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Bari, manifesto del parrocco per il boss ucciso: “Spiritualmente unito alla famiglia”

Dic 26, 2016

“Dobbiamo inchinarci davanti al dolore dei parenti di questo signore e ricordarlo come tutti: davanti alla morte siamo tutti uguali. E nessuno può dirmi per chi devo o non devo fare messa”. Don Michele delle Foglie è il sacerdote della chiesa madre di Grumo Appula, paese in provincia di Bari. E per il 27 dicembre alle 18:30, ha organizzato personalmente una messa a suffragio di Rocco Sollecito, il boss della ‘ndrangheta di origini pugliesi ucciso nel maggio scorso a Montreal.

Sollecito era un esponente di spicco del clan Rizzuto e il suo assassinio è da inquadrare all’interno della lotta tra mafia e ‘ndrangheta che si sta consumando in Canada: fu freddato da un killer, nascosto in un gabbiotto della fermata del bus, mentre guidava il suo Suv bianco. Il Questore di Bari, vista la caratura criminale, vietò nel giugno scorso i funeralia Grumo, obbligandoli a celebrarli all’alba. Una decisione che fece infuriare don Michele che mandò una lettera di fuoco proprio al questore e anche all’arcivescovo.

Ora, ci riprova: “Il parroco – si legge nei manifesti attaccati in città – spiritualmente unito ai famigliari residenti in Canada e con il figlio Franco venuto in visita nella nostra cittadina, invita la comunità dei fedeli alla celebrazione di una santa messa in memoria del loro congiunto”. “Al momento della morte di Sollecito – spiega a Repubblica don Michele – promisi loro che se fossero venuti in Puglia avrei celebrato una messa. Io ho il dovere di celebrare come pastore, non devono dire gli altri quando devo celebrare: le messe

non onorano ma ricordano. Io sono un parroco di tutti quanti dei peccatori, mia nonna faceva celebrare le messe per tutti quanti. Questo signore è uno come tanti”.

Non esattamente, don Michele. Sollecito era considerato un pericoloso boss della criminalità organizzata. “Non c’entra niente. Sono morti punto e basta, il fatto che ammazzino non conta. La Chiesa deve pregare per i suoi figli, anzi più peccatori sono e più si deve pregare”.

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