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Borse in rosso per le tensioni Usa-Cina. Affonda il petrolio

Mag 23, 2019

MILANO – Ore 10:10. La tensione commerciale tra Usa e Cina, che in questo momento si concentra in particolare sul caso del bando ai prodotti di Huawei, torna ad agitare pesantemente i mercati finanziari. I listini europei avviano le contrattazioni in netto ribasso dopo la giornata difficile dell’Asia, con l’eccezione dell’India dove i mercati hanno ben accolto l’esito elettorale che vede il primo ministro Narendra Modi ben posizionato per costituire una maggioranza contando sulle sue sole forze.

Milano perde l’1% con i titoli petroliferi ed Stm in difficoltà. Francoforte l’1,1% e Parigi lo 0,9%. Londra cede lo 0,7%.

Come detto, la giornata asiatica è stata negativa e – calcola Bloomberg – ormai l’indice Msci Asia Pacific ha messo insieme una perdita del 6% da quando, a inizio mese, Donald Trump ha minacciato di alzare i dazi verso Pechino: dimezzati i guadagni da inizio anno. La Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso per il calo decisivo delle società high-tech colpite dall’intensificarsi dello scontro sul commercio tra Stati Uniti e Cina. L’indice di riferimento Nikkei 225 ha perso lo 0,62% a 21.151,14 punti, mentre l’indice generale Topix è scivolato dello 0,36% a 1.540,58 punti. Le stesse incertezze hanno colpito le Borse cinesi che hanno terminato li scambi intorno ai minimi della seduta: l’indice Composite di Shanghai cede l’1,36% e scivola a 2.852,51 punti, mentre quello di Shenzhen perde il 2,43%, a quota 1.503.37. Hong Kong segna un passivo dell’1,58%.

Mentre la campagna per le elezioni eruopee si avvia alla volata finale, con alcuni Paesi che già iniziano a votare, lo spread tra Btp e Bund apre in rialzo a quota 274 dopo (ieri sera ha chiuso a 272 punti). Il rendimento del decennale avanza al 2,646%. L’euro apre stabile ma resta debole sotto 1,12 dollari. La moneta europea passa di mano a 1,1152 dollari e cala a 123,02 yen. Arretra il dollaro/yen a 110,32.

Dal fronte macro, in Germania il Pil del primo trimestre è stato confermato in rialzo dello 0,4%. Deludente l’indice Ifo tedesco, che misura la fiducia delle imprese, che scende a maggio a 97,9 punti. E’ stabile invece la fiducia delle imprese francesi a maggio, con un indicatore di 106 punti. Giornata di Pmi per il Vecchio continente: l’indicatore manifatturiero dell’Eurozona scende a 47,7 punti, sotto la soglia di 50 che separa la contrazione dall’espansione economica. Cala a sorpresa l’indicatore tedesco che si porta a 44,3 punti, in leggero calo dai 44,4 di aprile. Il composito dell’area con la moneta unica sale invece a 51,6 punti. In Giappone, il Pmi manifatturiero ha registrato un calo passando da 50,2 punti ad aprile a 49,6 punti a maggio, scendendo dunque nella zona di contrazione economica che si trova sotto la soglia di 50 punti.

Il prezzo del petrolio continua a scendere, dopo l’inatteso rialzo delle scorte settimanali Usa, salite al top dal luglio 2027. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti cedono di 53 cent a 60,89 dollari e quelli sul Brent perdono 66 cent a 70,33 dollari.

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