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Coronavirus, a Milano turisti cinesi in calo del 40%. A Como il Conservatorio agli studenti di ritorno dalla Cina: “Restate a casa”

Gen 29, 2020

Il Coronavirus spaventa. E fa registrare flessioni, se non proprio crolli, anche nell’economia. “Ogni mese a Milano il turismo cinese porta 300 milioni di euro tra alberghi, shopping e ristoranti, oggi siamo già al 40% in meno rispetto al periodo precedente al virus”: a dirlo è il sindaco di Milano Beppe Sala, che cita dati che gli ha comunicato la Camera di Commercio di Milano.

La paura dei contagi si fa sentire. E così, se già è stata comunicata la decisione di annullare i festeggiamenti del Capodanno cinese in via Paolo Sarpi e anche la “Chinatown new year run”, una corsa non competitiva in programma per l8 febbraio, si iniziano a contare anche i danni all’economia. A Milano i turisti cinesi rappresentano ormai una quota considerevole, ed è un turismo di lusso, che spende nelle vie del centro, tanto che il Comune qualche mese fa aveva aperto anche un profilo su WeChat, la app di messaggistica più usata in Cina, per dare informazioni turistiche sulla città. Ma adesso, come ha spiegato Sala nel corso della presentazione del libro del direttore de La Stampa Maurizio Molinari ‘Assedio all’Occidente’, i primi effetti della situazione in Cina si fanno sentire.

Coronavirus, a Milano turisti cinesi in calo del 40%. A Como il Conservatorio agli studenti di ritorno dalla Cina: "Restate a casa"

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Ed è una paura che accomuna diverse realtà. A Como la direzione del Conservatorio ha pubblicato sul suo sito Internet un avviso: “Gentili studenti, a nome della Direzione si comunica che per ragioni di profilassi, tutti gli studenti di ritorno da viaggi in Cina sono pregati dall’astenersi di frequentare il Conservatorio di Como per i 14 giorni successivi alla data di rientro”. Una decisione presa visto che sono tanti gli studenti asiatici che frequentano la scuola (sul sito tanti avvisi, compreso questo, sono scritti in italiano e in cinese) e tra loro ce ne sono diversi che nei giorni scorsi erano tornati in Patria per il Capodanno. Per questo – “senza voler creare allarmismi”, spiega la direzione – è stato deciso di invitare gli studenti appena rientrati a non frequentare i corsi durante un possibile periodo di incubazione del virus.

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