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Da Bankitalia dividendi per 7,8 miliardi allo Stato più un altro miliardo di imposte

Mar 31, 2020

I partecipanti al capitale sono 143

Attualmente il capitale di Bankitalia è controllato da 143 partecipanti, cresciuti di 83 unità dalla riforma del 2013. In questi sei anni ci sono state 32 fuoriuscite (30 per riorganizzazioni interne a gruppi bancari e assicurativi e 2 per cessione di quote a nuovi partecipanti) e 115 ingressi. Tra gennaio e febbraio 22 nuovi soggetti hanno comprato 6.002 quote, pari al 2% del capitale per un controvalore di poco superiore ai 150 milioni di euro, mentre altri 33 soggetti che erano già nella compagine hanno comprato 7.762 quote, pari al 2,59%, per un valore di oltre 194 milioni. Con tante piccole operazioni è passato di mano il 4,59% del capitale di Via Nazionale e il numero dei partecipanti è arrivato a 143 (erano 60 prima della riforma del 2013).

Banche, assicurazioni, Casse e fondi pensione

A comprare sono stati, in particolare, l’Istituto per il Credito Sportivo (che è passato dallo 0,33 allo 0,73%), l’ente di previdenza del comparto agricolo Enpaia (dal 2,15 sale a 2,8%) e Enpacl (dallo 0,9 all’1,2%). Tra i nuovi soci figurano numerose piccole banche, un ente di previdenza e un fondo pensione con quote di un certo peso: Enpapi (0,27%) e il Fondo pensione agenti professionisti di assicurazione (0,4%). A limare le loro posizioni sono stati invece i quattro soggetti che avevano quote superiori al 3%: Intesa Sanpaolo, che con le ultime vendite è scesa dal 42,42% del 31 dicembre 2013 al 20,09%, Unicredit dal 22,11 al 10,88%, Generali dal 6,33 al 3,67% e Carige dal 4,03 al 3,5%. Dal 2013 il peso delle banche nel capitale della Banca d’Italia è sceso dall’84,50% all’attuale 59,36%. Si è ridotto anche quello delle assicurazioni (da 9,83 a 6,95%) mentre sono aumentate le quote degli enti previdenziali (da 5,67 a 23,39%), dei fondi pensione (da 0 a 3,69%) e delle fondazioni (da 0 a 6,91%). A questo punto le quote di capitale oltre la soglia del 3% restano in capo ai primi quattro partecipanti e il primo, Banca Intesa, potrebbe di nuovo crescere se andrà in porto l’acquisizione di Ubi Banca, che detiene 3.969 quote. Le quote in eccesso rispetto al limite del 3 per cento del capitale ammontano a un valore nominale di poco inferiore ai 2 miliardi di euro, a fronte di un capitale complessivo di 7,5 miliardi. Il valore nominale delle quote eccedenti era pari a 2,5 miliardi lo scorso anno e a 2,7 miliardi due anni fa.

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