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Intel: open source chiave per sfruttare l’hardware

Mag 16, 2019

Durante l’Open Source Technology Summit (OSTS), Intel e i giganti del settore hanno parlato di open source, di come ottimizzare il software per le architetture di Intel e delle tecnologie che guideranno l’evoluzione nel campo dell’intelligenza artificiale, del machine learning e non solo.

“L’open source alimenta l’infrastruttura software-defined che ha trasformato il mondo dei datacenter e ha dato vita all’era incentrata sui dati. Oggi, la stragrande maggioranza del cloud pubblico gira su software open source; i nuovi contributi di Intel sono pronti a traghettarvi in un futuro dove tutto è definito dal software, compresi nuovi settori come quello automobilistico, industriale e il mercato retail”, ha dichiarato l’azienda.


Imad Sousou, vicepresidente corporate e general manager della divisione System Software Products di Intel, ha illustrato anzitutto dell’iniziativa ModernFW, nata con l’obiettivo di rimuovere il vecchio codice dal firmware di avvio e renderne modulare la progettazione al fine di favorire una maggiore scalabilità e sicurezza. Si punta quindi a un firmware per piattaforme server cloud che sia aperto, moderno, veloce e partecipato. ModernFW è basato su TianoCore.

“Fornendo un codice sufficiente per avviare il kernel, questo approccio può ridurre l’esposizione ai rischi di sicurezza e garantire una gestione più semplice per gli utenti”, ha spiegato l’azienda.

L’altra novità si chiama rust-vmm, un insieme di componenti hypervisor comuni sviluppati da Intel con i leader del settore tra cui Alibaba, Amazon, Google e Red Hat per avere hypervisor destinati a casi d’uso specifici.

Intel ha rilasciato insieme ai partner un hypervisor cloud “special purpose” basato su rust-vmm per offrire una tecnologia container più sicura e con prestazioni più elevate, pensata per ambienti cloud nativi.


La casa di Santa Clara si sta inoltre impegnando a contribuire con i propri sviluppatori al codice di alcuni progetti open source, oltre al kernel Linux. L’azienda ha intenzione di contribuire a progetti come bash, chrony, the Fuzzing Project, GnuPG, libffi, the Linux Kernel Self Protection Project, OpenSSH, OpenSSL e il linguaggio di programmazione R.

Intel ha inoltre presentato la Developer Edition della distribuzione Clear Linux OS, una versione con un nuovo installer e store, che raccoglie i toolkit per dare agli sviluppatori “un sistema operativo con tutte le funzionalità hardware Intel già abilitate”. L’azienda ha inoltre espanso i casi d’uso di Clear Linux per fornire un’integrazione end to end e ottimizzazione per le funzioni hardware e i carichi di lavoro che supportano gli stack software Deep Learning e Data Analytics.

Il Deep Learning Reference Stack è uno stack open source integrato e altamente performante ottimizzato per i processori Xeon Scalable. Include Deep Learning Boost (DL Boost) ed è stato pensato per accelerare i casi d’uso legati all’intelligenza artificiale come il riconoscimento di immagini, la rilevazione di oggetti, il riconoscimento vocale e la traduzione delle lingue.

Anche il Data Analytics Reference Stack è stato sviluppato per consentire alle imprese di analizzare, classificare, riconoscere e processare una grande quantità di dati ottenuti su piattaforme Xeon Scalable usando Apache Hadoop e Apache Spark.

L’azienda ha infine annunciato Robot SDK per semplificare il processo di creazione di soluzioni robotiche e di automazione basate sull’AI, con uno stack per la computer vision ottimizzato.

Con oltre 15.000 ingegneri software, Intel ritiene di essere “in una posizione unica per riunire i principali attori del settore e affrontare la complessità di lavorare su diverse architetture e carichi di lavoro e favorire implementazioni più rapide delle innovazioni su larga scala. Il software rappresenta un pilastro tecnologico fondamentale per Intel ai fini di sfruttare a pieno i progressi sul fronte delle architetture, dei processi, delle memorie, delle interconnessioni e della sicurezza”.

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