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Hellboy: The Board Game. La recensione.

Ago 14, 2019

Hellboy: The Board Game, distribuito in italia da Cosmic Games, è un gioco in scatola collaborativo che porta sul tavolo le vicende dell’omonimo fumetto e vi permetterà di vestire i panni degli agenti del B.P.R.D.

In Hellboy: The Board Game i giocatori, da 1 a 4, vestiranno i panni di un agente del “Bureau for Paranormal Research and Defence”, nel tentativo di indagare e fermare fenomeni che vanno al di là delle competenze delle normali forze governative: ogni round i giocatori dovranno decidere, in maniera collaborativa, il miglior modo per affrontare le minacce che ogni volta si porranno loro davanti.

A complicare ulteriormente il tutto la necessità di dover agire il più velocemente possibile per evitare di trovarsi a dover affrontare l’inevitabile Boss Finale senza l’adeguata preparazione.

Hellboy: The Board Game. I Materiali

Prima di entrare nel dettaglio di Hellboy: The Board Game andiamo a parlare delle sue componenti. La scatola si presenta di dimensioni medio grandi: abbastanza ridotta da poter essere portato in giro con facilità ma, allo stesso tempo, non abbastanza da poter essere tenuto in mano senza troppi problemi.


Andando ad aprire il contenitore, i primi elementi che troviamo sono due piccoli volumi: il primo, otto pagine, è dedicato alla possibilità di giocare una partita introduttiva mentre nel secondo composto da trentadue pagine vengono illustrate tutte le regole del gioco. Entrambi i volumi sono in lingua inglese, per chi non mastica la lingua di albione è disponibile un file contenente il regolamento tradotto disponibile in download. (NB: al momento in cui vi scriviamo, è stato annunciato che presto sarà disponibile anche un file di traduzione delle carte)

Facciamo subito un paio di considerazioni: non siamo convinti che aver diviso in Hellboy: The Board Game le regole su due volumi sia stata un’idea saggia.

Infatti non solo quello che viene presentato nel volume introduttivo verrà poi riportato anche nel secondo volume ma, se decidessimo di voler giocare questa partita tutorial (una variante semplificata della prima missione), saremo subito posti di fronte ad un bivio: seguire in modo totalmente pedissequo quanto esposto (fino a non tirare i dadi) o provare a giocare la suddetta partita.

Nel primo caso questo comporterà, banalmente, che non avremo modo di vedere davvero come si sviluppa il gioco. Nel secondo invece finiremo inevitabilmente per prendere decisioni e/o ritrovarci in situazioni non previste dal piccolo volume e dover consultare il manuale delle regole per capire cosa fare.

Detto ciò la nostra personale opinione è di mettere da parte il volume più piccolo di Hellboy: The Board Game, leggere il regolamento completo e lanciarsi subito nel gioco: probabilmente vi troverete a dover spulciare ogni tanto il libro delle regole, ma la stessa cosa avverrà se giocherete il tutorial.

Piccola nota negativa è l’assenza di un indice analitico in fondo al volume. Intendiamoci, nulla di realmente penalizzante ma, alle volte, sarebbe comodo sapere subito dove trovare una specifica regola invece che dover sfogliare tutto il volume solo perché non ricordavamo dove la suddetta era contenuta (ad esempio: le regole su come funzionano i Frog Swarm sono presenti in due capitoli diversi: con un indice alla mano sarebbe più facile capire dove andare a cercarle).

Messi da parte i due volumi, troviamo tutte le plance di gioco in cartone. Divise in due “categorie” (stanze e, a doppia faccia, la scheda HQ/Scontro Finale) poco abbiamo da dire sulla loro qualità: la grammatura è sufficientemente alta da trasmettere la giusta sensazione di consistenza e permette in effetti di maneggiare le diverse parti senza troppe preoccupazioni.

Sull’aspetto grafico invece abbiamo un doppia valutazione: sebbene i diversi elementi siano dipinti in modo da ricordare il fumetto a cui il gioco si ispira, allo stesso tempo abbiamo avuto la sensazione che siano fin troppo minimalisti nella loro resa grafica.


Molto ben strutturata e funzionale invece la scheda di gioco: in uno spazio ridotto permette di gestire facilmente tutto quello che avviene nel gioco.

