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Dopo il ko in Abruzzo la linea dura dei 5S. Subito stop alla Tav – Repubblica.it

Feb 12, 2019

Il processo a Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista si svolge in contumacia. Il capo politico M5S e colui che era tornato dalle Americhe a dargli una mano per le elezioni scompaiono dai radar per 24 ore. Nessun post, nessun tweet, nessuna “analisi della sconfitta”, a dirla come nella prima Repubblica. Nessuna risposta a chi nel Movimento chiede, presto, un’assemblea. E dice “basta verticismi, basta essere trattati da pigiabottoni”, come il deputato abruzzese Andrea Colletti.

I pretoriani del vicepremier si limitano a gettare acqua sul fuoco con calcoli funambolici che dimostrerebbero come il 20,2 per cento contro il 40 delle politiche rappresenterebbe solo una “non vittoria” (copyright bersaniano involontario). “Cinque anni fa in Abruzzo si votò alle europee e alle regionali contemporaneamente – spiega il sottosegretario M5S Mattia Fantinati – alle prime prendemmo il 30 per cento, alle seconde il 21. Tante cose pesano per questa differenza, a partire dal sistema elettorale regionale. Se si mettono 10 liste tutte insieme contro di noi sarà sempre molto difficile vincere”.

I parlamentari semplici si aspettano di più: sulle chat degli eletti è richiesta a gran voce una struttura che si occupi dei territori non in modo episodico. Su quelle degli attivisti, avanza una domanda: “Ma il capo politico è in grado di occuparsi del Movimento mentre segue due ministeri e Palazzo Chigi?”. La risposta implicita è no. Di Maio finge di non sentirla e nella notte elettorale si asserraglia nel fortino della Casaleggio Associati.

“Tradire la propria identità non paga”, dice la senatrice Elena Fattori. “Di Battista è stato usato male”, rincara Paola Nugnes. Mentre il deputato Davide Galantino affonda: “Gli elettori vogliono vedere i fatti. Le star andavano bene all’opposizione”. E l’onorevole siciliano Giorgio Trizzino fa un’analisi impietosa: “La Lega ha puntato scientificamente fin dal primo momento a indebolire ideologicamente e politicamente il Movimento, con il chiaro obiettivo di usarlo fino in fondo prima di gettarlo via”.

Se Dibba pensa davvero di risalire la china con il tour tra i gruppi di attivisti cominciato la settimana scorsa a Sulmona, avrà capito che non sarà facile. Serve un impegno meno episodico. Oltre che una nuova strategia: come quella di fare apparentamenti con altre liste facendo decadere una regola a detta di tutti autolesionista.

Danilo Toninelli prova a lanciare la palla in avanti annunciando – proprio per oggi – la pubblicazione dell’analisi costi-benefici sulla Tav, che da ieri è in mano ai due vicepremier. I 5 stelle proveranno a ripartire dal no all’alta velocità Torino-Lione per frenare il ribaltamento dei rapporti di forza all’interno del governo. Anche se uno dei componenti della commissione, da sempre favorevole all’opera, ha scritto una “relazione di minoranza” che dovrebbe essere allegata all’analisi e su cui Salvini cercherà senz’altro di fare leva.

rep

Prima delle europee, nessuno parla di rimpasti, ma le cose da chiarire sono molte: dalla Tav al Venezuela fino a Bankitalia. Anche per questo, era previsto un vertice tra Conte e i suoi vice già ieri notte. Saltato alle dieci e mezzo di sera. Senza un perché.

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