• 19 Aprile 2024 0:25

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Gasolio di contrabbando: fatture false per 50 milioni di euro

Lug 19, 2019

scoperto dalla gdf a napoli

Circa 60 perquisizioni locali a carico di diversi soggetti e società coinvolti in un vasto traffico di gasolio di contrabbando, che in soli tre mesi ha portato all’evasione dell’accisa di oltre 17 milioni di euro in quanto la quantità di carburante gestita era pari a oltre 23 milioni di chilogrammi di gasolio

di Ivan Cimmarusti

19 luglio 2019


Gdf Gorizia: contrabbando di gasolio, 3 arresti, 83 denunce

2′ di lettura

Un vasto traffico di gasolio di contrabbando, che in soli tre mesi ha portato a un’evasione delle accise stimata in oltre 17 milioni di euro, è stato scoperto dai finanzieri del primo nucleo operativo metropolitano della Guardia di Finanza di Napoli che coadiuvati dall’Agenzia delle Dogane hanno eseguito circa sessanta perquisizioni. Dalle indagini è emerso che tra il 27 febbraio e il 7 maggio scorsi sono stati contrabbandati oltre 23 milioni di chilogrammi di gasolio.

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False fatturazioni

Per l’import fraudolento del carburante, sono state emesse fatture per operazioni inesistenti per circa 50 milioni di euro. Il gasolio, è stato accertato, giungeva in Italia dalla Spagna a bordo di navi e poi stoccato in un deposito fiscale che si trova nel porto di Napoli. Durante le perquisizioni sono stati sequestrati 6 milioni di litri di gasolio di contrabbando, appena scaricati da una nave, venti autocisterne, un capannone e migliaia di euro in contanti.

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Il sistema

Il contrabbando del gasolio, che veniva importato in Italia dall’estero in evasione di accisa, era realizzato con un articolato sistema fraudolento. La società Opera International Limited Business Ltd (società esterovestita con sede all’estero, ma amministrata in Italia) importava gasolio acquistato da società estere (Gardag Marine Ltd e Mar Tankship Ltd) con diverse navi provenienti dalla Spagna che scaricavano il prodotto – in sospensione di imposta – nel deposito fiscale della società Garola Srl nel porto di Napoli. Poi, senza pagare l’accisa, il carburante veniva ceduto ad altre aziende che lo immettevano in consumo senza pagare l’accisa e mediante fatture false. Il gasolio infine veniva commercializzato al dettaglio senza che per il prodotto fosse stata assolta l’accisa e rivenduto quindi ad un prezzo inferiore a quello della ordinaria commercializzazione mediante distributori di carburante su strada tra cui alle stazioni di servizio.

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