• 19 Aprile 2024 21:14

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

#FridaysforFuture, cos’è il maxi-sciopero ambientale contro i cambiamenti climatici

Mar 14, 2019

Un maxi-sciopero di giovani, dalla California alla Nuova Zelanda, con un avversario in comune: la crisi climatica, il surriscaldamento dell’atmosfera che sta stravolgendo gli ecosistemi e minacciando la salute di milioni di cittadini. Si sta parlando di Fridays for Future, l’iniziativa lanciata su scala globale dalla 16enne svedese Greta Thunberg per contestare il vuoto di politiche di contrasto all’emergenza del climate change, il cambiamento climatico.

La m0bilitazione arriver anche in Italia, dove studenti di scuole superiori e universit scenderanno nelle piazze di tutto il paese per chiedere una risposta politica alla degenerazioni delle condizioni ambientali. L’associazione Legambiente, che ha aderito allo sciopero, registra in tutta la Penisola 140 eventi in oltre 100 localit diverse. Un record di manifestazioni su scala mondiale, secondo solo ai numeri messi a segno dalla Germania (190). Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sposato indirettamente la causa, spiegando che il mondo si trova sull’orlo di una crisi globale.

PER APPROFONDIRE: Climate change, cos’ e perch ci riguarda tutti

Chi Greta Thunberg, l’adolescente che guida il climate strike

Fridays for future, ricorda lo stesso sito del movimento, nato nell’agosto del 2018, quando la studentessa Greta Thunberg ha iniziato una protesta di tre settimane di fronte al Parlamento svedese contro l’assenza di azioni sulla crisi climatica. Il sit-in ha iniziato a rimbalzare sui social grazie alle cronache della stessa Thunberg, diffuse via Twitter e Instagram. Da settembre dell’anno scorso il suo sciopero si trasformato in appuntamento fisso, portando la giovanissima attivista tutti i venerd di fronte alla Camera di Stoccolma con un cartello che immortala il suo slogan: Skolstrejk fr klimatet, Sciopero della scuola per il clima.

Il caso ha ispirato suoi coetanei su scala internazionale,dando il via a 300 manifestazioni simili in 30 paesi in tutto il mondo. Nel dicembre 2018 Thunberg stata invitata a parlare a COP24, il vertice delle Nazioni unite sul clima che si tenuto a Katowice (Polonia), lanciando un atto di accusa contro le ipocrisie dei leader presenti e insistendo per la stesura di un piano di azione collettivo. Il summit si concluso con un nulla di fatto, visto che l’intesa raggiunta non andata oltre un regolamento di applicazione dell’accordo di Parigi del 2015. Da allora Fridays for future cresciuto fino alla mobilitazione globale del 15 marzo. Thunberg tra i nomi candidati al Nobel per la Pace nel 2019.

PER APPROFONDIRE: Il World Environmental Outlook dell’Onu

Cambiamento climatico: la situazione grave? S

L’azione dimostrativa dei Fridays for future rialza l’attenzione su un’emergenza che si aggrava a ritmi inquietanti. Uno studio della World Meteorological Organization, l’organizzazione meteorologica mondiale, ha evidenziato che il livello delle emissioni di CO2 ha raggiunto un nuovo picco record nel 2017, con tutte le conseguenze pi tangibili: cambiamento climatico, innalzamento dei livelli del mare, acidificazione degli oceani (un cambiamento della composizione chimica dell’acqua che danneggia l’ecosistema) e fenomeni metereologici estremi, dalle trombe d’aria alla siccit. Il riscaldamento climatico provocato dai gas a effetto serra cresciuto del 41% dal 1990 ad oggi, mentre i livelli di concentrazione di anidride carbonica sono comparabili solo a quelli della Terra di di 3-5 milioni di anni fa (quando la temperatura era superiore di circa 2-3 gradi centigradi e il livello dei mari viaggiava su 10-20 metri sopra a quello attuale). Senza dimenticare le conseguenze di sprechi e gestione inefficente dei rifiuti, come nel caso delle tonnellate di plastica depositate nell’Oceano.

PER APPROFONDIRE: Le isole di plastica dell’oceano

Unreport delle Nazioni Unite ha stimato un totale di circa 12,6 milioni di vittime dei danni ambientali nel 2012, l’equivalente di quasi un quarto del totale delle morti registrate quell’anno. Lo scenario destinato a complicarsi ancora “grazie” all’incrocio di fattori come la crescita demografica e la migrazione verso i centri urbani. Sempre secondo le Nazioni Unite, la popolazione globale potrebbe raggiungere gli 11,2 miliardi di persone entro il 2100, concentrandosi per il 68% nei centri urbani entro il 2050.

© Riproduzione riservata

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close