• 28 Marzo 2024 17:05

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Dopo il rally, le Borse europee tirano il fiato in vista della Fed e della Boj

Set 20, 2016

MILANOOre 10:00. La settimana di Borse prosegue priva di eventi macroeconomici di rilievo, anche perché l’attenzione dei mercati è tutta rivolta verso le grandi Banche centrali. A due settimana dalla decisione della Bce di mantenere lo status quo rinviando ogni decisione sull’ampliamento del Quantitative easing a fine anno, la palla passa in contemporanea alla Federal Reserve e alla Bank of Japan.

Le Borse europee trattano poco mosse, ma Milano peggiora con la nuova ondata di vendite che colpisce il Monte dei Paschi e manda in sofferenza il comparto bancario: il Ftse Mib cede lo 0,3%. In cauto rialzo le altre: Francoforte sale dello 0,3%, Parigi è poco sotto la parità e Londra aggiunge lo 0,1%. L’euro è poco mosso a

1,118 dollari e a 113,8 yen. Tratta in leggero calo lo spread fra Btp e Bund: la differenza di rendimento segna 128 punti, contro i 131 della chiusura di ieri. Il rendimento del titolo decennale italiano è pari all’1,29%.

In Giappone, dove l’indice Nikkei ha chiuso in calo dello 0,16%, la Banca centrale annuncerà domani i risultati di una “ricerca allargata” sulle politiche ultraespansive adottate negli ultimi anni. E dal momento che Francoforte condivide con Tokyo i tassi negativi, un’inflazione stagnante e un programma di acquisti in continua crescita è evidente come i risultati raggiunti dalla BoJ vengano guardati con particolare attenzione anche dalla Bce. Difficile – secondo gli analisti – che il Giappone spinga ulteriormente in negativo il costo del denaro, ma è possibile che aumenterà di altri 10 mila miliardi di yen il suo programma di acquisti che dovrebbe così salire a quota 90 mila miliardi (circa 790 miliardi di euro), modificando la composizione dei propri acquisti, con un occhio alla crescita dei rendimenti, da cui dipende la redditività di banche e fondi pensione. Una strada alla quale anche Mario Draghi guarda con attenzione.

A catalizzare tutti i timori e le preoccupazioni dei mercati è tuttavia la Federal Reserve che si riunirà da oggi fino a domani. I mercati confidano in un rinvio del rialzo dei tassi, ma i dati macroeconomici arrivati dagli Stati Uniti sono contrastanti: il presidente della Fed di Atlanta, Dennis Lockhart, contrario a un aumento del costo del denaro, ha quindi promesso una “discussione animata”. D’altra parta è una Federal Reserve spaccata quella che martedì prossimo riunirà il direttivo e mercoledì annuncerà la sua decisione sui tassi di interesse, ancora prossimi allo zero dopo il rialzo dei dicembre. Nei giorni precedenti i vertici della banca centrale americana hanno dichiarato tutto e il contrario di tutto, gettando nella confusione gli investitori. Nel fronte dei falchi emerge il vicepresidente Stanley Fischer, che vorrebbe archiviare il 2016 con almeno due rialzi (uno la settimana prossima e uno a dicembre), e il presidente della Fed di Boston, Eric Rosengren. Il fronte delle colombe appare invece guidato da Lael Brainard, tra i membri più influenti del board, che chiede “pazienza”.

Secondo i future sui Fed Fund, usati per anticipare le mosse della Banca centrale Usa, le possibilità di un rialzo dei tassi sono ferme al 12%, mentre salgono al 55% per una stretta a dicembre. Tuttavia non è escluso che alla fine Janet Yellen decida di aspettare ancora: c’è il 31% di possibilità che i tassi restino fermi fino alla prossima estate. D’altra parte, se la crescita dell’inflazione è apparsa sopra le attese, aumentando le probabilità di una stretta, altri numeri, come quelli sulle vendite al dettaglio, sono risultati assai deludenti.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close