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Comet Interceptor è la nuova missione ESA per inseguire una cometa nello Spazio

Giu 25, 2019

La missione Comet Interceptor è stata selezionata dall’ESA nel suo programma Cosmic Vision. Si parla di tornare su una cometa, ma non nello stesso modo della missione Rosetta. A questo giro ci saranno tre veicoli spaziali, e per la prima volta l’obiettivo non sarà una cometa conosciuta, ma un oggetto interstellare che ha appena iniziato il suo viaggio nel Sistema Solare interno.

Secondo programma, la missione viaggerà nel 2028 verso una cometa sconosciuta, la sorvolerà e le sue tre navicelle eseguiranno osservazioni simultanee da più punti attorno alla cometa, creando un profilo 3D di un oggetto “dinamicamente nuovo” che contiene materiale non contaminato, sopravvissuto all’alba del Sistema Solare.


Günther Hasinger, Director of Science dell’ESA, spiega che “le comete incontaminate o dinamicamente nuove sono del tutto inesplorate e costituiscono obiettivi convincenti per l’esplorazione con veicoli spaziali a corto raggio per comprendere meglio la diversità e l’evoluzione delle comete. Le grandi conquiste scientifiche di Rosetta e Giotto (che ha studiato la cometa Comet 1P / Halley nel 1986) non hanno rivali, ora è il momento di fare tesoro dei loro successi e visitare una cometa incontaminata […]”.

Comet Interceptor è una missione “veloce”, o di classe F (dove F sta per fast). Il termine “veloce” si riferisce al tempo di implementazione, con una durata di sviluppo totale di circa otto anni. Le missioni di classe F, che hanno una massa di lancio inferiore a 1000 kg, condividono il viaggio nello Spazio con una missione di classe media, sfruttando lo spazio aggiuntivo nel lanciatore e la spinta al punto di Lagrange L2.

Punto di Lagrange L2

La navicella spaziale composita attenderà il passaggio di un bersaglio adatto in corrispondenza del punto di Lagrange L2; i tre moduli di cui è dotata si separeranno solo poche settimane prima di intercettare la cometa. Ogni modulo sarà dotato di un carico utile di strumenti scientifici, e insieme forniranno diverse prospettive del nucleo della cometa e del suo ambiente di gas, polvere e plasma. Tali misure miglioreranno le informazioni 3D necessarie per comprendere la natura dinamica di una cometa incontaminata mentre interagisce con il vento solare in costante cambiamento. La suite di strumenti della missione sarà “preso in prestito” dal patrimonio di altre missioni, in primis Rosetta e l’ExoMars Trace Gas Orbiter.

Rosetta – ricostruzione grafica. Crediti: ESA

Che differenze ci sono con la missione Rosetta? Le precedenti missioni che avevano come obiettivo delle comete hanno studiato corpi celesti di breve periodo, ossia comete con periodi orbitali di meno di 200 anni, che si sono avvicinate molte volte al Sole seguendo le loro orbite e di conseguenza hanno subito cambiamenti significativi. Comet Interceptor mira a studiare una cometa che visita il Sistema Solare interno per la prima volta, forse proveniente dalla nube di Oort. A differenza delle comete studiate finora, un corpo celeste di questo tipo contiene materiale che non ha subito variazioni dall’alba del Sole e dei pianeti. La missione offrirà quindi una nuova visione dell’evoluzione delle comete mentre migrano verso l’interno dalla periferia del Sistema Solare. Altra differenza sostanziale è che l’obiettivo sarà sconosciuto al lancio, al contrario di Halley e Churyumov-Gerasimenko. Secondo le stime, dovrebbe completare la sua missione entro cinque anni dal lancio.

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