Da segnalare un piccolo aspetto che ci ha fatto storcere il naso: una volta defustellate, le diverse parti in cartonenon avranno un alloggio dedicato all’interno della scatola. Questo comporta che qualora siate, come vi scrive, tra coloro che amano portare a casa di amici i propri giochi, questi elementi verranno sballottati all’interno della confezione.

A seguire troviamo i primi veri elementi di gioco: dadi e miniature. Sui primi torneremo dopo, quando verrà illustrato il meccanismo di gioco, sulle altre invece possiamo dire che ci hanno lasciati positivamente impressionati.

Sebbene non facciano gridare al capolavoro, sono elementi decisamente di valore; sebbene non particolarmente ricche di dettagli, sono molto ben caratterizzate e, anche senza essere dipinte, sanno essere molto distintive: nelle mani di qualcuno dotato di una minima capacità pittorica possono diventare dei piccoli gioielli.

In tutta onestà le uniche che non ci hanno colpito positivamente sono quelle che rappresentano i Frog Swarms: talmente poco caratteristiche che ad una prima occhiata invece che rane ci erano sembrati dei topi.


Nota positiva invece sulla parte gestionale di Hellboy: The Board Game: ogni singola miniatura dispone di un alloggio dedicato dentro il supporto in plastica: questo comporterà che questi elementi saranno sempre protetti da eventuali urti (cosa non da poco qualora voleste dipingerle) e che al termine della partita ognuna di esse avrà un proprio posto dedicato.

Da segnalare che il contenuto della scatola base riprende una delle storie presenti nel fumetto di Hellboy (Il seme della distruzione): questo comporta che gli elementi presenti si “limitano” a riproporre quelli mostrati nel fumetto: la conseguenza è che, boss esclusi (Rasputin, Giant Frog Monster e Tentacles of Sadu Hem), la tipologia di avversari presenti si riduce a quattro (ciascuno presente con 3 miniature) a cui si aggiungono i Frog Swarms. In realtà non è nulla di veramente negativo: infatti nel corso della campagna kickstarter sono stati sbloccate numerose espansioni non esclusive che molto probabilmente verranno immesse in futuro sul mercato.

Abbiamo poi le 4 schede dei personaggi (Hellboy, Liz Sherman, Abe Sapien e Johann Kraus) su cui torneremo in fase di spiegazione: per ora ci limitiamo a segnalare che, a differenza degli altri elementi in cartone, sono molto sottili e che, sebbene una volta sul tavolo non vengano mai più mosse, è meglio trattarle con delicatezza.


Ulteriore elemento presente in Hellboy: The Board Game sono le carte. Ben 125, suddivise in 8 diverse tipologie e in due formati, anche qui riprendono in maniera efficace lo stile fumettoso che caratterizza tutto il gioco: al contrario degli elementi cartonati, qui l’aspetto grafico è decisamente ricco. Da segnalare che talvolta, soprattutto in quelle più piccole, può risultare difficile la lettura del contenuto; inoltre, come spesso accade nei GdT, anche qui questi elementi non gradiscono particolarmente una mescolata troppo energica: per evitare che si segnino è opportuno usare il sistema di “rimescolamento” all’americana. Consiglio personale: investite in bustine protettive, anche perché lo spazio per riporle non manca.

Abbiamo poi tutta una nutrita serie di token, segnalini, cubetti in plastica ed elementi scenici in cartone che verranno utilizzati durante le partite. Al riguardo abbiamo solo una piccola considerazione da fare: quelli che “simulano” gli elementi scenici rischiano di risultare insufficienti nelle missioni più ampie. Vero, il regolamento prevede che nel caso avvenisse basterà non schierare l’elemento in questione, ma è altrettanto vero che nelle fustelle c’è abbastanza spazio per aggiungere altri elementi. E visto che, spesso, vengono coinvolti in alcune meccaniche del gioco averne qualcuna in più male non avrebbe fatto.


