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Conte a Bruxelles, in agenda modifica del Patto di stabilità e riforma di Dublino

Set 11, 2019

incontri con i vertici Ue

Il premier vedrà la presidente designata della Commissione Ursula von der Leyen, e quello uscente Jean-Claude Juncker; il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, e quello designato Charles Michel. Oltre al presidente dell’Europarlamento David Sassoli

di Andrea Gagliardi

11 settembre 2019


La Commissione Ue di Von der Leyen: Gentiloni all’Economia

2′ di lettura

Giornata fitta di incontri con i vertici delle istituzioni comunitarie per il premier Giuseppe Conte oggi a Bruxelles dopo la nomina di Paolo Gentiloni a commissario agli Affari economici: senza dubbio un successo che il presidente del Consiglio può vantare in sede internazionale, con l’Italia ben inserita nei meccanismi istituzionali della Ue. Conte vedrà tutti i pesi massimi: la presidente designata della Commissione Ursula von der Leyen e quello uscente Jean-Claude Juncker; il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e quello designato Charles Michel. Oltre al presidente dell’Europarlamento David Sassoli.

Le priorità le ha elencate lo stesso Conte in un post su Fb. «Non abbiamo tempo da perdere – ha scritto – ritengo sia prioritario accelerare per raggiungere tre obiettivi fondamentali e strategici per l’Italia e gli interessi degli italiani: la modifica del Patto di stabilità a favore della crescita, il superamento del Regolamento di Dublino sui flussi migratori, un regime di misure e interventi straordinari che favoriscano la crescita e lo sviluppo del nostro Mezzogiorno».

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«La manovra si fa in Italia» ha detto ieri Conte in risposta a chi sosteneva che sarebbe stata scritta a Bruxelles. È indubbio che il premier chiederà maggiore flessibilità per i conti pubblici italiani e che per sterilizzare l’aumento Iva e abbassare il cuneo fiscale ci sarà bisogno di margini di deficit in più rispetto a quelli programmati.

Per Conte «occorre sostenere gli investimenti, a partire da quelli ambientali e sociali nell’ottica di uno sviluppo sostenibile che dia nuovo impulso al mercato del lavoro italiano, evitando un’impostazione di bilancio pro-ciclica non adeguata alle prospettive economiche del continente».

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