ordinanze sparse
Come ribadito dal ministro delle Autonomie Francesco Boccia, il 3 giugno solo tra regioni a basso rischio saranno consentiti i movimenti
Come ribadito dal ministro delle Autonomie Francesco Boccia, il 3 giugno solo tra regioni a basso rischio saranno consentiti i movimenti
22 maggio 2020
2′ di lettura
Solo il 3 giugno si potrà riprendere a circolare liberamente in tutta Italia se la curva dei contagi continuerà la sua discesa. Ma alcune regioni in ordine sparso e con modalità diverse hanno già aperto i “confini”, consentendo gli spostamenti tra Comuni e Province limitrofe. Il ministro della Salute Roberto Speranza ha scritto al presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini: il divieto resta e i governatori, assumendosene la responsabilità, possono agire in deroga solo per spostamenti di «assoluta necessità». Quanto al 3 giugno, ha ribadito il ministro delle Autonomie Francesco Boccia, riaprirà solo chi ha i numeri in regola. «Se una regione è a basso rischio, probabilmente sarà consentito lo spostamento. E se è ad alto rischio, di sicuro non potrà ricevere ingressi da altre regioni. Ma speriamo non sia così».
Veneto apripista
Il primo a dare il via libera è stato il Veneto di Luca Zaia, che già nel primo giorno di riaperture di bar, ristoranti e negozi ha annunciato un accordo con i colleghi di Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Provincia di Trento: sì agli spostamenti anche fuori regione tra province confinanti, con l’autocertificazione, per vedere parenti e fidanzati. La questione dei “confini” è poi arrivata in Conferenza Stato-regioni nella nota con la quale il presidente Stefano Bonaccini ha chiesto a nome dei governatori modifiche al Dpcm del 17 maggio. Menzionando esplicitamente la necessità di consentire «lo spostamento anche al di fuori della regione di residenza, nei limiti della provincia o del comune confinante, da parte di residenti in province o comuni collocati al confine tra due regioni». Una richiesta a cui Speranza ha risposto ricordando che il divieto resta e che la decisione di estenderlo fino al 2 giugno risponde ad «una specifica esigenza di gradualità nell’allentamento delle misure adottate», che deve essere «accompagnata da un puntuale e giornaliero monitoraggio del trend epidemiologico». E ha aggiunto che i presidenti possono sì agire in deroga al divieto, ma solo se gli spostamenti «rientrino nei casi di assoluta urgenza».
Marche ed Emilia Romagna
Intanto i presidenti hanno già firmato o firmeranno ordinanze nelle prossime ore. Ad esempio tra le province di Pesaro-Urbino (Marche) e Rimini (Emilia Romagna) ci si può spostare ma solo per far visita ai congiunti mentre tutti coloro che abitano nelle altre province e nei comuni delle Marche al confine con altre regioni possono vedere chi vogliono.
Toscana
Anche tre le zone confinanti delle provincie di Ravenna (Emilia Romagna) e Firenze (Toscana) ci si può muovere liberamente e senza vincoli di parentela. «Storicamente e socialmente i comuni condividono relazioni quotidiane e profonde», ha spiegato il presidente della Provincia di Ravenna Michele de Pascale.
Piemonte
Come ha annunciato il presidente Alberto Cirio, anche tra Piemonte e le regioni confinanti, invece, ci si potrà spostare solo per vedere i congiunti.