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Cresce il fronte contrario al voto subito. Grillo torna in campo: “Salviamo l’Italia dai barbari” – Rai News

Ago 11, 2019
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11 agosto 2019

La via è strettissima, piena di insidie. Si chiama “governo di transizione”: un esecutivo guidato da una figura terza, per mettere al riparo i conti con una manovra, fare il taglio dei parlamentari e una legge elettorale proporzionale. E, sul piano politico, prendere in contropiede Matteo Salvini. A ora è solo una suggestione, che circola negli ambienti parlamentari. Ma Matteo Renzi sarebbe pronto a mettere in campo questa idea e, nonostante il no deciso di Nicola Zingaretti, un pezzo di Pd potrebbe seguirlo. C’è poi Beppe Grillo, che annuncia il suo ritorno in campo “per salvare l’Italia dai nuovi barbari”.

Salvini ha fretta di tornare al voto. Ma il ritorno di Grillo e le argomentazioni di Renzi suggeriscono che i tempi di questa crisi non saranno per nulla brevi. Con il presidente della Camera, Fico, che avverte il ministro dell’Interno: “I Presidenti di Camera e Senato convocano le Camere. Nessun altro”. Infine, la Costituzione sancisce che solo il presidente della Repubblica può sciogliere le Camere e convocare le elezioni anticipate.

Dalle pagine del Corriere della Sera, Renzi dice oggi “è folle andare al voto”. E apre a un governo istituzionale “anche con il M5S”.

Renzi: “Folle votare, governo istituzionale anche con M5s”

“Andremo in Senato e ci confronteremo. E qui è in gioco l’Italia, non le correnti dei partiti. Chiedero’ di parlare e dirò che votare subito è folle”, dice al Corriere, proponendo un’intesa larga, anche con i 5 stelle, per evitare le elezioni subito e dar vita a un governo istituzionale. “La priorità – argomenta Renzi – è evitare l’aumento dell’Iva. Vanno trovati 23 miliardi di euro”, perché “prima vengono i risparmi degli italiani, poi le ambizioni di Capitan Fracassa”. Inoltre, secondo Renzi, “Salvini deve lasciare il Viminale, Conte deve lasciare palazzo Chigi. I due saranno i leader di Lega e Cinque Stelle alle elezioni? Auguri. Ma, sfiduciati, non possono essere loro i garanti elettorali. Facciano la campagna, ma lascino gli uffici pubblici”. Infine, il taglio dei parlamentari: “I 5 Stelle hanno scommesso molto su questa riforma. A me non piace. Ma devo ammettere che hanno ragione loro quando dicono che sarebbe un assurdo fermarsi adesso, a un passo dal traguardo. Si voti in Aula in quarta lettura e si vada al referendum: siano gli italiani a decidere”. Quindi, conclude Renzi, “Faccio un appello a tutti. Dalla Lega ai 5 Stelle, da Forza Italia alla sinistra radicale, dalle Autonomie ai sovranisti fino ai gruppi parlamentari del Pd, della cui tenuta non dubito. A tutti. Ci vuole un governo istituzionale che permetta agli italiani di votare il referendum sulla riduzione dei parlamentari, che eviti l’aumento dell’Iva, che gestisca le elezioni senza strumentalizzazioni. Penso che quando Mattarella inizierà le consultazioni una parte dei parlamentari dovrà aver già espresso la propria adesione a questo disegno. Così il presidente potrà valutare l’eventuale incarico a un premier autorevole. A lui toccheranno le scelte: noi dobbiamo consegnargli una ipotesi concreta”.

L’iniziativa di Renzi potrebbe anche piacere ai tanti pentastellati che negli ultimi giorni avrebbero cercato un canale di dialogo con i Dem. Il primo tempo della crisi politica si aprirà lunedì al Senato: i capigruppo dovranno decidere se convocare i senatori il 14 agosto, come chiede Salvini (ma ci sarebbe un’oggettiva difficoltà a mettere in moto la macchina parlamentare) o, come preferiscono Pd, M5s e gruppo Misto, la settimana che si apre il 19. La seduta dovrebbe iniziare con le comunicazioni del premier Giuseppe Conte e M5s potrebbe presentare una risoluzione a suo sostegno, ma la Lega chiede che si voti prima la sua mozione di sfiducia e il Pd che ancor prima si voti la sfiducia a Salvini (ma tra i Dem si ipotizza che il leader leghista si dimetterebbe prima).

