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Coronavirus, Antitrust contro il sito delle donazioni usato dai Ferragnez: “Costi e commissioni nascosti agli utenti”

Mar 23, 2020

MILANO – Grazie ai suoi server (e a Fedez e Chiara Ferragni, che ci hanno messo la faccia) è arrivato il piccolo “miracolo” della realizzazione in pochissimi giorni di un reparto aggiuntivo di terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano, dove si potranno salvare molte vite di infetti da coronavirus. Ma all’Antitrust non vanno proprio giù alcune modalità di raccolta dei fondi, tanto da costringere gli sceriffi della concorrenza e dei mercati agli straordinari domenicali per chiedere di stoppare questa pratica illegale.

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L’oggetto della questione è il sito www.gofundme.com che – come ricorda la stessa Autorità – “gestisce una piattaforma attraverso la quale è possibile effettuare raccolte di fondi a scopo benefico (crowdfunding)”. Proprio quella che ha permesso alla coppia di star dei social di raccogliere in pochi giorni, partendo da una donazione di 100 mila euro, 4,4 milioni di euro da oltre 200 mila persone (situazione all’alba del 23 marzo).

Nel mezzo di iniziative tanto meritorie (quella dei Ferragnez non è certo l’unica, basta fare un giro sull’home page della piattaforma), l’Autorità è intervenuta con una seduta del 22 marzo per “l’esigenza di interrompere la diffusione di una pratica estremamente grave, tale da rendere urgente e indifferibile l’intervento dell’Autorità”.

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Secondo quanto hanno potuto ricostruire all’Autjority, “il sito promuove la possibilità di effettuare le donazioni, tra cui molte sono attualmente in favore degli ospedali e reparti ospedalieri delle zone più colpite dall’emergenza Coronavirus, in maniera gratuita e senza costi per il donante”. Ma questa gratuità, non è proprio così asicurata: “In realtà – ha comunicato l’Agcm – sussistono costi connessi alle transazioni con carte di credito e debito. Inoltre, la Piattaforma consente ai consumatori di elargire, per finanziare il proprio funzionamento, delle commissioni facoltative su ogni transazione; tuttavia, al momento di effettuare la donazione, la commissione è preimpostata su un valore pari a una quota percentuale della somma donata, laddove solo il consumatore che clicca su “Altro” in un menu a tendina adiacente, inserendo l’importo zero, può annullarla”.

In una prova effettuata lunedì mattina, cercando di donare una cifra simbolica alla campagna dei Ferragnez, la piattaforma pre-impostava una donazione del 10%.

Insomma, prassi che cozza da una parte contro la sbandierata gratuità delle donazioni (e allora perchè non impostare fin da subito le commissioni a “zero”?) e dall’altra si configura come atteggiamento “insidioso”, parola dell’Antitrust, “data la finalità con cui i consumatori si rivolgono a GoFundMe, quella di effettuare versamenti in beneficenza, che comporta un’attenzione ridotta ai meccanismi di funzionamento del sito e/o una maggiore propensione a disporre delle proprie risorse finanziarie”.

Ecco perché l’Autorità “ha disposto che il meccanismo di preselezione della commissione facoltativa sia immediatamente eliminato, lasciando piena libertà di scelta al consumatore donante attraverso l’indicazione del valore “zero” che egli potrà modificare”.

E’ solo una delle ultime iniziative dell’Antitrust in questi giorni di emergenza. Nelle stesse ore, ad esempio, chiedeva a un sito di cosmetici di eliminare “ogni riferimento all’efficacia preventiva contro la COVD-19 dei detergenti, prodotti cosmetici e integratori pubblicizzati e commercializzati sia sul sito https://carlitashop.com che sulla relativa pagina Instagram”.

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