• 19 Aprile 2024 15:43

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Dakar 2021. Ferdinando Brachetti Peretti. Rookie OK

Gen 14, 2021

Al-Ula, Arabia Saudita, 13 Gennaio. È in corsa con Rafael Tornabell, uno specialista con due dozzine di Dakar sulle spalle. Guida un Polaris RZR Pro XP del Team XtremePlus di Marco Piana, altra bordata di esperienza “dakariana”.

Ferdinando Brachetti Peretti è arrivato dal niente di simile prima, e si è affacciato alla Dakar discretamente, nessuna conferenza stampa, nessun obiettivo se non personale. In due mesi ha conosciuto il Team, il suo Navigatore e provato la macchina, si è iscritto e si è presentato a Jeddah il 3 Gennaio. Un “condannato”, secondo la mitologia che accompagna i debuttanti senza alcuna esperienza specifica.

Invece c’è chi non si fa vincere dai luoghi comuni, perché ha un senso della vita non comune, e rovescia il mondo. Dopo 10 Tappe Ferdinando Brachetti Peretti, per brevità d’ora in avanti ”FBP”, armato di costanza e regolarità, è salito fino a metà classifica e superato la difficile selezione degli SSV. Soprattutto, FBP è l’unico Pilota Rookie italiano rimasto in gara alla Dakar 2021 Arabia Saudita.

La conoscenza con Ferdinando avviene casualmente in un giorno speciale, il suo compleanno.

“Sono arrivato alla Dakar per puro caso. Attraverso conoscenze, il fratello di Marco Piana. L’ho conosciuto in montagna, mi ha spiegato che il fratello ha un Team, ci ho parlato, mi ha convinto a provare.

Siamo andati una volta a provare la macchina. Veramente due giorni di numero in Tunisia, e poi ho deciso di farla. Tutto qua. Sono alla Dakar per pura casualità.

Nessun precedente?

Ho dei precedenti. Ho fatto dei raid in moto in Australia, in Africa, in Sud America. Quando ero giovane, quando avevo vent’anni. La Dakar l’ho sempre seguita e mi divertiva provare a farla prima di essere troppo vecchio.

Scusi, ma quanti anni ha?

Sessantun anni oggi. Oggi è il mio compleanno.

Vede che non è un caso che ci incontriamo oggi… era per fare gli Auguri. Solo sport motori o anche altre esperienze sportive?

Se parliamo di Sport sicuramente li ho fatti quasi tutti. Parliamo di Sport tradizionali, a parte il calcio che per la verità non ho mai amato. Ho corso molto in moto, e tutt’ora giro quotidianamente in motocicletta per Roma. Ma la mia vita è un’altra, è una vita imprenditoriale. Faccio il Presidente e l’Amministratore della IP. Quello è il mestiere che faccio da sempre, la nostra Azienda ha più di cento anni, è stata fondata da mio nonno.

Per il resto ho fatto fotografia professionalmente, ho esposto, anche alla Biennale di Venezia con una mostra delle mie fotografie. Se vogliamo andare avanti, sono Pilota di elicottero da 35 anni. Ecco, nel 1990 ho vinto il Campionato Italiano di Pilotaggio Elicotteri. Figuriamoci, un po’ di tempo fa! Mi considero una persona eclettica, mi diverte fare cose diverse, esperienze nuove…

E si arriva alla Dakar…

E quindi, attratto dal mito che conoscevo da tempo, di cui ho sempre sentito parlare, ho voluto fare la Dakar! Mi son detto: voglio provare. Poi, se mi stufo, se non va bene, o non mi diverto, dopo due giorni me ne vado.

E invece?

E invece, a due giorni dalla fine, sono in ottima forma e spero che, domani e dopo domani, le ultime due tappe vadano abbastanza bene… Mi dicono comunque che, per essere un Rookie, e mettiamolo tra virgolette, sono piuttosto costante e guido bene. Poi, è chiaro, ne succedono di tutti i colori. Ci siamo persi, più di una volta e lo si vede dalla classifica altrimenti saremmo più in alto, quindi abbiamo rotto la macchina, abbiano bucato, rotto la cinghia di trasmissione un po’ di volte. Insomma abbiamo perso tempo. Se non lo avessimo perso direi che la mia guida potrebbe essere considerata più che soddisfacente.”

In che rapporto stanno quello che immaginava della Dakar e quello che sta vivendo?

Il giudizio è influenzato certamente dal momento, dal Covid-19. Ho trovato un ambiente molto indipendente, separato. Viviamo così. Io ho il mio camper dove vivo e dormo. Non vedo molta gente perché, per questi motivi, è difficile, se non quando vado a farmi una passeggiata in giro. Tuttavia tutti “box” dei team sono chiusi, recintati. Non c’è una vera e propria vita di comunità come accadeva negli anni passati. Più che altro vedo i manager e i meccanici del mio team, i miei compagni di Squadra. Ho conosciuto Carlos Sainz, perché abbiamo degli amici comuni, ma niente di più, ecco.

Comunque l’esperienza le piace, si diverte?

Beh, l’ho ammesso, se non mi fosse piaciuta sarei andato via. La sto facendo, mi piace. Non ho particolari velleità né penso di tornare, ma la sto facendo meglio che posso per vivere degnamente una nuova esperienza.

Lei sa che chi la fa una volta poi difficilmente non ritorna?

Vediamo… questo lo vedremo. Ho altri interessi oltre che la mia famiglia e il lavoro. Poi, magari, deciderò di rifarla, ma per il momento non credo. È un’idea, poi vedremo.”

Allora, beh… buon Compleanno!

© Immagini: “Nani” Roma Media, BRX, Red Bull Content Pool, X-raid, Toyota Gazoo Racing, ASO Médiathèque – DPPI, DPPI-Soldano, KTM, Honda, Rally Zone

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