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Gass, Audi: «La Formula E? Più interessante della F1»

Apr 15, 2018
Gass, Audi: «La Formula E? Più interessante della F1»

Roma – L’impegno nel motorsport di Audi segue il processo di elettrificazione delle vetture auspicato anche per i modelli di serie dei Quattro Anelli: fatte salve la partecipazioni al DTM e al WRX, la casa di Ingolstadt è passata dai powertrain ibridi del WEC alle monoposto 100% green della Formula E. A capo di Audi Motorsport dal 2016 c’è Dieter Gass, 55 anni e una carriera pluridecennale nell’ambito delle corse, dalla F1 al DTM, passando per il WEC. In occasione dell’ePrix di Roma di Formula E, il responsabile motorsport di Audi ha parlato a tutto tondo della categoria full electric; naturale cominciare dalla genesi dell’unione tra Audi e la Formula E, culminata quest’anno con il debutto come costruttore ufficiale.

Da dove nasce il vostro impegno in Formula E?

Dieter Gass: «Audi è stata parte di questo campionato sin dal principio, grazie alla collaborazione con il team ABT Schaeffler. Abbiamo capito sin da subito che la Formula E sarebbe potuta diventare una categoria importante. Dall’inizio di questa stagione siamo diventati un costruttore ufficiale, perché crediamo che sia lo strumento migliore per promuovere la mobilità elettrica. La Formula E rappresenta un veicolo fondamentale per far capire alle persone l’importanza della mobilità sostenibile e per far comprendere come una vettura elettrica possa essere prestazionale e avere al contempo un ascendente emotivo, fondamentale nello sport».

In termini di esborsi e ricavi, la Formula E è sicuramente meno costosa del WEC. Qual è il vostro ritorno su questo investimento?

«La Formula E è considerevolmente meno costosa: spendiamo una cifra pari circa al 20/25% degli esborsi che avevamo per competere a Le Mans e nel WEC. Per quanto riguarda il ritorno sull’investimento, dobbiamo ricordarci che si tratta di un campionato ancora giovane, in fase di sviluppo costante. Sono molto fiducioso in merito alla crescita futura della categoria».

Lucas di Grassi in azione a Roma su Audi e-tron FE04

Cosa ne pensa del sound delle monoposto di Formula E?

«Sono un petrolhead tradizionale, avendo lavorato su vetture con motori endotermici per tantissimi anni. Ai miei tempi, il rumore dei propulsori era parte integrante dell’emozione generata dal motorsport. La Formula E, però, è diversa: è una categoria che si propone soprattutto alle famiglie e ai giovani. Non credo che ai ragazzi di oggi, essendo cresciuti in un’epoca diversa dalla mia, interessi così tanto il sound delle vetture. Sono convinto che la mancanza di rumore in futuro non sarà vista come un problema. Anzi, questa caratteristica ci dà la possibilità di correre nel centro delle città più grandi al mondo. Si tratta di uno degli asset della Formula E: credo che sia un compromesso ottimo».

Non sono un grande fan delle corse di cui si sa già il vincitore la domenica mattina. Così non è in Formula E: si assiste a molti di colpi di scena durante la corsa, e ci sono tanti sorpassi

Tra poco tornerete nuovamente a competere con Porsche, questa volta in Formula E. Ha senso questa competizione all’interno del gruppo Volkswagen?

«Credo che si tratti di una situazione completamente diversa rispetto a quanto visto nel WEC. In generale, avere della competizione all’interno del gruppo in diversi campionati è una cosa accettata. è importante che la situazione non trascenda in termini di investimenti per essere più forti della concorrenza, come era successo nel mondiale Endurance».

Molte persone sostengono che la Formula E non sia vero motorsport. A suo avviso, è sbagliato fare paragoni con altre categorie, come la Formula 1?

«Credo che le gare di Formula E siano per molti versi più interessanti di quelle di Formula 1. Non sono un grande fan delle corse di cui si sa già il vincitore la domenica mattina. Così non è in Formula E: si assiste a molti di colpi di scena durante la corsa, e ci sono tanti sorpassi. Ritengo che i fan non debbano avere le stesse aspettative che hanno nei confronti degli altri campionati quando si approcciano alla Formula E: si tratta di una serie unica. Ci sono pro e contro, ma credo che la corsa sia molto interessante».

Daniel Abt impegnato nell’ePrix di Roma

Moltissimi costruttori stanno arrivando in Formula E…

«Quando abbiamo iniziato in Formula E, non ci saremmo mai aspettati che arrivassero così tanti costruttori nel giro di poco tempo. Il livello di competizione è aumentato negli scorsi anni, e si alzerà ancora di più con l’arrivo di altre realtà importanti. Le discussioni sul futuro della categoria diventeranno ovviamente più complicate, ma finora il management della Formula E ha avuto una visione molto chiara del futuro, che va rispettata. Ovviamente si cercherà di spingere lo sviluppo delle monoposto, ma senza che questo faccia lievitare eccessivamente i costi della categoria».

Quando abbiamo iniziato in Formula E, non ci saremmo mai aspettati che arrivassero così tanti costruttori nel giro di poco tempo. Il livello di competizione è aumentato negli scorsi anni, e si alzerà ancora di più con l’arrivo di altre realtà importanti

Ci sono molte componenti standard nelle vetture di Formula E; si tratta di un limite per una casa come Audi, sempre all’avanguardia della tecnica?

«In realtà, no. Avere componenti standard rappresenta un metodo efficace per contenere i costi. Allo stesso tempo, è importante avere uno spazio di manovra per sviluppare parti. Credo che il modo in cui si sta muovendo la Formula E sia il migliore».

Le piace il Fanboost?

«Se dovessi ragionare esclusivamente da ingegnere, direi di no. Però è un modo interessante per coinvolgere i fan, e penso sia molto utile per avere un ascendente sui più giovani. Avere la possibilità di influenzare, almeno in una piccola parte, la corsa, è uno strumento utile per permettere ai fan di diventare protagonisti. Questo senza snaturare la gara, visto che l’energia extra può essere utilizzata una volta soltanto».

Cosa ne pensa della nuova generazione di vetture di Formula E?

«Abbiamo testato la nuova monoposto solo una volta finora. Sappiamo che si tratterà di un passo in avanti in termini di prestazioni, ma è difficile immaginarsi al momento come possano modificarsi le gare. Non avremo il cambio macchina, e questo sarà un cambiamento molto importante; stiamo discutendo sulla possibilità di mantenere comunque una sosta, ma di altra natura. Non sappiamo esattamente come sarà il format della corsa. Pit stop a parte, l’importanza della gestione efficace dell’energia rimarrà in ogni caso altissima».

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