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Gorizia, no alla cittadinanza a Segre: “Strumentalizza la storia”

Dic 10, 2019

ROMA – Ieri sera, a pochi minuti dalla mezzanotte, il Consiglio comunale di Gorizia non ha accettato la richiesta – avanzata dal centrosinistra – di assegnare la cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre. Dopo quattro ore di dibattito, e una convocazione separata dei gruppi che sostengono la maggioranza di centrodestra, il sindaco Rodolfo Ziberna ha invitato partito e alleati ad astenersi “perché l’opposizione, trasformando la Segre in un’icona dell’Olocausto, personalizza un tema più largo e strumentalizza una vicenda storica”.

Cinque consiglieri di maggioranza, tra cui tre leghisti, non hanno seguito le indicazioni del sindaco, ma alla fine i ventuno consiglieri favorevoli (contro quindici astenuti e cinque assenti) non sono stati sufficienti visto che per statuto una cittadinanza, a Gorizia, viene assegnata con i due terzi dei voti. Ci sono stati i precedenti a Trieste, poi Torino, Sesto, Biella. Ora la negazione a Gorizia.

La prima firmataria della proposta, Rosy Tucci, della lista civica Gorizia tua, racconta: “Il sindaco si è arrampicato sugli specchi nel corso di tutto il dibattito e ha citato le foibe per negare un atto dovuto a una città e a una comunità ebraica presente dal Seicento e sterminata nel corso della Seconda guerra mondiale. Mi ha accusato di aver preso ordini dal Pd, cosa non vera, ci ha chiesto di votare la mozione di maggioranza sulla cittadinanza da assegnare all’Unione delle comunità ebraiche italiane, l’Ucei. Ci siamo detti disponibili, ma certo non potevamo ritirare la proposta sulla Segre, simbolo di quella tragedia”.

La senatrice del Pd Laura Fasiolo, goriziana, ha aggiunto: “Sono preoccupata per il segnale buio che il fatto in sé esprime”. Alcuni consiglieri di destra hanno avanzato il concetto “prima ricordiamo gli ebrei di Gorizia”. E il sindaco Ziberna, già al centro delle polemiche per i canti fascisti alzati in Comune da alcuni reduci della X Mas, ora dice: “In alcune manifestazioni di piazza ci sono le bandiere, in altre si chiede di non esporle, ecco, ieri sera abbiamo chiesto di non esporre la bandiera Segre, di non trasformarla in un vessillo politico. La senatrice non ha legami con Gorizia, non è un’istituzione ebraica, è una persona che si è trovata suo malgrado in Senato e ora viene tirata dentro una certa battaglia. Lei è una donna di gran classe, ma oggi è espressione di una lotta politica ed è brandita solo da alcuni partiti non da tutta la nazione. Sono migliaia le mozioni di cittadinanza onoraria faxate, una uguale all’altra, in tutta Italia. Perché onorare Luciana Segre oggi e non sei mesi fa?”.

Il sindaco Ziberna assicura che scriverà alla senatrice a vita invitandola a ritirare il Sigillo di Gorizia, “più importante della cittadinanza”. E, dopo aver ricordato di essere stato tra i fondatori dell’associazione amici d’Israele, a proposito dei reduci della X Mas assicura: “Chiunque venga a deporre fiori ai deportati goriziani in Comune è ben accetto, non guardo né tessera né religione, tanto più di fronte a persone vicine ai 90 anni. Lo scorso anno, incontrollati, alcuni hanno alzato canti nostalgici in una stanzetta. Non c’ero e ho chiesto alla polizia locale che non si ripeta più”.

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