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Asia e Medio Oriente hanno fame di armi: affari in crescita. Beretta si insedia in Qatar

Mar 13, 2018

MILANO – Le tensioni geopolitiche in Medio Oriente ed Asia ingrassano gli affari dei venditori di armi. E’ quanto emerge da uno studio pubblicato dal Sipri di Stoccolma che ha analizzato i flussi di import ed export di armamenti nel corso degli ultimi cinque anni. Numeri che tracciano un raddoppio (+103%) nel quinquennio 2013-2017 dell’import in Medio Oriente, rispetto al livello censito nel periodo precedente.

I calcoli dello Stockholm International Peace Research Institute dicono che quel quadrante geografico conta ormai per un terzo dell’import di sistemi di armi (32%) mondiale. L’Arabia Saudita è il secondo importatore al mondo, alle spalle dell’India: si rifornisce dagli Stati Uniti (61% dell’import) e dalla Gran Bretagna in particolare (23%). Proprio gli inglesi hanno siglato venerdì un contratto miliardario per 48 jet Eurofighter Typhoon, annunciato dalla BAE Systems, suscitando la critica delle Ong come Save the Children.

Nel complesso, nel quinquennio analizzato il commercio internazionale di armi ha registrato un volume in crescita del 10% rispetto al periodo 2008-2012. Usa, Russia, Francia, Germania e Cina sono coloro che lo alimentano. Gli Stati uniti sono la vera fabbrica d’armi del mondo, contando da soli per il 34% delle forniture totali. Arretra alle loro spalle la Russia, che pesa per il 22%.

India, Arabia Saudita, Egitto, Emirati arabi uniti e di nuovo Cina sono i clienti che inoltrano i maggiori ordini di armamenti. Pechino da una parte si sta consolidando come fornitore per Pakistan, Bangladesh e Myanmar, d’altra parte – dicono dal Sipri – ha incrementato la produzione interna.

I Gruppi delle Armi: nel 2016 vendite per 374,8 miliardi

Nella top 10 dei maggiori esportatori trova spazio anche l’Italia, che ha visto crescere l’export del 13% tra i due quinquenni con una quota mondiale del mercato pari al 2,5% (in crescita dal precedente 2,4%). Notizia di pochi giorni fa, ad esempio, che l’italiana Beretta Holding ha siglato un accordo con Barzan Holding, che fa capo al ministero della difesa del Qatar, per l’avvio di un progetto industriale comune nell’emirato volto a soddisfare l’esigenza delle forze governative qatarine di dotarsi di armi da difesa leggere con tecnologie d’avanguardia. Il gruppo bresciano avrà la minoranza di una joint venture (denominata Binding) che costruirà un nuovo stabilimento a Doha per la produzione di armi portatili leggere (pistole e fucili) e dove si potranno in futuro sviluppare nuovi sistemi d’arma. I vicini Emirati arabi uniti, tornando al Sipri, sono indicati come i maggiori clienti dell’Italia produttrice di armi. Seguono Turchia e Algeria.

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