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Borse ottimiste sui negoziati Usa-Cina. Cala ancora l’industria nell’Eurozona

Feb 13, 2019

MILANO – Borse europee impostate al rialzo, dopo il rally di Wall Street di ieri sera che ha già fatto volare Tokyo ai massimi da due mesi. Milano segna un +0,25% in avvio, Londra aggiunge lo 0,4%, Francoforte lo 0,46% e Parigi lo 0,3%. Gli investitori sono ottimisti circa l’esito delle discussioni tra Usa e Cina per evitare che dal 1° marzo prossimo scatti un nuovo giro di dazi. Il segretario americano al Tesoro, Steven Mnuchin, ha detto di augurarsi incontri “produttivi”: è a Pechino per incontrarsi con i membri dell’alta delegazione cinese, nel corso di una serie di summit che si terranno domani e venerdì. Anche la fine del rischio-shutdown negli Usa, ovvero la paralisi del budget federale per mancato accordo politico sulla destinazione delle risorse, ha contribuito ai rialzi azionari: Democratici e Repubblicani sono arrivati a un’intesa di massima che lascia ben sperare.

Sui mercati continua insomma ad alternarsi la paura del rallentamento economico con una fase positiva che riporta propensione al rischio, testimoniata in queste ore anche dal calo dello yen-bene rifugio. Lo spread tra Btp e Bund tedesco oscilla intorno ai 270 punti base in avvio di giornata, con il tasso del decennale italiano intorno al 2,8% sul mercato secondario. L’euro apre stabile sopra 1,13 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,1331 dollari e 125,38 yen. Dollaro/yen avanza a 110,65. L’agenda macroeconomica segnala principalmente la produzione industriale dell’Eurozona, attesa ancora in lieve calo, e, negli Usa, le richieste di nuovi mutui, l’inflazione e il bilancio del Tesoro di dicembre.

Questa mattina, la Borsa di Tokyo ha chiuso uin rialzo dell’1,34% a 21.144,48 punti. Ieri sera, negli Stati Uniti il Dow Jones ha guadagnato l’1,5% e il Nasdaq è salito dell’1,5%. I prezzi dei Treasury sono scesi per il secondo giorno di fila dopo quattro in rialzo con il ritorno della propensione al rischio e in vista di emissioni di bond aziendali. In quest’ultimo caso, spesso gli investitori vendono titoli di Stato per proteggersi da una eventuale variazione forte dei tassi.

A sostenere le quotazioni ci hanno pensato anche le recenti evoluzioni sul mercato delle commodity. Il petrolio è protagonista in questa fase di un rialzo, complici le sanzioni Usa al Venezuela e il fatto che l’Opec abbia annunciato di aver fatto profondi tagli alla sua produzione a gennaio. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti crescono di 56 cent a 53,66 dollari e quelli sul Brent avanzano di 70 cent a 63,12 dollari al barile. Oggi sono previste le scorte americane. Stabile l’oro in area 1.312 dollari l’oncia.

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