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Coronavirus, riaprire fabbriche e scuole? Gli scienziati contro Renzi: “E’ follia”. Calenda: “Poco serio” – la Repubblica

Mar 28, 2020

“Pensare di riaprire le scuole il 4 maggio è una follia e fare proclami in questo momento è sbagliato”. L’epidemiologo Pierluigi Lopalco, dell’Università di Pisa e presidente del patto trasversale per la scienza, commenta così la proposta avanzata da Matteo Renzi sulle pagine di Avvenire. Il leader di Italia Viva prova a esporsi avanzando l’idea di “riaprire le fabbriche prima di Pasqua e le scuole il 4 maggio”. Poi rilancia nella sua e-news e in una diretta su Facebook, confermando in sostanza le sue affermazioni: “Il vaccino arriverà tra un anno, se non ripartiamo ora moriremo di fame, non di Covid. Sono convinto che si debba lavorare in sicurezza, con la distanza sociale, con i guanti e le mascherine ma bisogna ripartire perché sennò l’Italia non riapre. Con il Covid dovremo convivere per lungo tempo e dovremo costruire un mondo in cui c’è una nuova normalità”.

Ma la comunità scientifica si scaglia contro di lui. E arrivano critiche anche dal mondo politico, con Carlo Calenda che bolla le parole dell’ex premier come “poco serie”. E la Lega che parla di “provocazione della disperazione”.

“Dobbiamo essere cauti – rimarca ancora Lopalco – come facciamo a riaprire le scuole se non abbiamo dati né certezze? Non diamo false illusioni e speranze”. Sulla stessa linea anche il virologo Fabrizio Pregliasco: “Pensare di riaprire le scuole è prematuro. E’ giusto pensare al futuro ma serve molta attenzione. Questo virus non ce lo toglieremo dai piedi velocemente, ma in questa fase è necessario agire per poter arginare la dimensione dei morti che c’è stata in Lombardia”.

Anche l’epidemiologo Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto superiore di sanità, ospite di Coffee Break su La7, invita alla prudenza: “Non possiamo tenere l’Italia chiusa per sempre, ma occorre vedere prima gli effetti delle misure importanti messe in campo dal governo. Poi si possono studiare provvedimenti magari ‘stop and gò o misure complementari”.

“Riaprire prima di Pasqua? Governo e Parlamento decidano quante fite umane vogliono sacrificare per far ripartire l’economia. Renzi dalla tragedia di Bergamo non ha imparato nulla”, sostiene Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, think thank di politica sanitaria con sede a Bologna.

Come accennato Calenda, leader di Azione, attacca: “Caro Matteo Renzi, la tua dichiarazione è poco seria. Potremo riaprire quando la curva inizierà a flettere seriamente. Altrimenti il lockdown sarà stato inutile e dovremo riapplicarlo al primo riaccendersi di un focolaio”.

Critiche al leader di Italia Viva anche dal senatore della Lega Gian Marco Centinaio: “Ancora una volta da Renzi una proposta che fa capire quanta incapacità di ascolto ci sia da parte sua. Mentre la comunità scientifica implora il ‘tutto chiuso’, lui lancia l’ennesima provocazione della disperazione. Lo invito a rispettare quella promessa che aveva fatto dopo le dimissioni da premier nel 2016: l’abbandono della politica”.

Nicola Fratoianni di Sinistra italiana-Leu si chiede: “Su quali basi scientifiche il senatore di Italia Viva fa queste affermazioni? Non abbiamo bisogno di apprendisti stregoni irresponsabili”.

Mario Adinolfi del Popolo della famiglia: “Folle intervista di Renzi, che al 2,2 nell’ultimo sondaggio, prova a fare il Craxi della trattativa quando tutti erano per la fermezza”. Mentre la giornalista Selvaggia Lucarelli in un tweet lo invita a farsi un giro negli ospedali lombardi.

Dovrebbe venire a farsi un giro negli ospedali lombardi e magari fare una lunga chiacchierata con un epidemiologo. https://t.co/iNCAQH5Bje

— Selvaggia Lucarelli (@stanzaselvaggia) March 28, 2020

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