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Coronavirus, Ue e Corte Conti preoccupati. Bruxelles taglia le stime di crescita per l’Italia

Feb 13, 2020

MILANO – Le possibili ricadute della diffusione del coronavirus continuano ad alimentrare la preoccupazione degli osservatori nazionali e internazionali. L’ultimo segnale di preoccupazione arriva dalla Commissione Europea, che oggi ha diffuso le proprie previsioni economiche di inverno. Pur lasciando invariato il dato complessivo sulla Ue e sull’Eurozona (rispettivamente a +1,4% e +1,2%), l’esecutivo Ue ha segnalato “nuovi rischi” come il Coronavirus che lasciano le prospettive “ancorate al ribasso”. Per ora – si spiega – si vedono effetti globali “limitati”, ma “più a lungo dura e più impatteranno su sentimento economico e condizioni globali di finanziamento”.

Riviste al ribasso invece le stime sull’Italia. Bruxelles vede per il 2020 una crescita dello 0,3% “”anche a causa di un effetto negativo di trascinamento”, e nel 2021 si fermerà a +0,6%, a fronte di un +0,4 e +0,7% delle previsioni precedenti.. Inoltre Bruxelles segnala che “i rischi al ribasso sulla prospettiva di crescita restano pronunciati”.

Analoghi segnali di preoccupazione sono arrivati anche dalla Corte dei Conti.Il 2020 resterà lontano dai ritmi di sviluppo pre-crisi, e l’inizio di una ripresa viene collocato nel biennio successivo. Su questo quadro poco confortante si innestano impulsi imprevisti che sembrano riportare verso il basso le prospettive economiche: dalle tensioni geopolitiche agli effetti difficili da stimare del coronavirus”, ha detto il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema alla cerimonia dell’inaugurazione dell’anno giudiziario sottolineando la “necessità di monitorare e valutare con grande attenzione l’evoluzione del quadro di finanza pubblica, al fine di prevenire il rischio di deviazioni dal percorso di risanamento di bilancio”

Vista la crescita e la bassa inflazione – ha detto ancora Buscema – “i margini per la riduzione del rapporto debito/Pil si fanno molto stretti. Ciò rafforza l’esigenza di politiche di bilancio caratterizzate da un alto grado di selettività, imposta anche da una serie di urgenze che spingono verso una più efficace azione di razionalizzazione della spesa pubblica e una revisione degli strumenti e delle procedure per rimuovere i vincoli che tuttora rallentano la realizzazione dei programmi di investimento pubblico”.

La Corte ha quindi incoraggiato il governo procedere con l’affidamento delle concessioni autostradali “da svolgersi prima della scadenza delle vecchie convenzioni per la tutela dell’interesse generale e per scongiurare la stasi degli investimenti, ciò anche al fine di evitare ulteriori proroghe alle convenzioni vigenti”. Secondo i magistrati contabili, “effetti del tutto simili alla proroga formale sono dati dalla proroga di fatto a seguito di mancato tempestivo di affidamento della concessione”. “Solo recentemente – ricorda la Corte- si è iniziato a ripensare il sistema sia per la remunerazione che per l’allocazione dei rischi”. La magistratura contabile sottolinea la necessità di “un’amministrazione con forti competenze e qualificazioni tecnico-professionali per negoziare con le controparti private e pervenire a una regolazione dei rapporti che tuteli efficacemente l’interesse pubblico”.

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