“Non usiamo il termine untore, perché non è corretto”. A dirlo è stato Luca Richeldi, direttore dell’Unità di Pneumologia al Policlinico Gemelli di Roma, intervenuto oggi alla Conferenza stampa alla Protezione Civile. “E’ un termine sbagliato, dispregiativo e terroristico. Ci possono essere vettori, che senza saperlo possono contagiare gli altri. E’ chiaro che eravamo impreparati, ricordo che questo virus era sconosciuto fino a tre mesi fa. I dispositivi di protezione individuale – ha aggiunto – sono una base indispensabile per la protezione degli operatori sanitari”, ha aggiunto ricordando gli oltre 50 medici morti e le migliaia di infettati, “ma negli ultimi tempi gli ospedali hanno attivato percorsi predefiniti che proteggono operatori e pazienti”.
“Ciò non toglie che, per chi fa il medico, c’è un rischio non dico calcolato, ma implicito nella professione: rimane che si è più esposti rispetto a chi fa un’altra procedura. I dispositivi sono importanti, ma i percorsi lo sono altrettanto”. E i percorsi, per essere messi in piedi, “richiedono tempo e risorse” e in alcune regioni come Lombardia ed Emilia Romagna sono stati messi in piedi in condizioni di emergenza.