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Attentato a Strasburgo, le amiche che erano con Antonio Megalizzi raccontano l’attacco: “Il terrorista ha preso la mira” – Repubblica.it

Dic 12, 2018

“Si è appoggiato al muro e ci ha puntato la pistola alla fronte. Così”. Caterina Moser e Clara Stevanato, le due studentesse universitarie che erano con Antonio Megalizzi, il giornalista ferito dall’attentatore di Strasburgo, raccontano agli eurodeputati il momento drammatico dell’attacco. Alzano il pollice e l’indice e appoggiano il dito alla fronte di Antonio Tajani, di Daniele Viotti, di David Sassoli che rabbrividiscono. Qualcuno di loro piange. È un racconto drammatico. Loro sono giovanissime, spaventate.

Sono state chiuse tutto il giorno nello studio di Viotti, deputato del Partito democratico. Hanno paura a uscire. Tajani ha disposto una scorta per accompagnarle all’albergo. “Se ve la sentite. Altrimenti rimanete qui”. In serata ancora non è chiaro se riusciranno a rientrare in Italia. L’ambasciata si sta occupando del necessario. Ma bisogna capire le condizioni delle giovani. A Strasburgo sono arrivate in pullman. Tutti e tre, anche Megalizzi, avevano il biglietto di ritorno per stamattina. Nella stanza di Viotti sono state interrogate dalla polizia. Singhiozzano, poi trattengono le lacrime. Non hanno notizie precise dello stato di salute del loro amico. “Le stiamo proteggendo”, spiega Viotti. Ma lo hanno visto cadere sotto il colpo. Nel pomeriggio hanno ricevuto la visita di un team di psicologi. Hanno parlato a lungo con loro. Cosa significa essere sotto choc lo dimostra quel gesto che fanno in continuazione: la pistola puntata alla testa. “A me lo hanno ripetuto decine di volte”, dice Viotti.

Caterina e Clara raccontano: “L’uomo era freddo, glaciale. Ha preso la mira”. La mira, la mira ripetono tra i singhiozzi. “Ci ha guardati negli occhi. Non ha detto una parola”. Poi ha sparato, scegliendo la sua vittima. Hanno provato dormire, ma è stato un sonno senza pace, solo incubi. Gli eurodeputati già ieri mattina hanno allertato il servizio medico del Parlamento. Prima Clara e Caterina sono state sottoposte a una visita medica. Nel pomeriggio sono arrivati gli psicologi. “Hanno soprattutto tanta paura. Staremo con loro finchè ne avranno bisogno”, dice ancora Viotti.

Proprio con lui Megalizzi e le ragazze avevano fatto un’intervista a Strasburgo per Europhonica, il network di radio universitarie per cui lavorano. “Con Antonio – ricorda adesso Viotti – mi ero fermato a parlare un po’ di più. Voleva scrivere un paper sul bilancio europeo. Abbiamo chiacchierato 10 minuti perché io sono relatore del bilancio. Ci siamo dati un nuovo appuntamento per parlare ancora, per raccogliere il materiale”. Per questo ora si commuove anche Viotti. Al telefono si sente una voce di pianto. “Se avessimo fatto l’intervista più tardi, se avessimo parlato altri 5 minuti, forse non sarebbe successo. Non a lui, non a loro”.

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