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Dalla Serbia a Torino con il cuore con un solo ventricolo. Salvata al Regina Margherita

Ago 18, 2019

L’orizzonte era un trapianto di cuore. Sembrava che fosse questa l’unica chance di salvezza. Una ragazza di 17 anni, di Belgrado, è arrivata dalla Serbia all’ospedale Infantile Regina Margherita, portatrice dalla nascita di una grave cardiopatia congenita, un cuore univentricolare. In Serbia era stata sottoposta a due interventi cardiochirurgici che non sono stati risolutivi. La convinzione per tutti è che solo un trapianto di cuore avrebbe potuto salvarle la vita. Grazie a un accordo tra il governo serbo e l’Italia, il caso è stato segnalato al Centro di Coordinamento Trapianti Nazionale che ha lanciato l’appello ai Centri trapianto regionali. A raccoglierlo è stata la Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale Regina Margherita della Città della Salute di Torino diretta da Carlo Pace Napoleone, dove la paziente è stata trasferita dall’ospedale di Belgrado lo scorso giugno.

Le condizioni cliniche all’arrivo erano disperate, ma, dopo gli accertamenti eseguiti dall’équipe della Cardiologia pediatrica diretta dalla dottoressa Gabriella Agnoletti, i cardiochirurghi hanno cambiato strategia e sono riusciti, grazie a una complessa operazione a cuore aperto durata circa 8 ore, ad ottenere un risultato insperato che ha permesso di evitare il trapianto. Durante l’intervento si è ricostruito un collegamento diretto tra le vene, che portano il sangue non ossigenato al cuore, ed i polmoni, senza passare per il ventricolo destro non sufficientemente sviluppato. Ora la ragazza, che durante la degenza ha festeggiato anche i suoi 18 anni, potrà tornare a casa.

Un ruolo importante è stato svolto anche dall’Associazione Amici Bambini Cardiopatici che, con la presidente Marina De Nardo, ha garantito il supporto logistico alla paziente e ai suoi famigliari. Il direttore sanitario della Città della Salute dottor Giovanni La Valle sottolinea l’attenzione alla cura dei pazienti nel periodo cosiddetto di transizione (transitional care), tra la fase pediatrica e quella adulta. “Allo stato attuale”, ha detto La Valle, “ la Città della Salute rappresenta l‘unico esempio regionale e uno dei pochi a livello nazionale nel quale le cardiopatie congenite possono essere curate indipendentemente dall’età del paziente, potendone garantire la presa in carico dall’età pediatrica fino alla transizione all’età adulta”.

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