Ultima componente presente nella scatola di Hellboy: The Board Game sono i sei pacchetti “Case File”: questo è un elemento che ci è piaciuto molto. Di fatto riprendono il concetto di caso poliziesco: si tratta di veri e propri pacchetti di carte sigillati di cui è possibile, inizialmente, leggere solo la prima carta. Qui verrà data un’idea generale di cosa dovremo affrontare, della difficoltà della missione e della sua durata prevista (corta, media, lunga). Le restanti carte verranno lette nel corso della partita: a seconda di come si evolverà la situazione potremmo doverle usare tutte o saltare direttamente ad una specifica carta. Come cosa ci è piaciuta molto: sopratutto la prima volta che affronteremo una missione, l’elemento sorpresa sarà molto incisivo e stimolante. E anche qualora si affronterà nuovamente la stessa missione non è assolutamente detto che tutto proceda come le volte precedenti. Certo questo non rende il gioco eterno, ma sicuramente contribuisce ad allungarne la longevità.

Come per le miniature, anche tutte queste componenti hanno degli alloggi dedicati nel loro supporto in plastica. Purtroppo, è giusto dirlo, all’interno della scatola è fornito una sola busta zip-lock: consigliamo di procurarvene altre in modo da rendere più immediata la divisione delle diverse componenti ed evitare fastidiosi mescolamenti

Set Up

La fase di set up di Hellboy: The Board Game non è facile da definire. Questo perché, affianco ad alcuni elementi fissi, ci saranno parti variabili in funzione del File Deck scelto.

Negli elementi costanti ci saranno la selezione dei personaggi, del loro equipaggiamento standard, di eventuale equipaggiamento aggiuntivo (o agenti di supporto) e dei Cubetti Azione. Questione di meno di un minuto.

La parte variabile invece, come detto, dipenderà dal caso scelto: per ognuno di questi la prima carta riporta le istruzioni da seguire, gli elementi da introdurre ed eventuali regole speciali. Di conseguenza di volta in volta ci verrà richiesto di creare un determinato ambiente di gioco, preparare la plancia secondo determinati criteri e, soprattutto, di costruire i mazzi di carte in base a quanto ci verrà detto.

Qui il tempo di preparazione si allunga sensibilmente, anche se non diventa mai troppo lungo: pochi minuti. In effetti la parte che prenderà più tempo sarà quella di sfogliare i diversi mazzi di carte e selezionare quelle indicate. In funzione del numero dei giocatori/agenti ogni missione richiederà di “costruire” un certo mazzo e, così facendo, di bilanciare la sfida offerta.

A tal proposito segnaliamo che le carte da usare di volta in volta vengono indicate con delle rune: indubbiamente una scelta evocativa, ma che rischia di risultare poco funzionale.

A quanto sopra si aggiunge un’ulteriore fase di set-up secondario che interverrà nel momento in cui saremo chiamati al Confronto Finale: dovremo infatti ribaltare la plancia di gioco HQ (eliminando quanto presente) e preparare la nuova situazione e il mazzo di comportamento del Boss. Anche qui vale un po’ quanto detto sopra: questione veramente di poco tempo, ma le rune possono risultare un po’ ostiche da leggere..


Nota bene: per giocare comodamente, soprattutto in alcune missioni di Hellboy: The Board Game, potrebbe essere necessaria un’ampia superficie; tra plancia di gioco, ambiente, schede dei personaggi, miniature, mazzi e tutto il resto meglio partire con un discreto spazio disponibile.

Gli agenti

Per poter capire per bene come funziona Hellboy: The Board Game, dobbiamo prima parlare dell’elemento che ogni giocatore avrà tra le mani: l’agente B.P.R.D.

Ognuno di essi è caratterizzato da quattro elementi principali, cui si affianca l’equipaggiamento di partenza: Abilità, Regole Speciali, Azioni Uniche, Salute.

Il primo elemento, va da sé, descrive i campi in cui il nostro alter ego è più o meno forte; uguali per tutti (corpo a corpo, tiro, osservazione e difesa) si sviluppano su una scala di tre livelli, ciascuna indicata da un preciso colore: medio (giallo), abile (arancio) e super-umano (rosso). Di fatto questo indicherà il tipo di dadi che dovremo usare quando saremo chiamati a testare una delle suddette abilità.


