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È Zona Arancione, in Piemonte riaprono i negozi ma non le scuole – La Stampa

Nov 28, 2020

Il via libera ufficiale del ministero è arrivato in serata e già da domani, in anticipo su quanto aveva preventivato lo stesso governatore Alberto Cirio, il Piemonte passa in zona arancione. Si rialzano le serrande in tutti i negozi e nei centri commerciali, anche se questi ultimi continueranno a restare chiusi nel fine settimana. Riparte anche la vendita di generi non alimentari nei mercati e riaprono i centri estetici. Con un’ordinanza che sarà emanata in giornata, la Regione fissa le regole che dovranno accompagnare questa nuova fase di allentamento delle misure, perché, sottolinea Cirio, «se questo passaggio premia lo sforzo che è stato fatto in queste settimane, non equivale certo a un “liberi tutti”. L’estate ci ha insegnato molto e nessuno in Italia può permettersi di ripetere gli stessi errori».

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Indicazioni e controlli ferrei, dunque, che riguarderanno soprattutto i centri commerciali, con misurazione della temperatura in ingresso, accessi contingentati in relazione alla superficie della struttura e presenza di steward incaricati di monitorare in tempo reale le presenze. Confermata anche la possibilità per gli esercizi commerciali di estendere le aperture fino alle 22, l’orario in cui scatta il coprifuoco su tutto il territorio nazionale.

I controlli anti-assembramento saranno intensificati anche nelle aree mercatali e nelle vie dello shopping delle città. «La spada di Damocle dei possibili nuovi lockdown continua a incombere, non possiamo permetterci passi falsi», sottolinea Cirio nel giorno in cui il Piemonte registra il drammatico dato di 97 morti per Covid-19, il numero più alto dal 14 aprile scorso.

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All’impennata dei decessi fa da contraltare il rallentamento progressivo del contagio: da due settimane l’indice Rt è sceso sotto quota 1,5 e negli ultimi sette giorni si è attestato a un valore medio di 0,9. Un indicatore cruciale per decretare l’allentamento delle misure, anche se la pressione sugli ospedali, pur continuando a calare – ieri sono scesi di 8 unità i ricoveri in terapia intensiva e di 70 quelli in altri reparti – resta alta, con un’occupazione dei posti letto all’88% a fronte di una media nazionale del 51. «Da noi l’ospedalizzazione è elevata anche perché la medicina territoriale è stata completamente smantellata», è la replica di Cirio, che rivendica il lavoro fatto ma resta determinato a seguire la linea della massima prudenza.

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Anche sulle scuole, con la decisione di prorogare la didattica a distanza per gli studenti di seconda e terza media. Il passaggio in zona arancione consentirebbe di farli tornare in aula, ma dopo essersi confrontato con il gruppo di epidemiologi guidati dai dottori Costa e Vineis, con la task force di Fazio e con il dipartimento di prevenzione dei professori Di Perri, Testi e Zulian, il presidente ha preferito scongiurare il rischio di nuovi affollamenti sui mezzi pubblici e davanti agli istituti a poche settimane dalle feste di Natale. «Lunedì presenteremo all’Ufficio scolastico regionale un piano per il rientro in aula di tutti gli studenti, compresi quelli delle superiori, dopo l’Epifania: prevede di far viaggiare gli autobus al 50% del carico con ingressi scaglionati in più fasce orarie. Chiediamo questo grado di collaborazione e flessibilità alle scuole per poter garantire ai ragazzi il pieno esercizio del diritto allo studio in sicurezza».


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