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Di Maio, pressing su Conte: sì a 3 proposte M5S «o la manovra non esiste» – Il Sole 24 ORE

Ott 20, 2019

vertice di governo

L’ultimatum di Di Maio lanciato a Giuseppe Conte via Facebook in vista del vertice di governo in agenda il 21 ottobre rilancia tre proposte «imprescindibili» da inserire nella legge di bilancio. Da Renzi l’affondo sui “balzelli”: «Recuperiamo 2 miliardi dalla spending»

20 ottobre 2019


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3′ di lettura

È passata quasi una settimana dal Consiglio dei ministri che ha approvato «salvo intese» la legge di bilancio e il decreto fisco, e la manovra è ancora in alto mare. Tra veti incrociati e altolà che dividono la maggioranza, a fare pressing sul premier sono il leader di Italia viva Matteo Renzi e il capo politico M5S, Giuseppe Di Maio, che ha mobilitato la comunicazione pentastellata per fare “fuoco amico” sul premier. L’ultimatum lanciato a Giuseppe Conte via Facebook in vista del vertice di governo in agenda il 21 ottobre rilancia così tre proposte «imprescindibili» da inserire nella legge di bilancio: «O si fanno o non esiste la manovra». A partire dal carcere per i grandi evasori: si ipotizza una soglia dei 100mila euro di evasione oltre la quale scattano le manette

La prima misura «imprescindibile», spiega Di Maio da Matera dove partecipa alla presentazione del Padiglione italiano per l’Expo 2020 a Dubai, è il carcere agli evasori e la confisca per sproporzione ai grandi evasori fiscali. «Significa che chi evade più di 100mila euro all’anno verrà punito seriamente con il carcere e bisogna confiscargli più di quanto ha evaso». chiarisce il ministro degli Esteri pentastellato. E proprio il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, annuncia che il pacchetto di norme per il decreto fiscale è pronto: «Dobbiamo decidere – ha spiegato il Guardasigilli – quale parte far entrare subito e quale in sede di conversione e comunque entro 60 giorni». E sulla soglia per il carcere «ci stiamo orientando per individuarne una che dovrebbe essere intorno ai 100 mila euro».

Il secondo punto per i M5S sono poi gli interventi per la riduzione delle commissioni bancarie richieste ai commercianti per Pos e carta di credito. «Per me vanno bene le multe ai commercianti che non utilizzano il Pos, ma se gli abbattiamo i costi del Pos, i costi delle carte, perché altrimenti rischiamo di trovarci in una situazione in cui introduciamo una nuova tassa per i commercianti, non una multa», ha spiegato Di Maio. Il terzo punto riguarda il carico fiscale sulle partite Iva: «Per noi l’importante è che continuino a pagare solo il 15% di tasse, cosa che non è così, in questa manovra gli si alzano le tasse», conclude.

Ma il fuoco amico, alla vigilia del vertice di maggioranza, arriva anche da Italia Viva e dal suo leader Matteo Renzi che mette nel mirino le nuove tasse in manovra: dalla sugar tax a i balzelli sulla casa (imposta di registro più alta sui trasferimenti e aliquota sulla cedolare secca sugli affitti dal 10 al 12,5%): «Italia Viva non può che essere contro l’aumento delle tasse. Faccio una proposta alla maggioranza – ha detto Renzi dal palco della Leopolda – teniamo la pressione fiscale allo stesso livello dell’anno scorso tagliando le spese per due miliardi di euro in un anno, senza toccare i servizi». Da Renzi anche l’idea di offrire il lavoro di 5 professionisti «per conto di Italia Viva per tagliare le spese inutili . Ci prendiamo noi la responsabilità di farlo. Ma evitiamo – ha aggiunto ancora il leader di Italia Viva -balzelli come sugar tax, come quelli sulla casa e sulle partite Iva».

«Non c’è nessun ultimatum contro un ultimatum. Io credo soltanto che bisogna fare in modo che in questo governo ci sia meno nervosismo, meno prese di posizione dure e mettere al centro le persone e non le proprie opinioni», ha poi commentato Di Maio, riferendosi alle parole pronunciate dal premier in visita all’Eurochocolate a Perugia («chi non fa squadra è fuori da governo»). «I toni “o si fa così o si va a casa” fanno del male al Paese, fanno del male al governo: in politica si ascolta la prima forza politica che è il M5s, perché se va a casa il M5s è difficile che possa esistere ancora una coalizione di governo», ha cponcluso il leader M5S. Anche Renzi non vuol sentir parlare di ultimatum: «Agli amici della politica romana dico: proporre delle idee non è lanciare un ultimatum, è fare politica. Non ultimatum, ma primato della politica. Noi diciamo: ma che vi ha fatto di male il ceto medio per essere tartassato da tasse inutili?».

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