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Ex terroristi e fan di Hitler, l’identikit dei fascisti che hanno sfidato lo Stato

Apr 30, 2019

MILANO – Picchiatori ultrà, naziskin, fascioleghisti, ex terroristi e leader dell’eversione nera. Quasi tutti pregiudicati. Erano lì, insieme a deputati e consiglieri di Lega e Fratelli d’Italia. Eccoli, i fascisti che hanno sfidato lo Stato a Milano. Tafferugli e saluti romani nella serata del “Presente!”, il rito con cui l’estrema destra commemora i morti. Le immagini del corteo non autorizzato per ricordare Sergio Ramelli – sfociato negli scontri con le forze dell’ordine dopo che uno spezzone dei militanti radunati a piazzale Susa (regia di CasaPound, Forza Nuova e Lealtà Azione) ha tentato di forzare il cordone di polizia – “parlano”.

Sono uno spaccato. Che aiuterà la Digos e la procura di Milano nell’indagine aperta per manifestazione fascista. Una manifestazione iniziata male e finita peggio (ma era annunciato): perché il mezzo corteo cui i fascisti sono infine riusciti a dar vita infrangendo il divieto del prefetto, e che si è diretto in via Paladini, è diventato mille braccia tese davanti alla lapide di Ramelli. Tra i volti riconoscibili, quello di Gianluca Iannone, presidente di CasaPound.

Ex terroristi e fan di Hitler, l'identikit dei fascisti che hanno sfidato lo Stato

Gianluca Iannone, fondatore e leader di CasaPound, pregiudicato, frontman degli ZetaZeroAlfa

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Nel giorno in cui deflagra la notizia dello stupro commesso da due militanti casapoundisti a Viterbo, lui, il gran capo delle tartarughe nere, è in testa al gruppo che prova a superare lo schieramento di divise per avvicinarsi al corteo antifascista. Da lì, le cariche degli agenti. Già compagno di cene di Matteo Salvini, Iannone era salito a Milano anche il 23 marzo scorso in veste di frontman del gruppo musicale ZetaZeroAlfa: si è esibito nel concerto-raduno organizzato nel giorno in cui la galassia nera ha festeggiato il centenario dei Fasci italiani di combattimento. “Nulla è più bello dell’uomo quando avanza”, era scritto l’altra sera sulla felpa di un naziskin. Ad “avanzare”, nelle strade di Città Studi, c’erano i capi di Forza Nuova e Lealtà Azione. Luca Castellini, coordinatore forzanovista nel nord Italia e capo ultrà (pregiudicato) dell’Hellas Verona; Salvatore Ferrara e Duilio Canu – rispettivamente segretario lombardo e vicesegretario nazionale del partito di Fiore, il secondo pluri-inquisito e già leader dei violenti Hammerskin. Lo stesso gruppo (nato da una frazione del Ku Klux Klan) da cui proviene Stefano Del Miglio, leader di LA, una condanna a 4 anni e 8 mesi per lesioni gravi. Altri “lealisti” presenti: l’ultrà monzese Fausto Marchetti, il consigliere municipale della Lega Stefano Pavesi (Daspo per bagarinaggio) e Massimiliano “Max” Bastoni. Consigliere regionale della Lega (sostenuta alle ultime elezioni politiche da LA), Bastoni è in prima fila.

Ex terroristi e fan di Hitler, l'identikit dei fascisti che hanno sfidato lo Stato

Il consigliere regionale leghista Max Bastoni, vicino a Lealtà Azione: ai suoi gazebo elettorali c’erano picchiatori neri e Mario Borghezi
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“Ho tentato di mediare con la questura”, ha raccontato (lo stesso hanno fatto i deputati di FdI Carlo Fidanza, Paola Frassinetti e Marco Osnato). Pare non sia la prima volta. Radio curva Nord, a San Siro, sostiene che anche grazie ai buoni uffici del “facilitatore” Bastoni – vicino ai gruppi Viking e Irriducibili – il Viminale ha autorizzato all’ultimo derby di Milano la discussa coreografia degli ultrà interisti dedicata a Daniele Belardinelli e al gruppo neonazi Blood&Honour.

Ex terroristi e fan di Hitler, l'identikit dei fascisti che hanno sfidato lo Stato

Da sinistra Carlo Fidanza, Marco Osnato e Paola Frassinetti, eletti alla Camera dei deputati con Fratelli d’Italia

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Altra immagine del “29 aprile nero”. Spunta Ettore Sanzanni, segretario di Fn Lodi. Due anni fa ha festeggiato il 60° compleanno con una torta con disegnata sopra una svastica (la stessa che ha tatuata sul braccio con la scritta “Adolf Hitler”). La vicenda suscitò lo sdegno della comunità ebraica. Il ricordo di Sergio Ramelli unisce. La sfida fascista allo Stato, pure. Nel corteo nero non sono mancate figure simbolo dell’eversione nera: Gabriele Adinolfi, co-fondatore di Terza Posizione, e Giancarlo Rognoni, leader del gruppo neofascista milanese “La Fenice”, condannato a 23 anni e poi all’ergastolo per la strage di piazza Fontana (infine assolto con formula piena). Entrambi sono stati a lungo latitanti. Lunedì hanno gridato “Presente!”. Qualcuno si è anche riconosciuto nelle foto: Alfredo Durantini, dirigente di Forza Nuova.

Ex terroristi e fan di Hitler, l'identikit dei fascisti che hanno sfidato lo Stato

Alfredo Durantini, Forza Nuova Milano, ieri ha postato su Fb questa foto: “Inginocchiato, ma non per pregare”

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Ha postato su Facebook l’immagine di lui inginocchiato durante gli scontri. “Inginocchiato, ma non per pregare – ha scritto – Ferito solo nell’orgoglio ma, con i camerati, non si arretra!”.

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