Regole Speciali e Azioni uniche invece sono gli elementi distintivi di ciascun agente: le vere e proprie unicità che differenziano ciascuno di essi. Ad esempio Hellboy sarà resistente al fuoco e potrà “sfottere” gli avversari per diventarne il bersaglio; d’altro canto Liz potrà lanciare temibili fiammate. Onestamente abbiamo trovato le singole parti molto caratteristiche e sufficientemente ben pensate da rendere in modo adeguato ogni personaggio e, allo stesso tempo, variegato il modo di affrontare il gioco

L’ultimo elemento, la Salute, indica quanto ogni Agente può subire prima di avere dei problemi: inizialmente il counter si riempirà senza alcuna conseguenza. Quando sarà pieno ogni ulteriore danno comporterà (in modo casuale) un effetto negativo sulle Abilità o potrà persino limitare la capacità di agire del nostro agente. Nella peggiore delle situazioni il nostro alter ego finirà KO.

Su e giù

Ultimo elemento necessario per inquadrare Hellboy: The Board Game è il funzionamento dei dadi.

Come detto in precedenza questi si presentano in tre coloribase (giallo,arancio e rosso) a cui si aggiungono i dadi neri: useremo un certo set o un altro in funzione di quanto saremo più o meno bravi in un certo tipo di azioni.

Facendo un esempio: Hellboy sarà molto bravo nel corpo a corpo (dadi rossi) ma decisamente scarso a sparare (dadi gialli).

Questa maggiore o minore abilità in gioco è resa dalla presenza, a seconda del colore usato, di un maggiore o minore numero di risultati positivi o di spazi vuoti; mano a mano che si sale di categoria le facce prive di valori diminuiscono e i possibili risultati aumentano: ad esempio i dadi gialli presentano tre facce vuote e sulle altre riportano solo “1” come risultato, mentre i dadi neri arrivano ad un risultato massimo di quattro e non hanno facce prive di numeri.


Oltre a questi dadi “base” esiste in Hellboy: The Board Game un dado speciale: da usare in ogni test permetterà di applicare effetti positivi o, in un solo caso, infliggerà un malus.

Da segnalare che tra i risultati positivi ce n’è uno dalla doppia applicazione: il simbolo B.P.R.D. Questo ci permetterà di scegliere una qualsiasi delle altre facce del dado speciale o, a seconda del personaggio, di ottenere degli effetti particolari. Ad esempio, giocando Hellboy, se in corpo a corpo dovessimo ottenere la faccia che riporta il suddetto simbolo potremo scegliere di curarci.

L’effetto negativo invece avrà risvolti diversi a seconda della situazione in cui si è verificato: generalmente imporrà di scartare il risultato ottenuto, ma altre volte imporrà anche ulteriori malus come restare senza munizioni, scartare equipaggiamento o subire effetti aggiuntivi dagli attacchi avversari.

Quanto al meccanismo che controlla i dadi è molto semplice e funzionale: a seconda delle situazioni in cui ci troveremo, ogni dado potrà subire un bonus (detto Upgrade) o un malus (Downgrade). In soldoni questo significa che passeremo dal dover usare un colore ad un altro. Nel peggiore dei casi si potrà arrivare a non avere dadi a disposizione e si potrà tirare solo il dado speciale.

Ad esempio, una situazione classica per l quale i nostri personaggi subiranno un malus sarà quella in cui condivideremo lo stesso spazio di gioco con più di un avversario contemporaneamente: ogni nemico oltre al primo ci costerà il downgrade di un dado.

Da sottolineare che ogni dado potrà subire al massimo un solo passaggio verso l’alto o verso il basso, quindi nelle situazioni più estreme il set da dover utilizzare potrà cambiare al massimo di una solo grado.

Un caso per il B.P.R.D.

Visto quali sono gli elementi che costituiscono Hellboy: The Board Game, possiamo passare al meccanismo di gioco. Ve lo diciamo subito, il sistema alla base del gioco è piuttosto semplicema non per questo privo di grosse implicazioni tattiche: spesso prendere la decisione giusta (o quella sbagliata) potrà fare la differenza. E in ogni caso la forte componente casuale presente praticamente in ogni fase del gioco potrebbe vanificare i vostri sforzi… o, più raramente, regalarvi un inaspettato successo.

