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Crisi di governo, Garante Privacy e Agcom a rischio paralisi. Gli esperti: “Minaccia per la par condicio”

Ago 13, 2019

La crisi di Governo che si profila rischia di paralizzare le attività delle autorità garanti privacy e comunicazioni. E mette così a rischio, tra l’altro, il corretto andamento della campagna elettorale (per la par condicio e non solo) e la tutela consumatori.

L’allarme è confermato, a Repubblica, da esperti dei meccanismi delle due authority e associazione dei consumatori. E si spiega per la particolare coincidenza temporale, “unica nella storia dell’Italia, tra crisi di Governo e scadenza contemporanea dei membri direttivi delle due autorità”, dice Marco Pierani di Altroconsumo. “E’ stato un gesto irresponsabile non chiudere le due partite nominando i nuovi membri, prima della crisi di Governo. Forse la Lega stava così già preparandosi alla crisi”, aggiunge. Come a dire: forse poter fare campagna elettorale in una fase di autorithy depotenziate è stato uno dei fattori che hanno convinto il vicepremier Salvini ad aprire alla crisi proprio in questo momento.

L’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) è già in regime di prorogatio fino al 26 settembre. Il 7 agosto invece è stato pubblicato il decreto di proroga di 60 giorni (a contare dall’8 agosto) per il Garante Privacy.

“Si è creata una situazione oggettiva di difficoltà per l’Autorità Garante, a prescindere dalla qualità del suo presidente, del collegio e degli uffici. È auspicabile che il Parlamento faccia uso dell’ulteriore proroga e proceda a rinnovare il collegio secondo le norme del codice privacy ricollocando l’Autorità garante nella pienezza dei suoi poteri e del suo ruolo”, spiega Franco Pizzetti, ordinario di diritto costituzionale all’università di Torino ed ex Garante privacy.

“Già adesso le autorità sono depotenziate, perché possono solo occuparsi di affari correnti e non prendere decisioni di rilevanza non ordinaria”, dice l’avvocato Fulvio Sarzana, esperto di privacy e telecomunicazioni. “Ma poiché non sono previste altre possibilità di proroga, se i nuovi membri non saranno nominati prima della scadenza ci ritroveremo con autorità senza potere affatto”.

“E considerato che il parlamento non potrà procedere prima che si chiarisca l’esito della crisi, verso il rimpasto o nuove elezioni, i ritardi nelle nomine saranno inevitabili”, chiosa Pierani. Ritardi che diventerebbero geologici se si dovesse attendere l’insediamento del nuovo parlamento. L’Italia non può permettersi di restare per un tempo indefinito – forse persino mesi – senza autorità garanti funzionanti. Gli esperti concordano.

“La situazione è delicata – dice l’avvocato noto esperto di privacy Rocco Panetta. In particolare per il Garante per la protezione dei dati personali, il cui Collegio è scaduto lo scorso 19 giugno. Con la proroga della scorsa settimana, il Consiglio dei Ministri prende atto dell’incapacità del Parlamento di individuare le figure che devono guidare la più importante delle Autorità indipendenti del nostro Paese, il Garante Privacy”. “I cittadini, le imprese e le pubbliche amministrazioni non possono aspettare e subire ulteriori ritardi a causa delle turbolenze della politica”, aggiunge.

Per esempio, “l’assenza di certezza è destinata ad avere effetti dirompenti (quanto ad Agcom) sui provvedimenti in tema di sondaggi e di par condicio, fondamentali in periodo di elezioni”, dice Sarzana. “Sì, ma anche il Garante Privacy già in passato ha vigilato sul corretto andamento delle elezioni, sanzionando per esempio l’abuso dei dati dei cittadini a scopo elettorale”, aggiunge Pierani.

Per Agcom, le incertezze investono inoltre i dossier a tutela dei consumatori, per esempio sulle modalità dei rimborsi per le tariffe a 28 giorni, su cui l’Autorità sta per avviare un nuovo procedimento sanzionatorio (a quanto risulta, ma non ancora ufficializzato) sugli operatori. Oppure per la vigilanza sull’effettiva riduzione dei costi di disdetta, già prevista in precedenti delibere. Serve una Agcom con pieni poteri (anche sanzionatori) per assicurarne la corretta applicazione da parte degli operatori.

“Quanto al Garante privacy questo stato di incertezza, oltre ad avere riflessi sull’avviso di nuovi procedimenti, e sullo stesso potere sanzionatorio, è destinato ad avere impatti su provvedimenti lungamente attesi, quali i codici di condotta ed i criteri nazionali per le certificazioni da emettere in base al GDPR”, dice Sarzana. Si noti che l’Italia è ad oggi tra i pochissimi Paesi europei a non aver fatto ancora una sanzione a chi viola le regole privacy del regolamento europeo GDPR.

“Senza poi contare gli effetti che potrebbero derivare dalla mancata conversione in legge del Decreto legge di proroga del Garante. Il che vanificherebbe tutti gli atti compiuti in questi 60 giorni”, dice Sarzana. Panetta suggerisce quindi un decreto per prolungare di almeno un anno le due Autorità, per assicurarne i pieni poteri in questa fase di incertezza.

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