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Ginevra 2018, Longo, Audi: «Non sacrificheremo i valori del brand in nome delle quote di mercato»

Mar 12, 2018

Il Salone di Ginevra 2018 ha visto il debutto ufficiale della nuova Audi A6, vettura ricca di tecnologia. La spinta hi-tech nella gamma della casa di Ingolstadt sta diventando sempre di più una parte fondamentale della strategia dei Quattro Anelli. Una scelta, questa, che sta dando i suoi frutti: basti pensare ai risultati colti nel 2017 nel nostro paese. Proprio alla kermesse ginevrina, ne abbiamo parlato con il direttore di Audi Italia, Fabrizio Longo.

Qual è il bilancio del vostro 2017?

Fabrizio Longo: «Il 2017 è stato un anno di grandi soddisfazioni, legate all’omogeneità del successo commerciale dell’intera gamma. Abbiamo avuto la capitalizzazione di due lanci importanti, quelli di Q2 e Q5, presidiando il segmento dei SUV – che oggi rappresenta un terzo del mercato – con dei prodotti con un taglio moderno, tecnologico e al contempo dinamico. Questo ci ha fatto capire che il mercato oggi è estremamente ricettivo quando si realizzano prodotti validi e interessanti».

La Q2 è stata apprezzata e capita dal mercato italiano?

«Devo dire di sì. Per questo modello l’Italia è stata il secondo mercato al mondo e il primo in Europa. La Q2 anche in fase di comunicazione ha parlato un linguaggio differente, qualcosa che ad Audi probabilmente mancava. C’è stata la soddisfazione di aver trovato un punto di contatto con un segmento di mercato nuovo per Audi».

Oltre a Q2, quali altri modelli vi hanno dato maggiore soddisfazione e perché?

Il messaggio di freschezza della Q2 è stato recepito all’interno di un’ossatura di base che ha visto i nostri cavalli di battaglia, A4 e A6, mantenere il loro appeal. Per il successo di A4 e A6, che hanno un forte potere di ingresso nel mondo delle aziende, è fondamentale un parametro: il valore residuo di queste auto. Quando, come nel caso di A4 e A6, questi valori si mantengono alti, si crea una sorta di “assicurazione sulla vita” che ci permette negli anni di ricorrere meno a versioni commerciali basiche e più a messaggi raffinati. Per Audi questa solidità dei valori residui è uno degli aspetti che meglio evidenzia il gradimento di prodotto e il livello di qualità raggiunto».

Si tratta di un asset fondamentale per un marchio premium

«Premium è soprattutto la qualità con cui si fanno le cose, non la quantità, quindi non sacrificheremo mai sull’altare della quota di mercato i valori di brand fondamentali per Audi, anche nel medio-lungo termine. Questi valori devono essere preservati come oro».

Come si stanno evolvendo i mercati delle flotte e dei privati per Audi?

«La nostra componente di partecipazione in ambito flotte è sempre molto elevata. Tra l’altro si sta diversificando, e questo non solo per Audi. È un dato interessante di mercato, con qualche segnale degno di nota per quanto riguarda il leasing dei privati. Erano meccanismi più anglosassoni, ma vediamo che oggi anche nel nostro mercato il cambiamento da possesso ad un utilizzo addirittura estremo, come potrebbe essere un domani il pay-per-use, sta cominciando ad entrare nella testa del cliente. Questo apre probabilmente a delle forme di mobilità e di avvicinamento da parte nostra al mercato, sempre più flessibili. Non ci sarà più questa dicotomia privato – non privato, ma degli scenari di mobilità che che ci obbligheranno ad essere estremamente flessibili anche nelle proposte commerciali».

Avete un’offerta che va dalla lussuosa e tecnologica A8 alla supersportiva R8, passando per i SUV, le auto per le flotte e le famiglie, con qualsiasi tipo di alimentazione. In ognuno di questi segmenti c’è almeno un’eccellenza. Qual è il trucco di Audi per riuscire a mantenere questo livello in tutta la gamma?

«Non si tratta di un trucco, ma di un investimento in ricerca e sviluppo estremamente intensivo, senza mai ridurre di un grammo la sua capacità da 40 anni, da quando il brand si impose con la trazione integrale Quattro. Ci sono dei claim che possono sembrare un po’ superficiali, altri che parlano dell’anima di un brand. Definirsi all’avanguardia della tecnica è anche una dichiarazione che va onorata. Oggi, in questa trasversalità tecnologica, che vede una A8 come prima vettura di livello 3 nella scala dell’autonomia dei veicoli, partendo dalla A1 e passando per Q2 e Q5, A6 e A7, cerchiamo sempre di travasare una sorta di eredità dalla più grande alla più piccola, implementando quei dispositivi che, guardando alla gamma Audi, parlano di modernità tecnologica. Sarebbe facile, ma anche sbagliato, dotare solamente l’auto top di gamma di queste soluzione all’avanguardia. Il profumo di tecnologia deve essere percepito sia dal giovane che acquista la A1 che da chi sceglie la A8. Pensando alla digitalizzazione, credo che dagli strumenti predittivi, all’aspetto motoristico, oggi stiamo via via che si completa la gamma, realizzando una democratizzazione evidente all’interno di tutta la gamma».

Oggi ogni vettura che esce dai nostri stabilimenti è un concentrato di tecnologia, motoristica, dinamica e di connettività, senza però perdere qualcosa cui teniamo molto, il piacere di guida

Questo “travaso” è avvenuto anche sulla nuova A6?

«La A6 è un po’ la prova concreta di quanto spiegavo prima. Ha ereditato dai “genitori” A8 e A7, un ventaglio di soluzioni, dal powertrain, allo sterzo dinamico, alle sospensioni autoadattative, alla tecnologia mild hybrid, ai sistemi di guida predittiva, alcuni molto scenografici, come la possibilità di parcheggiare l’auto con il proprio smartphone in garage, a sistemi di sicurezza, come i radar per la guida trasversale, che permettono di individuare gli ostacoli. Oggi ogni vettura che esce dai nostri stabilimenti è un concentrato di tecnologia, motoristica, dinamica e di connettività, senza però perdere qualcosa cui teniamo molto, il piacere di guida. Non va dimenticato, in un momento in cui si parla di tecnologia, che chi compra un’Audi vuole il piacere di guida che è nato con il sogno di Quattro e ci ha accompagnato in questi ultimi 40 anni».

Tecnologie che poi servono anche a proteggere sempre meglio pedoni, ciclisti e motociclisti da eventuali distrazioni dei conducenti delle auto

«Certamente. Basti pensare alla RS4, vettura più che sportiva, impegnativa, da 450 CV e 600 Nm, con una facilità di utilizzo tale da permetterci di godere delle prestazioni dell’auto con la coscenziosità e la serenità date da un prodotto estremamente bilanciato in tutte le sue componenti e dotato di una tecnologia predittiva estremamente sofisticata».

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