Come detto in precedenza, ogni volta che giocheremo saremo chiamati a scegliere quale missione portare avanti: saranno le informazioni contenute a dirci quale sarà l’obiettivo da raggiungere ed, eventualmente, a presentare le regole speciali dello scenario.

Da subito un’importante informazione: a prescindere da come andrà la prima parte della missione, in Hellboy: The Board Game ogni volta potremo arrivare allo scontro finale.

In effetti ci sono 3 modi per arrivare all’ultima battaglia: procedere fino alla fine, essere messi tutti KO e, infine, permettere al’orologio dell’apocalisse di arrivare al momento X.

Questo non vuol dire che come affronteremo la prima parte non abbia peso: una cosa sarà arrivare ad affrontare il Boss dopo averne scoperto i punti deboli, un’altra essere messi fuori gioco dagli sgherri e risvegliarsi prima di essere sacrificati al loro signore e padrone privi di un’adeguata preparazione

In ogni partita avremo, al di là delle differenze specifiche di ogni missione, la stessa struttura di base: una sequenza di turni divisi in 5 diverse fasi che si susseguono secondo un preciso ordine: Nemici, Agenti, Riposo, Destino (Doom) e Finale (End).

Nella prima come è ovvio saranno gli avversari ad agire. In che ordine e cosa faranno sarà determinato in maniera precisa da diversi elementi di gioco: alcuni preferiranno attaccare in corpo a corpo, altri dalla distanza (e altri fuggire). Il bersaglio delle loro azioni, o il modo in cui si muoveranno, sarà determinato da una precisa “scala di priorità” dei bersagli. Questo di fatto semplifica molto la gestione di questa parte del gioco. Nei, rari, casi in cui qualcosa non sia definibile facilmente (come ad esempio quale cammino, tra due di uguale lunghezza, intraprendere) sarà il gruppo a scegliere o, qualora vi siano ancora impasse, il giocatore che in quel momento ha il proprio personaggio cima alla lista delle priorità. Quanto agli attacchi il gioco parte dall’idea che le creature colpiscano sempre, infliggendo un quantitativo di ferite prestabilito: saranno gli agenti a doversi difendere tirando i dadi (dopo aver applicato bonus e malus), sfruttare coperture o equipaggiamento per cercare di ridurle il più possibile.


Subito dopo avremo la Fase Agenti. Qui saranno gli alter ego dei giocatori a poter dire a loro. Come è presto detto: ad ogni turno, di norma, ogni giocatore avrà 3 “gettoni azione” (dei cubetti in plastica) da sfruttare come meglio preferisce per poter effettuare azioni Base (muovere, attaccare, sparare ecc ecc) o le proprie azioni speciali (alcune delle quali potrebbero costare due dei suddetti gettoni). Il tutto in maniera assolutamente fluida e collaborativa: infatti qualora un giocatore agisca per primo non sarà obbligato a dover “iniziare e finire” il proprio turno, ma potrà passare la mano ai compagni di squadra in qualsiasi momento e, magari, rientrare in gioco in funzione dell’effetto delle azioni dei compagni.

Ad esempio Hell Boy potrebbe attivarsi, muoversi per liberare la linea di tiro a Liz e aspettare di vedere se le temibili fiammate della compagna, ora prive di ostacoli, avranno la meglio sugli avversari.

Importante notare come, nel totale rispetto della componente collaborativa, sia possibile in Hellboy: The Board Game “spendere” un proprio cubetto per potenziare le azioni dei compagni secondo il meccanismo sopra esposto.

Onestamente è una gestione del turno e delle azioni che ci è piaciuta molto: spinge, quasi obbliga, ad una forte interazione tra i giocatori e a prendere le decisioni in comune accordo.

La fase di Riposo, opzionale e attuabile solo se sul campo non ci sono avversari, permette di tirare il fiato: curarsi, scambiarsi oggetti, investigare con calma. Purtroppo, quasi superfluo dirlo, questo breve momento di relax avrà un costo: qualora si decidesse di “prendere tempo”, il count-down dell’apocalisse avanzerà inesorabilmente. Anche qui dobbiamo dire che la cosa ci è piaciuta: spesso metterà di fronte il gruppo a scelte talvolta scomode aumentando ulteriormente l’interazione e lo spirito di gruppo; si potrà essere chiamati a decidere se ridurre le ferite (proprie o dei compagni) o aumentare gli indizi a nostra disposizione valga la pena di vedere il tempo a disposizione diminuire e accelerare la corsa verso lo Scontro Finale.

