazie all’eccellente lavoro svolto dal Ceo (Victor Massiah, ndr) e dal management e con un valido Piano di Impresa, che nel Gruppo risultante dall’operazione possono trovare non solo continuità di realizzazione ma anche ulteriore valorizzazione”. E poi: “Ubi Banca si contraddistingue per le affinità con Intesa Sanpaolo, in particolare per quanto concerne modello di business e valori aziendali, anche perché molte persone del management di UBI Banca hanno avuto un percorso professionale che in precedenza si è svolto nel Gruppo Intesa Sanpaolo”.

Victor Massiah

Victor Massiah

L’operazione ambisce, secondo quanto spiega un comunicato di Intesa, a rafforzare il profilo del Gruppo come principale operatore bancario in Italia: “Il modello di business, il posizionamento di mercato e la copertura territoriale, il set di valori condivisi dal management, il forte orientamento al supporto dell’economia italiana e alla crescita sostenibile e inclusiva e la forte presenza di stakeholder italiani rendono Ubi Banca un’azienda che esprime in larga parte un profilo omogeneo a quello dell’Offerente (ossia la stessa Intesa, ndr) e, quindi, un’azienda la cui integrazione potrebbe avvenire in maniera fluida”.

Sempre nei documenti approvati ieri da Intesa, che ha come advisor Mediobanca e lo Studio Pedersoli, si legge che le sinergie previste per la possibile fusione di Ubi nel Gruppo sono, a regime, di 730 milioni di euro lordi l’anno e che il Gruppo con questa operazione potrebbe arrivare a un utile consolidato superiore ai 6 miliardi di euro a partire dal 2022.


Come prevenire possibili problemi Antitrust

Per evitare possibili problemi di Antitrust, Intesa ha già stipulato accordi con la Bper, che, se la fusione andrà in porto, prenderà tra i 400 e i 500 sportelli appartenenti a Ubi, e con Unipol, che potrebbe invece rilevare alcune attività assicurative.

“Per prevenire il sorgere di situazioni rilevanti ai fini antitrust – si legge nel comunicato – l’operazione include un accordo vincolante sottoscritto da Intesa Sanpaolo con Bper Banca, che prevede la cessione di un ramo d’azienda costituito da un insieme di filiali del Gruppo risultante dall’operazione (nell’ordine di 400-500 filiali) e dai rispettivi dipendenti e rapporti con la clientela, per un corrispettivo in denaro corrispondente al 55% del patrimonio in termini di Common Equity Tier 1 del ramo (soggetto ad aggiustamento in sede di perfezionamento)”.

“Bper Banca, che Intesa Sanpaolo considera egualmente tra le migliori banche italiane, con un valido management, valori aziendali affini a Intesa Sanpaolo e una connotazione italiana dell’azionariato concorrerà così a rafforzare il supporto all’economia del Paese. L’operazione include anche un accordo vincolante con UnipolSai Assicurazioni, che prevede la cessione per un corrispettivo in denaro di attività assicurative afferenti al predetto ramo d’azienda”.

Alla riapertura dei mercati ci sarà attesa per la reazione di Ubi, considerata fino ad oggi un ‘cacciatore’ e non una ‘preda’ nel gioco delle combinazioni tra banche.


“Previste assunzioni di 2500 giovani”

Tra i benefici dell’operazione “per le persone del Gruppo”, si legge ancora nel comunicato, sono previste “assunzioni di 2.500 giovani”, a fronte di 2030 uscite, “per supportare la crescita del Gruppo promuovendo il ricambio generazionale e sostenendo l’occupazione, con un rapporto di un’assunzione ogni due uscite volontarie; accresciuta attrattività per nuovi talenti e maggiori opportunità di crescita professionale e di carriera”.

Intesa Sanpaolo sottoporrà la proposta di delega per l’aumento di capitale al servizio dell’offerta per l’acquisto di Ubi banca all’approvazione dell’assemblea straordinaria dei soci convocata per il prossimo 27 aprile. Il cda dell’istituto poi delibererà l’aumento di capitale “nei più brevi tempi tecnici dopo l’ottenimento delle autorizzazioni”, si legge in una nota di Intesa Sanpaolo.

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