• 25 Aprile 2024 12:20

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Caso Floyd, la furia antirazzista diventa iconoclasta e corre sui social: “Giù le statue”

Giu 12, 2020

L’ultima a cadere è stata la statua di Cristoforo Colombo a Houston, in Texas, dopo quella di Minneapolis. Ma prima di lui nel Regno Unito è toccato a Edward Colston, mercante-filantropo di Bristol arricchitosi tuttavia nel ‘600 anche con il commercio degli schiavi, e a Winston Churchill. La protesta antirazzista che divampa un po’ dappertutto nel mondo nel nome di George Floyd – l’afroamericano 46enne morto soffocato durante l’arresto a Minneapolis – corre veloce anche sui social e diventa iconoclasta. Le prime a farne le spese sono le statue di personaggi fino a ieri considerati icone di civiltà, quando non di libertà e democrazia. Ma che adesso si sono trasformate in simboli della schiavitù o dei regimi coloniali. “Se non fosse drammatico, sarebbe solo grottesco”, è il commento del governatore della Liguria Giovanni Toti sull’accanimento contro Colombo.

In Italia si è fatto sentire il movimento dei Sentinelli di Milano, gruppo che si batte contro le discriminazioni razziste e omofobiche, che ha inviato un appello al sindaco Giuseppe Sala e al Consiglio comunale perché sia valutata la rimozione della statua di Indro Montanelli posta nei Giardini a lui intitolati.

Montanelli – affermano i Sentinelli – fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l’aggressione del regime fascista all’Etiopia. Ma il sindaco Sala dice no alla rimozione del monumento: “Penso che in tutte le nostre vite ci siano errori. E quello di Montanelli lo è stato – dichiara in un’intervista al Giorno – Ma Milano riconosce le sue qualità, che sono indiscutibili”. Anche da Fucecchio in Valdarno, sua città natale, si leva un coro di no. E il sindaco Alessio Spinelli parla di “follia, priva di ogni logica storica”.

La statua del giornalista toscano non è l’unica finita nel mirino dell’antirazzismo iconoclasta. Basta fare una rapida ricognizione su Twitter per trovare altre proposte di abbattimenti. Come ad esempio la già contestata statua di Gabriele D’Annunzio a Trieste, l’obelisco “Mussolini dux” al Foro italico a Roma o l’effigie dell’esploratore Vittorio Bottego a Parma. Nonché i vari monumenti all’Eroe dei due Mondi Giuseppe Garibaldi, più detestato al Sud di quanto si possa immaginare come testimonia questo tweet di una utente di Napoli.

Credo che poche statue al mondo meritino la rimozione quanto questa del Criminale Nizzardo nella immensa piazza di Napoli cui è stato imposto il suo nome dannato. Eppure sta lì, nessuno lo tocca, nessuno se lo fila, e credo sia ormai quasi invisibile per la gran parte di noi. pic.twitter.com/dpHLHGGfCs

— Catena Aurea (@catenaaurea66) June 12, 2020

A Torino il Kollettivo Studenti Autorganizzati (Ksa) rivendica su Facebook lo sfregio dell’effigie di Vittorio Emanuele II.

“Torino come Bristol – si legge sul profilo del Ksa – Quando la giunta comunale di Torino si indigna per una sbombolettata nera sulla statua di un colonialista di m… noi rispondiamo che questa statua non è il nostro patrimonio culturale”.

Il tam tam iconoclasta arriva anche in Sardegna. A Cagliari viene presa di mira la statua del vicerè di Sardegna Carlo Felice, nella centrale piazza Yenne di fronte al porto.

Caso Floyd, la furia antirazzista diventa iconoclasta e corre sui social: "Giù le statue"

Cagliari, monumento a Carlo Felice

Condividi

Secondo i promotori di una petizione online, tra i quali spiccano Francesco Casula, autore del libro “Carlo Felice e i tiranni sabaudi” e Giuseppe Melis, docente universitario di marketing, il monumento andrebbe non abbattuto ma “spostato” nell’androne dell’ingresso principale del Palazzo Regio in piazza Palazzo. Ogni tanto, fra l’altro, la statua viene coperta e viene proposto di intitolare un monumento ai Martiri di Palabanda, i promotori (giustiziati) di una fallita rivolta contro i Savoia.

Caso Floyd, la furia antirazzista diventa iconoclasta e corre sui social: "Giù le statue"

Cagliari, la statua di Carlo Felice coperta in segno di protesta nel 2019

Condividi

L’opinione pubblica è però divisa, fra chi considera l’opera un simbolo di “cagliaritanità” (Largo Felice è uno dei luoghi più frequentati della città) e chi invece vi legge solo l’icona di un tiranno senza scrupoli che ha calpestato i diritti dei Sardi. Ma c’è anche chi la prende con ironia:

Carlo Felice è troppo legato ai trionfi del Cagliari, quando viene vestito di rossoblu. Potrebbe essere sostituito solo da una statua di Gigi Riva…

— Fabrizio Gianneschi (@javabird) June 11, 2020

Sull’onda emotiva di George Floyd e della lotta al razzismo, è tornato sotto alla luce dei riflettori mediatici anche un vecchio dibattito sull’opportunità di abbattare il monumento al criminale di guerra fascista Rodolfo Graziani ad Affile, un paesino di meno di 1500 abitanti in provincia di Roma. “Un monumento alla vergogna” si legge su Twitter e Facebook, contro il quale si era schierato pubblicamente anche il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti con un post che invitava a dire “no al revisionismo di stampo fascista e alla memoria storica”.

Ad #Affile è ancora in piedi il sacrario dedicato al gerarca e criminale di guerra #fascista Rodolfo #Graziani.

Il sindaco che l’ha eretto è già stato condannato per apologia di fascismo.

Cosa aspettiamo ad abbattere questo scempio?#AbbattiamoIlSacararioDiGraziani#BLM_Italiapic.twitter.com/SZsTR9KojB

— Manolo Luppichini (@manolo_loop) June 8, 2020

Ma il il primo cittadino Ercole Viri difende l’opera: “Non si abbatte niente, quello è un museo dove sono conservati i cimeli dei soldati, anche quello di mio nonno. Deve piacere agli affilani. Io amministro loro, non i partigiani”.

Una polemica annosa quella di Affile, che va avanti da tempo come nel caso del mausoleo di Michele Bianchi – gerarca fascista e capo della massoneria calabrese – a Belmonte Calabro (Cosenza), più volte danneggiato da atti vandalici e anche da un incendio di matrice dolosa che nel 2016 ha colpito la pineta circostante.

Caso Floyd, la furia antirazzista diventa iconoclasta e corre sui social: "Giù le statue"

Il mausoleo a Michele Bianchi a Belmonte Calabro

Condividi

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close