La Fase Destino sarà invece dove, generalmente, avverranno le “cose brutte”. Si dovrà pescare una carta da un apposito mazzo e applicarne gli effetti. Questi sono molti diversi tra loro e, il più delle volte, complicheranno la vita ai nostri beniamini. Potremmo per esempio veder comparire avversari, vedere il countdown avanzare (a volte più velocemente del solito), subire malus ecc ecc


Nella Fase Finale si andrà invece a “chiudere i conti”: si ri-otterranno i cubetti azione spesi e si risolveranno eventuali effetti in corso.

Quanto esposto sopra è l’andamento di una partita fino a quando non si arriverà al fatidico Scontro Finale. Come già detto sarà possibile arrivarci in tre modi diversi e, una volta iniziato, comporterà la discesa in campo del Boss della missione.

Anche in questo caso il comportamento dell’avversario sarà gestito in modo ”autonomo” dal sistema di gioco: uno speciale mazzo di carte ci dirà come far agire la nostra nemesi.

Per il resto i turni seguiranno la stessa sequenza sopra esposta, salvo che verrà meno la Fase di Riposo (difficile tirare il fiato con una creatura degli inferi che cerca di mangiarti vivo…).

Alcune considerazioni

Hellboy è un gioco semplice ma non facile: sebbene le meccaniche alla base siano facilmente apprendibili, i ribaltamenti del caso e i capricci della fortuna potrebbero innalzare la curva della difficoltà in maniera tanto improvvisa quanto netta. E spesso sarà la capacità dei giocatori di stabilire le giuste priorità sarà determinante perché tutto vada se non nel modo più gradito, almeno in quello meno apocalittico.

La rigiocabilità di Hellboy: The Board Game nel lungo periodo potrebbe risentire del numero di Casi limitato: sebbene molto di quanto avviene sia in mano al caso, ci sono parti che comunque resteranno fisse e che, dopo qualche partita, potrebbero cominciare a risultare fin troppo familiari. A tal proposito, visto la grande quantità di materiale sbloccato durante il kickstarter, è piuttosto facilesupporre che al gioco base potranno aggiungersi delle espansioni in futuro.

Ultima considerazione: nonostante sia meno ingombrante di altri boardgame, per giocare comodamente a Hellboy: The Board Game, soprattutto in alcune missioni, potrebbe essere necessaria un’ampia superficie; tra plancia di gioco, ambiente, schede dei personaggi, miniature, mazzi e tutto il resto meglio partire con un discreto spazio disponibile.

Gioco indicato per…

Tecnicamente Hellboy: The Board Game è un gioco che si presta ad essere giocato quasi da chiunque: le meccaniche alla base di tutto sono abbastanza semplici da poter essere imparate e gestite facilmente. Nella realtà la forte componente casuale (imposta soprattutto dai dadi, ma anche dalle carte) lo potrebbero rendere indigesto a chi non gradisce vedere crollare una tattica teoricamente efficiente solo per il capriccio del fato. Inoltre, mancando in toto la possibilità di giocare in modalità competitiva, il gioco si presta in particolare a chi ama collaborare per raggiungere uno scopo comune. Nel complesso ci sentiamo di raccomandarlo a giocatori anche non particolarmente esperti: l’importante, a prescindere dall’abilità personale, è saper accettare che non sempre le cose andranno come previsto e accogliere gli (inevitabili?) ribaltamenti della fortuna e vederli come un parte della sfida.

Conclusioni

Hellboy: The Board Gameè un bel gioco, ma deve essere approcciato nella maniera adeguata: tattica e collaborazione sono essenziali, ma tutto va affrontato con la consapevolezza che un tiro di dadi sfortunato, o una Carta Destino particolarmente funesta, potrebbero mettere in crisi i progetti in corso, o persino porvi fine.

La possibilità di passarsi “il testimone” di gioco in maniera fluida lo rende perfetto per chi ama collaborare ed imbastire una tattica di gruppo che possa essere il più condivisa possibile.

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