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Formula 1: Lewis Hamilton, leader e trascinatore

Giu 14, 2020
Formula 1: Lewis Hamilton, leader e trascinatore

Piaccia o meno, con Lewis Hamilton bisogna confrontarsi. Sia in pista, quando lotta coi rivali e porta a casa i titoli mondiali, sia adesso nel periodo di fermo della F.1. Le sue battaglie sociali, evidenziate da milioni di seguaci su twitter e instagram, ne fanno un perfetto idolo delle folle, un personaggio i cui messaggi non lasciano indifferenti. A qualcuno non piace, specialmente ai tifosi della Ferrari ai quali ha dato tanti dolori di recente. Ma tantissimi lo apprezzano. E’ un leader e trascinatore.

Lo ha dimostrato con la sua campagna contro il razzismo. A seguito dell’uccisione di Floyd negli USA, ha preso carta e penna metaforica, e ha lanciato un messaggio forte contro il razzismo. Lo ha fatto sottolineando il colore della sua pelle, il nero, che fin da bambino nei sobborghi di Londra gli ha fatto vivere in prima persona la discriminazione razziale. Le sue vittorie in F.1 come rivalsa contro chi lo ha fatto soffrire ed emarginare. E che il suo messaggio sia stato forte al punto da coinvolgere un mondo cieco e sordo, come è quello della F.1, lo si capisce dai colleghi, da Leclerc a Giovinazzi, da Norris a Verstappen e a tanti altri, che si sono uniti contro la discriminazione razziale.

Pure la Mercedes ha espresso il pieno appoggio al suo pilota e, anzi, va ricordato che lo scorso autunno la squadra aveva licenziato 7 membri perché avevano usato espressioni e atteggiamenti razziali nei confronti di altri colleghi. La F.1 è multiculturale, multirazziale e raccoglie persone di varie parti del mondo. Per questo non poteva non raccogliere il grido di Lewis Hamilton. Qualcuno lo critica perché fra gli sponsor personali compaiono marchi e nomi che hanno che vedere col passato nazista della Germania e mettono tutto sullo stesso piano. Ennesima occasione per discriminare uno sportivo che lancia un messaggio di pace e fratellanza.

Ma Hamilton non è nuovo a queste prese di posizioni. Lo ha fatto raccogliendo la plastica nei mari in cui faceva le vacanze e aveva postato un forte messaggio sui social chiedendo il rispetto della natura. Gli risposero alcuni che per essere uno che consuma benzina tutte le settimane e viaggia con gli aerei non era certo quello giusto per parlare. Ma Lewis non si è fatto intimorire, anzi ha pure venduto il suo aereo privato (rosso Ferrari, per la cronaca…) e ha continuato. Dando consigli per la lotta al coronavirus, dando il supporto all’NHS, il sistema sanitario inglese, prendendosi cura dei malati e disabili, avendo un fratello disabile e quindi sa in prima persona cosa vuol dire.

In un mondo come quello della F.1, dove anni fa a precisa domanda su una guerra in atto la risposta univoca fu “non ci occupiamo di politica”, avere un personaggio come Hamilton che dà la scossa e riesce a trascinare i colleghi, con messaggi di pace, fratellanza, rispetto e amore per l’ambiente (è pure diventato vegano per questo), beh è qualcosa di molto bello e positivo. L’unico difetto di Lewis? Di correre per la Mercedes e questo, di fronte al tifoso medio italiano, è il difetto più grave che possa avere.

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