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F1, GP Cina 2018: le pagelle di Shanghai

Apr 16, 2018

Dedicato a chi dice che la F1 è noiosa, e soprattutto che oggi si sorpassa solo con il DRS e i politi contemporanei non hanno cuore e attributi: Ricciardo, dopo avere rischiato al sabato di non riuscire nemmeno a disputare le qualifiche, vince da campione grazie alla tattica perfetta della sua squadra ma anche alla sua straordinaria efficacia in fase di sorpasso, mai abbastanza celebrata, unita ad una lucidità che lo rende un campione completo. Uno su cui contare, se ce l’ha in squadra, o sul quale puntare, se hai un sedile libero per il prossimo anno… Ma per questi ragionamenti ci sarà tempo, intanto voto 10, immenso.

Uno che invece sembra avere tutto da dimostrare, ad ogni gara, è Bottas, che effettivamente non è personaggio, difficilmente sa entusiasmare, però meriterebbe un po’ più di considerazione, specie se continuerà a correre come in Cina: veloce in prova, lesto al via del gran premio, fenomenale nel sorprendere Vettel nel primo giro dopo il pit stop. E sempre davanti ad uno smarrito Hamilton… Voto 8 per il finlandese quindi, che il suo dovere l’ha fatto fino in fondo.

Terzo al traguardo, ma è un risultato che sa di brodino riscaldato, Raikkonen, il cui libro delle attenuanti inizia con Vettel che lo stringe al via facendogli perdere la posizione su Bottas e prosegue poi con una strategia sbagliata, per concludersi con la cronica difficoltà delle F1 ad avvicinarsi alla monoposto davanti a a sé. Tutto vero, ma questo problema vale per tutti, eppure di attacchi in pista ne abbiamo visti, mentre il finlandese con una Ferrari da prima fila è apparso fin troppo remissivo, come spesso gli accade. Voto 6 per Kimi, e un interrogativo per la Ferrari: con gomme fresche avrebbe saputo rinvenire di forza come ha fatto Ricciardo? Una domanda che vale un sedile in F1.

Fuori dal podio, pur senza avere patito particolari problemi, Hamilton. In difficoltà al sabato, mai effettivamente in lotta durante la gara, se non con le sue gomme, che si degradano sempre troppo presto. Ma non è che con gomme fresche avesse fatto vedere qualcosa di buono… Un paio di volte l’anno Hamilton si prende una vacanza ufficiosa, salvo tornare più forte che mai la gara successiva. In attesa di rivederlo in azione, voto 5: smarrito.

E poi c’è Verstappen, 5° quando poteva essere 1°, penalizzato di 10 secondi e di due punti sulla licenza, autore di due svarioni mica da poco in gara: il primo quando tenta di infilarsi in uno spazio che non esiste mentre attacca Hamilton, con il risultato di finire sull’erba e cedere la posizione anche a Ricciardo, che da lì in poi inizia la sua fenomenale rimonta. Il secondo, come noto, ai danni di Vettel, che pure era arrivato leggermente lungo aprendo un piccolo varco. L’olandese doveva essere un grande protagonista del campionato, per ora lo è stato soprattutto per i suoi errori a ripetizione: forse è davvero il momento di spiegare a Verstappen che non si può sempre strafare. Voto 4, irrazionale.

Uno che fa della testa, insieme al piede destro, la sua arma migliore è invece Hulkenberg, ottimo 6° e sempre davanti a Sainz: il tedesco stavolta è stato il “migliore degli altri” e con la Renault è francamente il massimo a cui si può aspirare in questo momento, quindi bene così. Voto 7,5, sempre sul pezzo.

Un 7° posto vale un miracolo? Almeno mezzo di sicuro, se parti 13° e guidi una McLaren. Alonso ancora una volta ha fatto la differenza, ed è triste pensare che lo spagnolo non potrà nemmeno quest’anno ambire alle posizioni che merita. Per lo meno, voto 8 per l’immensa carica agonistica.

E poi c’è Vettel, solo 8°, incornato da Verstappen, ma il tedesco a ben guardare la gara l’aveva già persa al cambio gomme, senza colpe reali. Però un campione con la sua esperienza non dovrebbe farsi sfuggire di mano una potenziale vittoria quando è in testa dopo essere partito dalla pole position. E allora voto 6,5, sempre veloce, ma forse un po’ addormentato.

A punti, ma senza realmente entusiasmare Sainz, che ha trovato in Hulkenberg un riferimento tostissimo: voto 6,5, sempre concreto quanto meno.

Chiude la zona punti, ma per la Haas di quest’anno è già un risultato incolore, Magnussen, su una pista evidentemente poco congeniale alla monoposto italoamericana: però il danese ancora una volta surclassa Grosjean, tirando fuori il massimo dall’auto e senza commettere errori, voto 6,5.

Fuori dai punti, voto 6,5 di incoraggiamento anche a Ocon e Perez, che viaggiano in coppia come lo scorso anno, ma lottando per posizioni assai meno nobili, e voto 6 a Stroll, efficace soprattutto nelle prime fasi di gara. Tra loro, un 13° posto davvero incolore per Vandoorne, che continua a subire nettamente il confronto con Alonso e stavolta non riesce proprio a entrare in zona punti: voto 5 per l’olandese, che se non si sveglia rischia di uscire con la reputazione distrutta dal confronto con lo spagnolo.

Voto 4 infine all’eroe del Bahrain Gasly, che sperona Hartley rovinando la gara a entrambi in un fine settimana in cui purtroppo per il francese il contatto tra i due è l’unico momento degno di nota per la Toro Rosso.

A proposito di team, voto 10 alla Red Bull, per la lucidità tattica dimostrata e per aver messo in pista una monoposto realmente competitiva anche con il motore Renault: ora serve la stessa lucidità nella gestione dei piloti. E voto 5 alla Ferrari, a cui la velocità non manca, ma un po’ di italica furbizia sì: grave essersi fatti fregare da Bottas, ancor più grave avere tenuto in pista Raikkonen senza un vero perché (davvero pensavano di rallentare Bottas in una pista con un rettilineo così lungo?), e poco reattivi anche con la safety car, quando almeno su Raikkonen forse valeva la pena montare gomme più morbide, perché è vero che il finlandese aveva cambiato pneumatici da poco, ma la sua gara comunque era già compromessa e aveva poco da perdere. Tanto valeva provare a differenziare le strategie, quindi. La verità è che dopo avere occupato la prima fila, senza il contatto di Vettel con Verstappen le Ferrari sarebbero comunque finite terza e quarta, segno evidente che qualcosa non ha funzionato al muretto rosso.

GP Cina 2018 – i voti

Ricciardo 10

Red Bull 10

Bottas 8

Alonso 8

Hulkenberg 7,5

Vettel 6,5

Sainz 6,5

Magnussen 6,5

Ocon 6,5

Perez 6,5

Raikkonen 6

Stroll 6

Hamilton 5

Ferrari 5

Verstappen 4

Gasly 4

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