Si annuncia battaglia

E, nel silenzio di Palazzo Chigi, si attende di capire le mosse di Conte, che sta scrivendo il suo discorso al Parlamento. Non si sa se deciderà davvero di farsi sfiduciare o dopo aver parlato andrà direttamente a dimettersi. Se, come appare probabile, Conte rifiuterà di restare a gestire gli affari correnti da dimissionario (e farà così decadere anche Salvini dal Viminale), potrebbe aprirsi la strada a un governo di garanzia che traghetti il Paese al voto. Ma è in questo varco che proverebbe a inserirsi il tentativo di dar vita piuttosto a un esecutivo di transizione. L’emergenza sarebbe mettere in sicurezza i conti. La spinta potrebbe arrivare lunedì da una eventuale tempesta sui mercati. E i fautori del governo di transizione potrebbero far leva sulla volontà del presidente Mattarella di garantire la tenuta dei conti, proponendo di non andare al voto senza una manovra che eviti l’aumento dell’Iva. E’ la linea della responsabilità. Che dentro il Pd vedrebbe favorevoli Dario Franceschini, Lorenzo Guerini, Matteo Orfini e una truppa di parlamentari.

Si potrebbe fare, se aderissero alcuni forzisti e chi, come il deputato di +Europa Alessandro Fusacchia, è convinto che non si debbano lasciar dettare i tempi della crisi e del voto a Salvini ma “offrire a Mattarella un’alternativa”.

Lunedì i 5S avviano la raccolta firme per il taglio dei parlamentari

I 5s lunedì raccoglieranno le firme per convocare la Camera per il taglio dei parlamentari, che rinvierebbe il voto di almeno sei mesi. E ci sarebbero contatti in corso tra pentastellati, soprattutto quelli vicini a Roberto Fico, e Dem. Beppe Grillo avrebbe aperto, spiega qualcuno, alla possibilità di un terzo mandato per chi ha iniziato questa legislatura, per evitare che tornino a casa tutti i ministri. Ma tra i parlamentari è forte il timore di non essere rieletti: di un’ipotesi di governo di transizione si potrebbe parlare nell’assemblea di lunedì.

Dal Nazareno ricordano che quindici giorni fa la direzione Pd ha votato all’unanimità contro ogni alleanza col M5s: Nicola Zingaretti e Paolo Gentiloni sono contrari a un’idea del genere che, come ammette qualche renziano, avrebbe un “costo politico molto alto” e rischia di lacerare il Pd. “E’ incomprensibile come Renzi possa passare dai pop corn e dal #senzadime al#tipregoconme rivolto ai Cinque stelle: è chiaro che sta cercando di prendere tempo per creare un suo partito”, dice un parlamentare vicino a Zingaretti. Se ne parlerà probabilmente lunedì nell’assemblea al Senato, anche se Renzi non ci sarà. C’è chi ragiona già del futuro, di Carlo Calenda o Paolo Gentiloni possibili candidati premier, se come pare Zingaretti resterà solo segretario. E di possibili primarie che vedano in campo Renzi. Prima, però, potrebbe svolgersi un’altra partita.

Grillo torna in campo: “Mi elevo a salvare l’Italia da nuovi barbari”

“Mi eleverò per salvare l’Italia dai nuovi barbari, non si può lasciare il paese in mano a della gente del genere solo perché crede che senza di loro non sopravviveremmo. Un complesso di Edipo in avvitamento che è soltanto un’illusione. Lasciamoci quindi alle spalle Psiconani, Ballerine e Ministri Propaganda a galleggiare come orridi conglomerati di plastica nei mari: per loro quella è vita, una gran vita, per noi soltanto sporcizia non biodegradabile”. Lo scrive Beppe Grillo sul blog.

“Il mondo politico europeo ha un “punto fisso rispetto alle stelle”: il M5S è biodegradabile, e ci contano così tanto che non resta da fare altro: deluderli.La vita scorre per cicli: prima eri uno che tentava di tenere duro con Salvini e adesso, solo perché lui è nel pieno del suo ciclo di vuoto intamarrimento tu devi morire? Io non vorrei che la gente abbia confuso la biodegradabilità con l’essere dei kamikaze”.

“Tamarro? Cosa rispondi a uno che ti definisce così. Non vedo una grande contestazione politica. Oggi ho ricevuto attacchi da Grillo e da Richard Gere. Me ne farò una ragione. Io rispondo agli italiani non a Grillo e Gere”: ha detto il vice ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini, parlando con i giornalisti al suo arrivo a Isola Capo Rizzuto.

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