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Dischetti di plastica spiaggiati, il caso finisce in Procura

Mar 19, 2018

Migliaia di dischetti di plastica spiaggiati, dalle isole del golfo di Napoli alla Toscana. Il caso, denunciato nei giorni scorsi da “Repubblica” e seguito da vicino dai responsabili del progetto “Clean Sea Life”, finisce all’attenzione della magistratura. Il Codacons ha infatti presentato un esposto alle Procure della Repubblica di Napoli, Salerno, Latina, Roma, Civitavecchia e Grosseto chiedendo di aprire indagini urgenti sul territorio alla luce del reato di disastro ambientale.

“E’ necessario accertare le responsabilità che si celano dietro alla vicenda, avviando le dovute indagini per i reati ambientali previsti dal nostro ordinamento – spiega in un comunicato il presidente Carlo Rienzi -. In particolare chiediamo alle Procure di procedere al momento contro ignoti per la fattispecie di disastro ambientale, in relazione agli enormi danni subiti dalla flora, dalla fauna e dal paesaggio delle coste invase dei dischetti di plastica. Una volta individuati i responsabili, verso costoro dovrà essere disposta la misura dell’arresto in carcere, considerata la gravità della situazione su numerose spiagge e le conseguenze per il territorio”. La nota conclude con l’annuncio, da parte dell’associazione, dell’offerta “di assistenza legale agli operatori turistici e alle strutture ricettive delle zone interessate dalla presenza dei dischetti per tutti i danni economici subiti, e ai cittadini residenti nelle aree coinvolte, ai fini delle dovute richieste risarcitorie che saranno avviate non appena individuati i responsabili dell’inquinamento di mari e spiagge”.

Sul caso indaga intanto il Comando generale della Guardia costiera e delle Capitanerie di porto attraverso le le sue strutture territoriali nelle regioni interessate: partite nella seconda decade di febbraio da Ischia e Capri, le segnalazioni continuano ad arrivare copiose da Feniglia, in Toscana, Torvajanica, Lavinio, Anzio, Sperlonga, Sabaudia, nel Lazio.

Preoccupazione è stata espressa, a Ischia, dall’Associazione Nemo per la diffusione della cultura del mare, sin dai primi giorni particolarmente attenta al fenomeno. Sarebbe sempre più probabile che i dischetti – come peraltro ipotizzato da Clean Sea Life – siano supporti di varie forme e misure utilizzati per la depurazione biologica per il trattamento dei rifiuti liquidi, come fogne cittadine e industriali. Come accaduto in un caso analogo avvenuto a Boston sette anni fa, potrebbero essere usciti accidentalmente da un grosso impianto di depurazione insieme ad ingenti quantità di liquami.

“Al momento – spiega Eleonora de Sabata – il malfunzionamento di un depuratore, non ancora identificato, è l’ipotesi più accreditata, anche se non sarebbe da escludere la pista del container caduto in mare”.

La Regione Campania ha avviato, attraverso l’Arpac, una serie di verifiche, anche con l’utilizzo di unità in mare: al momento, fanno sapere da Palazzo Santa Lucia, si escluderebbe un coinvolgimento dei depuratori del litorale domitio.”Ho chiesto approfondimenti sulla natura di questa grave forma di inquinamento e sulla presenza di potenziali pericoli per la salute pubblica – ha spiegato in una nota il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli – e chiederò anche quali danni questo fenomeno abbia apportato all’equilibrio della fauna marina. Non possiamo lasciare i cittadini nel dubbio che si tratti di un fenomeno grave di inquinamento del nostro mare. Verificherò che si indaghi a fondo per individuare i responsabili di questa violenza nei confronti del nostro mare affinché siano loro a pagare i costi delle analisi, della pulizia e della bonifica dei litorali interessati”.

ll caso ha visto inoltre l’interessamento delle aree marine protette “Regno di Nettuno” e “Punta Campanella”. Il Parco Marino di Punta Campanella ha reso noto di essere impegnato nel monitoraggio della situazione, invitando a segnalare eventuali avvistamenti attraverso il sito www.citizensciencepc.org, il portale

di scienza partecipata aperto qualche mese per coinvolgere cittadini e utenti nella segnalazione di problematiche, emergenze ma anche specie particolari. “E’ importante segnalare in questa fase l’eventuale presenza di questi dischetti nel mare della costiera – ha sottolineato Antonino Miccio, direttore dell’AMP Punta Campanella – in modo da studiare bene il fenomeno nel suo complesso e cercare di capirne l’origine e le cause”.

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