Le Regioni zona rossa trainano il calo
Le Regioni che sono state in zona rossa fino a domenica scorsa e quelle che ci sono ancora vedono una riduzione dei casi molto più marcata. E’ il caso della Lombardia (-38% perché è passata da 48.429 casi a 30.054), del Piemonte (-29,2% perché è sceso da 21.828 a 16.758 casi) e della Calabria (-28%, da 3.454 a 2.508) che sono da tre giorni in zona arancione. Sono invece ancora rosse, tra le altre, la Toscana (-44,4%, da 12.793 a 7.109) e la Campania (-25,9%, da 21.910 a 16.237). L’Emilia-Romagna, che è arancione, è passata invece da 17.300 a 13.986 casi (-19,1%) mentre il Veneto, sempre rimasto giallo, da 21.450 a 20.711 (-3,4%). Stesso colore per il Lazio che è sceso da 18.271 a 13.959 (-23,6%).
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di Viola Giannoli 01 Dicembre 2020
Quasi al 10% la percentuale dei positivi rispetto ai test
Nella settimana c’è stata una lieve flessione dei tamponi, che sono stati 1.401.019, cioè un numero più basso rispetto alle tre settimane precedenti (quando si è sfiorato il milione e mezzo). Il dato è certamente legato al fatto che ormai le Regioni usano moltissimo i test rapidi antigenici, che non vengono conteggiati nei dati della Protezione civile, qui elaborati grazie a Giorgio Presicce, analista della Regione Toscana. La percentuale di positivi rispetto ai test sta ancora scendendo. E’ arrivata a 11,84% contro i 14,59%, 16,18%, 16,2%, 14,64% delle settimane precedenti. Anche questo dato sarebbe diverso se si conteggiassero, come richiedono molte Regioni anche i test rapidi.
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Per la prima volta da 18 settimane diminuiscono i ricoveri ma i morti crescono ancora
Per la prima volta da martedì 21 luglio i ricoveri scendono. Erano quindi 18 settimane che non succedeva. Ieri negli ospedali, tra reparti ordinari e di terapia intensiva destinati al Covid, c’erano 36.474 persone contro le 38.393 di martedì scorso. Si tratta di un -5%. La settimana scorsa l’incremento era stato del 4,6&, quella precedente del 16,1% e prima ancora del 33,5%. La pressione sugli ospedali dunque si sta un po’ allentando, anche se per ora più lentamente rispetto alla discesa dei contagi.
Se si esaminano le sole terapie intensive si osserva ancora una volta un calo da 3.816 a 3.663, cioè del 4%. La settimana precedente c’era stata una crescita del 5,6%, prima ancora del 21,5, del 33,5 e del 57,8%. La frenata è evidente.
Ieri i morti sono arrivati a 56.361. Il martedì precedente erano stati 51.306 e quindi in una settimana sono stati 5.055. Il dato è più alto dei sette giorni precedenti, quando in Italia erano decedute 4.842 persone. C’è quindi ancora un incremento, del 4,2%, che fortunatamente è stato più ridotto rispetto a quello della settimana prima (+10,4%). Per questa curva, l’ultima a seguire l’andamento dei nuovi positivi, si osserva un rallentamento simile a quello avuto dai ricoveri. Se si risale nel tempo, nelle settimane subito precedenti, i decessi sono infatti cresciuti del 41,8% e addirittura del 71%.